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Disagi anche a Molfetta per il nubifragio di ieri. L'impegno dei vigili urbani
07 novembre 2011

MOLFETTA - Disagi anche a Molfetta ieri a causa dell’intensa pioggia di ieri, quasi un nubifragio. A far fronte alla situazione i vigili del fuoco, ma soprattutto i vigili urbani che, pur in poche unità (appena 6 complessivamente compreso il comandante, un tenente e un maresciallo) hanno affrontato con impegno l’emergenza.

In particolare due o tre vigili, bagnandosi fino alla cinta, hanno provveduto a rimettere al loro posto molti tombini della fogna bianca e nera, saltati a causa dell’intensa pioggia, con grande rischio per gli automobilisti. In corso Dante, in particolare un tombino era sparito e, non essendo sufficienti le transenne, i vigili hanno dovuto rimediare mettendo sopra il buco, un cassonetto della plastica, come indicatore di pericolo per i cittadini.
 
Spesso si critica la polizia municipale, ma va dato atto che nelle emergenze, pur in pochi uomini, per la scelta dell’amministrazione comunale di non aumentare l’organico, i vigili ci sono e si fanno in quattro (è il caso di dirlo) per affrontare anche situazioni difficili.
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Che cosa bisognerebbe fare lo sappiamo. Nelle nazioni industrializzate è necessario proibire ulteriori sconvolgimenti dei terreni e limitare ovunque la creazione di monoculture esotiche, siano essi campi da golf, coltivazioni di frumento o piantagioni di alberi. Occorre invece dare la priorità alla trasformazione delle già immense aree occupate dall'uomo, in modo da renderle più ospitali per gli altri organismi e, soprattutto, arrestare il costante flusso di veleni che si riversano nell'aria e nelle acque, in particolare le piogge acide. Fintanto che l'afflusso di veleni proseguirà incontrollato, tutti i programmi destinati a proteggere e a ristabilire ecosistemi relativamente naturali saranno destinati al fallimento. Il problema è enormemente più grave nelle nazioni meno sviluppate, dove La pura e semplice pressione demografica e la povertà rendono pressoché inevitabili la distruzione dei sistemi naturali. Le nazioni povere, come gli individui poveri, devono sempre e per prima cosa pensare alle loro esigenze immediate. Solo se troveranno il modo di aiutarle provvedendo a queste esigenze, le nazioni ricche potranno sperare di salvare i paesi più poveri e così alla lunga, salvare se stesse….perchè la sopravvivenza dell'uomo è strettamente intrecciata con la sopravvivenza della varietà genetica e quindi col destino di ogni sistema naturale. Molte teorie sulla nascita dell'uomo sono fantasie dettate da “poteri furbi”, per il dominio sulle masse, la conservazione di privilegi assoluti da trasmettere alla prole e classe conseguente. La vita è un tutto unico. Non si tratta di un clichè. Ma di una realtà biologica. Guardiamo il crogiuolo della vita e riflettiamo: esso non è costituito solo da un semplice agglomerato di specie, ognuna delle quali va per proprio conto. Ogni specie dipende invece dalle altre in una interconnessione di “servizi” e l'uomo fa parte di questi “servizi”. Il biosistema è una “biblioteca” di strategie della sopravvivenza, accumulatosi in miliardi di anni di selezione/estinzione, e non si può manipolarlo alla leggera.


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