Diocesi di Molfetta: toni di basso livello nella campagna elettorale, con l'uso disinvolto dei social. Brutto segnale l'astensionismo, condanna dei pacchetti di voti e della fine della politica
MOLFETTA – Il clima di odio della campagna elettorale delle elezioni amministrative a Molfetta, che ha superato ogni limite anche con l’aggressività dei candidati al ballottaggio nei confronti dell’informazione viene deplorato anche in ambienti ecclesiastici.
L’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro ha commentato criticamente le ultime elezioni amministrative nei Comuni di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Su “Luce & Vita” settimanale del Diocesi si esprime l’amarezza «per i toni molto bassi che sono stati toccati in alcune situazioni, complice anche il disinvolto uso dei social media, talvolta anche da quanti si rifanno ad una identità ecclesiale. Sarà il caso di tornare a riflettere con pacatezza su questi temi. Auspichiamo che si dismettano le armi della campagna elettorale e si cooperi, ciascuno per la sua parte, per il vero Bene delle città».
In realtà, i social hanno dato voce a personaggi equivoci, senza arte né parte che si prendono la libertà non di commentare ogni cosa, ma di insultare e aggredire tutti. Al di là di una patologia psicologia cronica, va sottolineata la mancanza di rispetto per gli altri, l’assenza di capacità di confronto anche critico, ma in toni educati e civili. E’ vero che, come diceva Umberto Eco, internet e facebook hanno dato il diritto di parola anche agli imbecilli, ma il limite è già stato superato da tempo.
Per cui bene fa la diocesi a stigmatizzare questi comportamenti, che vedono protagonisti non solo i candidati, ma soprattutto coloro che si ritengono cristiani. Sarebbe ora che anche l’autorità ecclesiastica inasprisse i toni, perché si è crtitiani non andando a messa la domencia, ma nei comportamenti quotidiani, nei quali occorre dare l’esmpio del rispwetto degli altri.
La Diocesi sottolinea due aspetti in particolare: l’astensionismo e la fine della visione politica legata agli ideali, a favore di quella caratterizzata dai pacchetti di voti e dagli interessi privati che si trasferiscono da una parte all’altra secondo la propria convenienza e non per il bene comune.
Ecco il documento della Diocesi a commento delle elezioni amministrative. Una sorta di analisi del voto vista dalla Curia.
«Terminate le elezioni amministrative da nord a sud, la cronaca racconta territori che fanno storia a sé, anche se contemporaneamente lanciano segnali importanti ai partiti in vista delle prossime elezioni nazionali – scrive Onofrio Losito, direttore della Pastorale sociale e del lavoro -. Da una parte infatti c’è l’amarezza soprattutto dei 5Stelle che non sono riusciti ad arrivare al secondo turno in nessuno dei comuni su cui speravano almeno di giocarsela; dall’altra la soddisfazione di un centrodestra che, dove si presenta unito, porta a casa qualche soddisfazione. Ma altrettanto dicasi del centrosinistra che, ricompattandosi al ballottaggio, è riuscito a capovolgere le sorti del primo turno e vincere in città come Lecce e Taranto.
Sempre di più il dato più preoccupante è la crescita dell’astensionismo con l’affluenza che, rispetto al 2012, cala in media dal 66,8% al 60,1%. Dati che si ripercuotono anche a livello diocesano dove le elezioni e i ballottaggi hanno interessato le città di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Terlizzi con una affluenza definitiva del 52,26% (al primo turno del 70,76%) sceglie di confermare il governo di centrodestra e rielegge Ninni Gemmato con il 60,4% dei voti. Giovinazzo riconferma l’esperienza del sindaco Tommaso Depalma sostenuto da liste civiche di area centrodestra, che vince le elezioni amministrative con il 52,2% dei voti (con un'affluenza definitiva del 61,53% e al primo turno del 67,33%).
Anche Molfetta con un'affluenza molto bassa, del 44,79% (al primo turno è stata del 60,62%), riconferma l’esperienza di governo di centrosinistra eleggendo Tommaso Minervini con il 57,1% dei voti, anch'egli, quindi, alla sua seconda esperienza di primo cittadino.
Eppure resta, come dicevamo, l’amaro per la sempre più scarsa partecipazione dei cittadini alla gestione della propria città soprattutto con l’esercizio del voto. Sarà che probabilmente c’è stata poca chiarezza sulla collocazione politica delle compagini che hanno sostenuto i vari candidati sindaci, oppure una campagna elettorale piuttosto fiacca a Molfetta e più virulenta, nei toni, a Giovinazzo e Terlizzi, che ha prodotto la sensazione di un evento - quello delle votazioni - passato senza grandi sussulti. Roba dei soliti pochi che magari ondeggiano qua e là spostando pacchetti di voti “a prescindere”, complice anche la promessa di un miglioramento delle proprie condizioni sociali o, peggio, il mantenimento delle attuali.
Svanisce quindi l’esercizio di una politica sostenuta da ideali, fatta di battaglie coraggiose e di grandi passioni. É sempre più un conglomerato omogeneo da dove emergono solo piccoli distinguo dettati per lo più da esigenze personalistiche che non da grandi visioni politiche.
Quanta nostalgia di una politica “con la maiuscola” come ha ribadito più volte papa Francesco. Ma non serve piangersi addosso, occorre insieme con coraggio sostenere le forze “belle” che sono cresciute nei nostri circuiti formativi cattolici spingendole ad intraprendere l’esperienza della politica attiva e spezzare l’apatia del voto delegato ai soliti “pacchettisti”.
Come la sentinella della notte attendiamo con ansia l’alba di un nuovo giorno politico».