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Diocesi di Molfetta, Festival della comunicazione 2021
Lunedì 19 aprile alle 19 la conferenza di presentazione
18 aprile 2021
MOLFETTA -
I vescovi
Domenico Cornacchia
della diocesi di Molfetta, e
Domenico Pompili
della diocesi di Rieti, con
suor Cristina Beffa
delle Figlie di San Paolo,
lunedì 19 aprile alle ore 19
presenteranno il
Festival della Comunicazione
, promosso ogni anno dalle Paoline e dai Paolini nell’ambito della Settimana della Comunicazione. L’incontro, come tutti gli eventi della manifestazione, sarà online. Ospite illustre di questo primo appuntamento sarà
Paolo Ruffini
, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. Modererà la serata
Sabrina Vecchi
dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Rieti. Il programma del Festival è centrato sul messaggio di papa Francesco per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del prossimo 16 maggio, sul tema «
“Vieni e vedi” (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono
». Ad animare le giornate
dal 1 al 16 maggio
saranno giornalisti ed esperti di comunicazione, ma anche biblisti e figure del mondo religioso. Previste inoltre iniziative legate alla spiritualità e al mondo della scrittura. Il
collegamento diretto alla conferenza stampa
è il seguente:
https://youtu.be/rS9_kHUuItA
Tutte le iniziative saranno inoltre visibili sui seguenti canali Facebook e Youtube: - fb.me/festivaldellacomunicazione - youtube.com/user/comsocmolfetta - youtube.com/user/FrontieraTV e dalle altre piattaforme social delle Paoline e dei Paolini e delle diocesi di Molfetta e Rieti.
I referenti paolini
Sr Cristina Beffa, fsp
Don Giuseppe Lacerenza, ssp
I referenti diocesani
Michelangelo Parisi, Molfetta
David Fabrizi, Rieti
IL PROGRAMMA
Vieni e vedi» Comunicare (Gv 1,46) incontrando le persone dove e come sono MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA 55A GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2 Cari fratelli e sorelle, l’invito a “venire e vedere”, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia (cfr Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2020) è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto. «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita», consigliava il Beato Manuel Lozano Garrido1 ai suoi colleghi giornalisti. Desidero quindi dedicare il Messaggio, quest’anno, alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea. CONSUMARE LE SUOLE DELLE SCARPE Pensiamo al grande tema dell’informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del 3 «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero. QUEI DETTAGLI DI CRONACA NEL VANGELO Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli “di cronaca” che rivelano la sua presenza nel luogo e l’impatto che quell’esperienza ha avuto nella sua vita: «Era circa l’ora decima», annota, cioè le quattro del pomeriggio (cfr v. 39). Il giorno dopo – racconta ancora Giovanni – Filippo comunica a Natanaele l’incontro con il Messia. Il suo amico è scettico: «Da Nazaret 4 «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono può venire qualcosa di buono?». Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: «Vieni e vedi», gli dice (cfr vv. 45-46). Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia. La fede cristiana inizia così. E si comunica così: come una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire. «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito», dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesù si era fermato nel loro villaggio (cfr Gv 4,39-42). Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga. GRAZIE AL CORAGGIO DI TANTI GIORNALISTI Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiosità, un’apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti – giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi – se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita non solo per l’informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità. Numerose realtà del pianeta, ancor più in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione l’invito a “venire e vedere”. C’è il 5 rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una “doppia contabilità”. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti. Chi ci racconterà l’attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa? Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l’ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri. OPPORTUNITÀ E INSIDIE NEL WEB La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze. La tecnologia digitale ci dà la possibilità di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. È uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Potenzialmente tutti possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali, dare un nostro contributo civile, far emergere più storie, anche positive. Grazie alla 6 «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono rete abbiamo la possibilità di raccontare ciò che vediamo, ciò che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze. Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere. NULLA SOSTITUISCE IL VEDERE DI PERSONA Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare. Infatti in Lui – il Logos incarnato – la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (cfr 1 Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si “vede”, solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un 7 dialogo. Per questo motivo il “vieni e vedi” era ed è essenziale. Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. «Sa parlare all’infinito e non dir nulla. Le sue ragioni sono due chicchi di frumento in due staia di pula. Si deve cercare tutto il giorno per trovarli e, quando si son trovati, non valgono la pena della ricerca».2 Le sferzanti parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani. La buona novella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore. Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: “Vieni e vedi”, e sono rimaste colpite da un “di più” di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo. Tutti gli strumenti sono importanti, e quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui, di vederlo durante un’assemblea o in un colloquio individuale. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove questo collaboratore di Dio non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava (cfr 1 Cor 4,17). «Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affermava Sant’Agostino,3 esortando a riscontrare nella realtà il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual 8 volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono. Signore, insegnaci a uscire da noi stessi, e a incamminarci alla ricerca della verità. Insegnaci ad andare e vedere, insegnaci ad ascoltare, a non coltivare pregiudizi, a non trarre conclusioni affrettate. Insegnaci ad andare là dove nessuno vuole andare, a prenderci il tempo per capire, a porre attenzione all’essenziale, a non farci distrarre dal superfluo, a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità. Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto. Roma, San Giovanni in Laterano, 23 gennaio 2021, Vigilia della Memoria di San Francesco di Sales [1] Giornalista spagnolo, nato nel 1920 e morto nel 1971, beatificato nel 2010. [2] W. Shakespeare, Il mercante di Venezia, Atto I, Scena I. [3] Sermo 360/B, 20. 9 «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono Paoline e Paolini Apostoli comunicatori al servizio della Verità La Società San Paolo e le Figlie di San Paolo – istituti religiosi fondati all’inizio del XX secolo dal beato Giacomo Alberione, con la missione di essere testimoni e annunciatori della Parola di Dio nel mondo della comunicazione – fin dal 2006, in occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, organizzano la Settimana della Comunicazione con l’obiettivo di creare momenti di riflessione e condivisione intorno al tema e al messaggio proposto ogni anno dal Papa. In tutta Italia vengono organizzate iniziative pastorali e culturali che coinvolgono giornalisti e operatori della comu- 10 «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono nicazione, personalità del mondo ecclesiastico, artisti e personaggi dello spettacolo. Evento centrale della Settimana della Comunicazione è il Festival della Comunicazione, che ogni anno si svolge in una diversa diocesi italiana, con l’intento di coinvolgere in maniera attiva tutta la Chiesa e far emergere le tante valide risorse del territorio. Quest’anno, in via eccezionale – complice anche l’emergenza sanitaria –, il Festival sarà ospitato da due diocesi: la diocesi di Molfetta-Ruvo- Giovinazzo-Terlizzi, organizzatrice dell’edizione dello scorso anno, e la diocesi di Rieti che ospiterà il Festival nel 2022. Un’occasione speciale che si traduce concretamente in spirito di comunione tra due realtà ecclesiali che si uniscono per condividere gli stessi valori. Alle due diocesi va il nostro ringraziamento per aver accolto con coraggio ed entusiasmo la nostra singolare proposta, che risponde perfettamente all’invito del Papa di mettersi in movimento, uscire dai propri confini per incontrare e intercettare la verità delle cose, la vita concreta delle persone e le «energie positive che si sprigionano dalla base della società». Suor Cristina Beffa, fsp Don Giuseppe Lacerenza, ssp Referenti paolini del Festival