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Don Vito Bufi: una serie di concause nel crollo del leone; il restauro prosegue Il parroco del Duomo: la ditta incaricata ha una notevole esperienza. Riapriremo ad aprile
15 dicembre 2017

In queste settimane il Duomo San Corrado è chiuso per poter effettuare dei restauri. In realtà la chiusura era stata prevista, proprio per procedere ai lavori, ben prima del cedimento di una parte dell’apparato decorativo della facciata absidale. “Quindici” ha incontrato il parroco don Vito Bufi per comprendere meglio l’azione di recupero in corso. A proposito del crollo è plausibile che sia stato provocato da una serie di concause indipendenti da specifiche responsabilità (dal vento all’indebolimento del materiale con cui la decorazione era fissata). L’intervento è stato immediato: sono stati recuperati i frammenti, è stato messo in sicurezza il finestrone absidale e si sta procedendo alla verifica dello stato dei luoghi, in attesa della ricostruzione della parte crollata. Come si evidenziava in apertura, lo storico edificio è oggetto di restauro a poco più di dieci anni dall’ultimo intervento. La ditta Rossi Restauri, incaricata dei lavori, vanta una notevole esperienza nel campo, avendo già operato, tra l’altro, nel recupero della Cattedrale di Molfetta, delle Cattedrali di Trani, Troia e Bari, del Castello Acquaviva d’Aragona di Conversano, del Palazzo Ducale di Martina Franca, del Palazzo Palmieri di Monopoli. I lavori in corso consistono soprattutto nell’ispezione delle facciate delle torri, nel controllo dei davanzali di monofore e bifore con intervento di restauro sulle pietre compromesse. A creare i maggiori danni sono le infiltrazioni causate dalle acque meteoriche e dall’erosione favorita da vento e salsedine, in particolare sul lato nord (lato mare) ma presente anche su quelle che sono le torri mozze. In questo caso saranno verificate le condizioni dei pluviali canalizzati all’interno della facciata con scarico all’esterno. É probabile che le piogge, che sempre più spesso assumono carattere torrenziale, possano averli danneggiati. Sono previste ricognizioni sulle facciate esterne nonché un ulteriore restauro della facciata nord. Si procederà al controllo delle finestre (da cui possono esserci ulteriori infiltrazioni) per ripristinare i telai e controllare i davanzali. É probabile che bisognerà decidere di riaprire qualche finestra (attualmente sono quasi tutte chiuse dal 2004) al fine di creare una migliore areazione all’interno dell’edificio sacro. Per questo si dovrebbe procedere anche ad analisi diagnostiche delle escursioni termiche. Entro fine aprile la struttura dovrebbe essere riaperta ai fedeli. L’attenzione da parte dei responsabili è alta, non a caso la parrocchia si assumerà l’onere dell’installazione di parafulmini sulle due torri, emblema della nostra città, al fine di una maggiore protezione del sito. Nel corso dei secoli, infatti, più volte le torri così svettanti e ubicate nei pressi del mare sono state danneggiate da scariche elettriche durante i temporali, richiedendo adeguati interventi di restauro. © Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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