Don Tonino : Conclusa la festa diocesana del processo di canonizzazione. Il cardinale Amato : la santità non è un privilegio di pochi, ma una vocazione per tutti.
La santità non è un privilegio di pochi, ma una vocazione per tutti. Impariamo a diventare santi seguendo Gesù e le virtù teologali: fede, speranza e carità: sta in queste parole del cardinale di Molfetta, Angelo Amato, il messaggio che scaturisce dalla conclusione della fase diocesana del processo di canonizzazione del vescovo Servo di Dio don Tonino Bello. “La libertà di pensiero e di azione, la valorizzazione dei laici, l’educazione ai giovani, il valore della pace, l’amore verso il prossimo, la considerazione dei poveri sono gli insegnamenti del Servo di Dio Antonio Bello”, ha detto ancora il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi. Don Tonino Bello cammina sulla via della beatificazione con il merito di aver percepito l’essenza della vita cristiana e il seme della vita, l’amore incondizionato verso gli altri. La cerimonia conclusiva della fase diocesana del Processo di Canonizzazione del Servo di Dio, Antonio Bello ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e devoti del vescovo, giunti dalla diocesi di Molfetta-Ruvo-Terlizzi-Giovinazzo, dalla diocesi di Ugento- Santa Maria di Leuca e da Tricase. La cerimonia si è svolta nella Cattedrale di Molfetta con la partecipazione della famiglia di Don Tonino Bello, Marcello e Trifone (come illustrato nelle belle foto del nostro Mauro Germinario). La celebrazione della diocesi che conclude l’iter verso la canonizzazione è iniziata con una breve presentazione del vescovo Mons. Luigi Martella che ha esposto ai fedeli il percorso cominciato dal 2007 fino ad oggi. Da oltre tre anni si ascoltano le testimonianze di chi ha conosciuto e appreso gli insegnamenti umili, autentici, puri di Antonio Bello. Ora è il momento della consegna di questo lavoro nelle mani del Sommo Pontefice, Papa Francesco, il quale attraverso la Congregazione delle Cause dei Santi, presieduta dal Card. Angelo Amato, valuterà ogni dettaglio e l’attendibilità di qualche evento considerato miracoloso, avvenuto per intercessione del nostro Servo di Dio. Dopo questa breve introduzione, la concelebrazione eucaristica è stata presieduta dallo stesso Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi che prima di ricordare Don Tonino Bello ha citato altri uomini importanti per i molfettesi come Don Cosmo Azzollini che ha fondato l’oratorio San Filippo Neri, ha speso la sua vita per i giovani e Don Ambrogio Grittani, la cui causa è in procinto di giungere a Roma. “L’ odierna celebrazione conclude un percorso di editi e di inediti, il corpo della testimonianza è rappresentato da tre casse, due di esse approderanno a Roma, la terza verrà custodita gelosamente nella nostra Terra. La chiusura dell’inchiesta diocesana avviene dopo vent’anni dalla morte di Don Tonino Bello e nei primi giorni dell’avvento. Si tratta di un tempio di veglia, è il tempo di svegliarsi dal sonno, rivestiamoci del Signore Gesù Cristo e non inseguiamo i desideri della carne”, ha evidenziato il Card. Amato. Questo processo coinvolge da una parte le procedure canoniche e dall’ altra parte ci sono i fedeli. “La causa di canonizzazione riguarda la nostra santificazione, la nostra coerenza con gli impegni battesimali. I differenti passaggi diventano momenti di crescita per ognuno di noi, una scala Santa che ci porta a raggiungere Dio”. Angelo Amato ha affermato, con un tono molto forte e deciso, l’importanza del battesimo perché in quel momento riceviamo la vocazione di diventare Santi. Il Cardinale ha continuato il suo discorso con parole di ammirazione per l’uomo e il vescovo che è stato e che rimarrà nelle menti e nei cuori di tutti anche di chi non l’ha conosciuto ma ha appreso gli insegnamenti dai suoi scritti. Don Tonino ha il merito di aver ben utilizzato le virtù teologali come la fede, la speranza, la carità, oltre alla religiosità della nostra Terra, all’amore verso gli altri, all’educazione alla pace. Dalle parole del Cardinale si delinea il profilo di Don Tonino Bello, un vescovo come tanti ma un uomo come pochi, ha comunicato con grande entusiasmo ai poveri, ai politici, ai giovani, ai disoccupati, ai sofferenti nel corpo e nell’anima, ai tossicodipendenti. E’ stato un profeta che ha saputo anche provocare con una semplice lettera di Natale dal titolo “Auguri Scomodi”. Durante la celebrazione gli sguardi dei fedeli giunti da ogni parte della Puglia raccontano una grande ammirazione, devozione, ringraziamento verso quell’uomo che ha conquistato il cuore di ogni persona. Si è percepito in Cattedrale un clima di attesa, di raccoglimento, di nostalgia di quel vescovo che ha amato tutti senza giudicare, senza escludere. Quell’uomo che ha preferito i poveri al potere. Alla fine della cerimonia sono stati posti i sigilli sulle tre casse che l’inizio verso il percorso di beatificazione, una nuova alba per Don Tonino Bello, per la sua famiglia, per Molfetta e per la nostra Puglia. In seguito, i fedeli hanno ricevuto dei segnaletti con l’immagine e il motto dello stemma vescovile di Antonio Bello: “Gli umili ascoltino e si rallegrino”. Il vescovo Mons. Luigi Martella ha concluso la celebrazione con un ringraziamento al Card. Angelo Amato per la sua presenza, ai vescovi, ai sacerdoti, ai familiari di Don Tonino Bello, ai cittadini di Alessano, di Tricase, al coro diocesano, all’amministrazione comunale, alle autorità civili: erano presenti i sindaci della diocesi, il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio col vicesindaco Bepi Maralfa, Nicola Piergiovanni, presidente del Consiglio Comunale, la giunta comunale, l’assessore regionale Guglielmo Minervini, il Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini. Al termine della cerimonia i fedeli hanno dimostrato un grande affetto e devozione con un lungo applauso con qualche lacrima sul viso dei presenti. Sulle orme di Don Tonino Bello dovremo camminare per imparare ad amare la vita. Un buon auspicio per il traguardo tanto atteso dalla comunità, la beatificazione del Servo di Dio.