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Donne al potere e buona sanità c'è ancora tanta strada da fare Lea Cosentino, donna manager, racconta come mettere la “buona” sanita' al servizio dei cittadini
15 luglio 2008

In maniera sempre più costante si sente parlare di mala sanità, ogni qual volta si accende il televisore o si sfoglia un giornale: uno degli episodi più recenti la “clinica degli orrori” a Milano. Sembrerà pertanto inusuale che venga indetta una conferenza per parlare invece di “buona” sanità. E invece proprio questo è stato il tema al centro del primo incontro promosso dallo Sporting Club di Molfetta nell'ambito dell' iniziativa L'altra metà del cielo. Donne in… trincea, in cui si vuole dare risalto alla questione femminile, e a quanto le pari opportunità siano nella pratica molto lontane dal concretizzarsi tanto a Molfetta (dove nel nuovo consiglio comunale la presenza femminile è del tutto assente), quanto in Italia, dove, l'impiego femminile è ormai una realtà consolidata, ma le donne stentano ad arrivare all'apice della carriera e non sempre per mancanza di merito. Il binomio buona sanità-questione femminile viene rappresentato dalla figura di Lea Cosentino, Direttore Generale della ASL di Bari, che è stata la prima ospite dello Sporting. “Provocata” da Annalisa Altomare, Direttore Sanitario dell'Ospedale di Molfetta, e Maddalena Altomare, presidente della Consulta femminile, Lea Cosentino si è raccontata, non solo come manager di una enorme azienda sanitaria, con tutte le responsabilità che ciò comporta, ma anche nel suo essere donna, una delle poche donne riuscita ad abbattere pregiudizi ancora fortemente radicati nella nostra società. «Noi donne - ha raccontato la Cosentino con molta schiettezza -, dobbiamo lavorare il doppio per smussare i preconcetti, ogni giorno è una sfida. Molti uomini, fortunatamente non tutti, non accettano il confronto con una donna, la difficoltà è continua. Con molta franchezza devo dire che senza il presidente Nichi Vendola, che mi ha dato fiducia al di la di qualsiasi pregiudizio, non ci sarebbe stata una donna nel mio ruolo, così come non ci sarebbero state quattro donne nella giunta provinciale», e continua: «ovviamente per adempiere ad un ruolo di responsabilità come quello che ricopro ho dovuto fare molte rinunce nella vita privata, non ci sono, infatti, politiche sociali, al contrario che in altri Paesi, che agevolino il management femminile. Il fatto che io non abbia figli mi ha certamente agevolato, per me non si può scindere lavoro e vita privata, ma il primo non può assorbire completamente la seconda. Cerco infatti di crearmi delle bolle d'aria per dedicarmi a me stessa e alla mia famiglia. Si tratta di una sfida che devo vincere anche perché rappresento un po' tutto il genere femminile, e con entusiasmo, passione e costanza si può superare ogni ostacolo». La Cosentino ha poi spiegato cosa sta facendo lei, in prima persona, per le donne all'interno della ASL. Nel nuovo atto aziendale ha infatti previsto un dipartimento donna che si dedichi all'approfondimento di tutte le tematiche riguardanti la figura femminile: non solo ginecologia o carcinomi mammari, ma anche depressione, disturbi alimentari, dipendenze da fumo, alcol, ecc… molto diffusi tra le donne. Si prevede quindi l'istituzione di percorsi donna in tutto il territorio con l'ausilio di assistenti sociali. Lea Cosentino ha poi raccontato cosa ha fatto da Commissario Straordinario presso l'Ospedale di Altamura, incarico da poco concluso, e cosa sta facendo e ha intenzione di fare nel suo nuovo ruolo di Direttore Generale della ASL: «Da Commissario, la prima cosa era garantire il pagamento degli stipendi a tutti i dipendenti, si trattava infatti di un incarico nel quale ho voluto immediatamente affrontare le situazioni più urgenti, in primo luogo il problema delle periferie: abbiamo sbloccato la situazione dell'Ospedale delle Murge che aprirà l'anno prossimo, sono stati effettuati nuovi lavori sia al Di Venere che all'Ospedale San Paolo dove verrà aperto il reparto di Chirurgia plastica. A Molfetta è stato creato il percorso donna e abbiamo approvato il primo modello di Casa salute a Casamassima che vogliamo esportare anche in altri centri. Inoltre abbiamo unificato il linguaggio informatico in tutti i centri. Da Direttore Generale evito di stare dietro alle emergenze quotidiane ma piuttosto cerco di pianificare l'attività di questa enorme azienda. E' assolutamente necessaria, infatti, una continua integrazione tra i vari ospedali del territorio, da Monopoli a Corato, ospedale e territorio devono interfacciarsi e per far questo deve esserci un Dipartimento Funzionale Provinciale del quale anche Molfetta faccia parte». A proposito del nostro ospedale il direttore generale afferma che Molfetta debba fungere da guida, pertanto si sta cercando di provvedere alla ristrutturazione della struttura tutta per non disperdere i finanziamenti precedentemente stanziati a causa di lungaggini tecniche. Ma una serie di domande incrociate, tanto della stampa, quanto dei presenti, mettono alla luce tutta una serie di problemi che riguardano la nostra struttura ospedaliera, ma alle quali la Cosentino risponde prontamente. Per quanto riguarda il problema della mancanza dei Primari, necessari per un efficace funzionamento dell'ospedale, dice che i concorsi sono stati pubblicati e che si è solo in attesa che il Direttore Sanitario fissi le date. Per quanto riguarda le liste d'attesa che sono spesso lunghissime (in alcuni casi, infatti, bisogna aspettare anni per poter effettuare una semplice visita di controllo), la Cosentino dice che, se certamente all'ospedale di Molfetta verrà preso un nuovo mammografo e si tenterà di fare scuola, è anche vero che spesso le liste d'attesa si trasformano in liste di gradimento, vale a dire che instaurandosi tra medico e paziente un rapporto di fiducia la maggior parte degli utenti si riversa tutta in una struttura piuttosto che in un'altra intasando in questo modo le richieste. Si tratta quindi di un problema non facilissimo da risolvere senza l'aiuto e il buon senso di tutti. E a chi sostiene che la sanità continua ad essere pessima nonostante tante belle parole, e che la situazione non cambia tanto con Vendola quanto con Fitto, la Cosentino risponde: «Lo sport preferito degli italiani è lamentarsi, bisogna cercare di guardare le cose più oggettivamente. Episodi di mala sanità purtroppo ci sono, ma non sono la regola. Dall'oggi al domani non si possono fare miracoli, né con Vendola, né con Fitto, quello che però è cambiato con il primo è il clima, il clima di cooperazione che ora c'è, noi Direttori Generali partecipiamo davvero alla decisioni». Ed effettivamente la sanità italiana, nonostante tutti i problemi, è una delle prime al mondo. Al contrario per quanto riguarda il problema delle parità possibilità tra uomo e donna siamo ancora piuttosto indietro rispetto agli altri Paesi occidentali. Lea Cosentino, come abbiamo visto, rappresenta una delle poche eccezioni, eccezioni che l'iniziativa dello Sporting tenterà di mettere in mostra, nei prossimi incontri, ancora con illustri ospiti al femminile.
Autore: Ilia Micelli
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