Disco music: Track I
Ma la notte…
Bentornati nel mondo della notte….
Questo e il prossimo mese faremo una panoramica dei generi musicali che hanno caratterizzato il corso degli ultimi trent'anni nel clubbing italiano ed internazionale. La nascita della musica "da discoteca" si fa risalire alla metà degli anni settanta, lo stesso periodo in cui nasce il concetto di "discoteca" come viene inteso anche oggi. Il fenomeno si sviluppa alla fine del 1977 ed il 1978 verrà ricordato come l'anno del decennio settanta più produttivo, infatti è in questo periodo che verrà coniato il termine "disco music".
I primi successi sono in pieno stile Funky e Soul con aggiunta di basi elettroniche ritmate e vede tra gli artisti - esponenti principali: KC & The Sunshine Band, Gloria Gaynor, gli Chic, gli Earth Wind and Fire e Barry White. A questi vanno aggiunti Donna Summer (col produttore Giorgio Moroder), i Bee Gees ed i Village People che si distinguono dal primo gruppo citato per le sonorità più melodiche. Nel periodo in cui spopola la disco music in Italia non si hanno protagonisti ne produttori di rilievo. S'identifica con "One for you, One for me" (anno 1979) dei La Bionda (successivi creatori dei "Righeira") uno dei primissimi veri successi "dance" di produzione italiana e "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto del 1980.
L'affermazione di questo filone musicale si è avuta anche grazie al mestiere del "DJ", nuova figura che nello studio di produzione affianca la sua esperienza e la sua conoscenza della musica a quella del musicista, creando fin dai primi anni 80 un nuovo modo di concepire la musica. Di fatto il genere "Disco Music", saturato da un'immediata ed intensissima produzione, già nel 1980 inizia a perdere d'interesse. I DJ più ambiziosi quindi provvederanno a generare nuove basi e nuovi suoni: nasce la musica Elettronica che influenzerà praticamente ogni artista del periodo ed i generi più distanti. In Italia un esempio del successo del nuovo genere può essere il Festival della Canzone Italiana di Sanremo che vedrà le edizioni dei primi anni ottanta fortemente influenzate dalle basi elettroniche. Da evidenziare anche il successo dell'Orchestra Rondò Veneziano, fondata nel 1979 dal maestro compositore genovese Gian Piero Reverberi che intreccia musica classica e musica elettronica. La nascita della fortunata Italo-dance coincide con l'inizio degli anni ottanta distinguendosi per la semplice struttura, musica orecchiabile, testo elementare e ripetitivo.
Se la disco music era prevalentemente suonata dal vivo da vere e proprie orchestre, mentre la musica elettronica dei grandi come Moroder, Vangelis e Kraftwerk usciva da macchine come i Moog, negli anni ottanta i dj iniziano non solo ad usare suoni generati dai sintetizzatori ma a fonderli con spezzoni campionati dai dischi del passato e con nuovi elementi vocali.
Negli anni 80 quindi si iniziano a definire le suddivisioni tra generi di musica dance dal filone house e techno della scena Detroit e Chicago a quella europea ed italiana meno legata al clubbing e più alla radiofonia.
Dalle innovazioni portate da nomi come Frankie Knuckles (pioniere della House Music), in Europa si iniziano a comporre vere e proprie canzoni con il classico schema strofa-ponte-ritornello, ripreso dal mondo del pop-rock. Si hanno così prodotti pop-dance provenienti dalla scena statunitense ed anglosassone: si ricordano i successi di Madonna, Whitney Houston, Cindy Lauper e Michael Jackson (che produrrà per la sua "Thriller" il videoclip più costoso del decennio) e gli inglesi Depeche Mode, Erasure, Pet Shop Boys e Talk Talk. Contemporaneamente assistiamo anche all'esplosione del fenomeno italo-dance che riscuoterà successo fino in America Latina e Giappone grazie a: Savage, P. Lion, Righeira, Baltimora, Sandy Marton, Tracy Spencer, Spagna, Sabrina Salerno e Den Harrow.
Autore: Antonio Mastromauro