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Dissequestrato l'impianto di compostaggio, l'inquinamento resta
12 dicembre 2002

MOLFETTA – 12.12.2002 I giudici del Tribunale del Riesame di Bari hanno dissequestrato l' impianto di compostaggio di Molfetta (nella foto) dell'impresa “Mazzitelli Spa” sotto sequestro dall'11 febbraio scorso. I giudici hanno così recepito le indicazioni fornite dalla Cassazione che, nei mesi scorsi, aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Bari che aveva confermato il sequestro pur non condividendo due delle quattro contestazioni avanzate dal gip del Tribunale di Trani (Bari) Michele Nardi che lo aveva disposto accogliendo le ipotesi del pm inquirente Severino Antonucci. Il sequestro fu eseguito da militari della Guardia di Finanza in base a quattro distinte contestazioni che facevano riferimento ad un presunto traffico di rifiuti di elementi di scarto provenienti dalla Campania; a irregolarità nel procedimento che autorizzava l'entità dei rifiuti da trattare nell'impianto (già annullata dal Riesame); alla presunta illegittimità del provvedimento autorizzativo sulla potenzialità dell'impianto (già annullata); e alla presunta inottemperanza all'obbligo di un'ordinanza del commissario delegato all'emergenza ambientale in relazione al rifiuto dei responsabili dell'impianto a smaltire un quantitativo di rifiuti provenienti del Comune di Molfetta. Le ipotesi accusatorie sono sempre state respinte dal difensore dell'impresa Mazzitelli, avv. Raffaele Gargano, che aveva fatto anche notare al Tribunale che a causa del fermo dell'impianto di Molfetta (realizzato anche con fondi pubblici) i rifiuti sono stati trattati in altri impianti privati provocando ingenti danni erariali. Resta comunque sempre aperta la questione della possibilità di inquinamento ambientale e della definizione della proprietà dell'impianto che il Comune rivendica e la ditta Mazzitelli rifiuta di riconoscere. Se dal punto di vista giuridico l'impresa ha avuto ragione, dal punto di vista ambientale ha sicuramente torto per l'incapacità dell'impianto di smaltire montagne di rifiuti, come più volte “Quindici” ha documentato. E' chiaro che un provvedimento in tal senso vada preso per la tutela dell'ambiente e degli stessi contadini che lavorano nei dintorni dell'impianto e che più volte si sono lamentati per la presenza di questa montagna di rifiuti in attesa di essere smaltiti.
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