della Comunicazione 11 12 Presentazione Quello di fare di necessità virtù è sempre un buon metodo. I limiti stimolano la creatività e costringono a trovare soluzioni alle quali non si sarebbe fatto ricorso. L’idea di un Festival della Comunicazione on-line fa senz’altro tesoro di questo buon senso, ma senza mettere da parte le suggestioni del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Dicendo “Vieni e vedi” Francesco invita a essere presenti, a recarsi sul posto, a consumare le suole delle scarpe. Chiede di far precedere il racconto dall’esperienza e non dal sentito dire. E questa volta l’esperienza è quella di fare i conti con la mediazione del digitale, con la «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono 13 capacità della rete di amplificare i racconti e la loro condivisione. Senza mettere tra parentesi i rischi e i condizionamenti, ma coltivando una consapevolezza: anche senza pandemia, la vita di ciascuno si svolge allo stesso tempo dentro e fuori dalla rete. In attesa di essere in presenza a Rieti nel 2022, proviamo ad attraversare i temi del Messaggio con l’aiuto di giornalisti e pensatori affini alla sua impostazione per la propria esperienza o secondo la propria riflessione. Brevi pillole quotidiane per far risuonare le parole del Pontefice, dalle quali lasciarsi sollecitare, per poi essere accompagnati dalla loro eco nei discorsi quotidiani, nel lavoro, nella lettura dei giornali, nell’uso dei social. Non solo i professionisti, ma tutti, perché, a ben vedere, ciascuno oggi è un comunicatore. 14 PROGRAMMA 19 aprile 2021 – ore 19 Conferenza stampa di presentazione del Festival della Comunicazione Partecipanti: Mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta Mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti Dott. Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione Suor Cristina Beffa, Figlie di San Paolo modera Sabrina Vecchi, Ufficio Comunicazioni Sociali Rieti Tutte le dirette dai canali fb.me/festivaldellacomunicazione youtube.com/user/comsocmolfetta youtube.com/user/FrontieraTV 15 Quei dettagli di cronaca nel Vangelo 1 maggio 2021 – ore 19 Lidia Maggi // Lettura biblico-spirituale del messaggio del Papa Pastora battista e biblista, Lidia Maggi attraversa l’Italia per far conoscere le Scritture. È impegnata nella formazione e nel dialogo ecumenico. Autrice di numerosi volumi, collabora con diverse riviste cattoliche e protestanti Consumare le suole delle scarpe 3 maggio 2021 – ore 19 Antonio Mira // Il racconto in prima persona Inviato speciale della redazione romana di «Avvenire», segue per il giornale dossier di approfondimento. Si occupa dei rapporti tra politica e ambiente curando inchieste sui temi dell’illegalità ambientale «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono 16 Opportunità e insidie nel web 4 maggio 2021 – ore 19 Marco Carrara // La comunicazione dai social alla TV Intervista: Giuseppe Musardo, Società San Paolo Autore Tv ed esperto social, Marco Carrara conduce il programma televisivo Timeline Focus, in onda su Rai 3, dove cura anche la rubrica del Moviolone nel programma Agorà 5 maggio 2021 – ore 19 Paolo Benanti e Fabio Bolzetta // Come cambia la comunicazione Francescano del Terzo Ordine Regolare, Paolo Benanti si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, con uno sguardo particolare sull’impatto dell’era digitale Giornalista inviato e conduttore di Tv2000, Fabio Bolzetta è uno dei volti del telegiornale della rete. È presidente dell’Associazione WebCattolici italiani. Ha scritto il libro ‘Voci dal Terremoto. Storie tra macerie e rinascita per non dimenticare’ 17 6 maggio 2021 – ore 19 Tavola rotonda // Consumare le suole delle scarpe: giornalismo e prossimità interverranno: Giulio Albanese, padre comboniano e giornalista Vania De Luca, giornalista vaticanista Tg3 e Presidente UCSI Maurizio Di Schino, giornalista inviato di TV2000 Stefano Lampertico, direttore di «Scarp de’ tenis» Modera: Nicola Ferrante, giornalista di TV2000 8 maggio 2021 – ore 19 Vincenzo Marinelli e Adriano Bianchi // Le opportunità del web: i social e il loro corretto utilizzo Incontro con gli animatori della comunicazione Teologo della comunicazione, don Vincenzo Marinelli è un sacerdote della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi Responsabile diocesano per la Comunicazione della diocesi di Brescia, don Adriano Bianchi è stato presidente nazionale dell’Associazione cattolica esercenti cinema e presidente nazionale della Federazione italiana settimanali cattolici «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono 18 Grazie al coraggio di tanti giornalisti 10 maggio 2021 – ore 19 Fulvio Scaglione // L’esperienza di corrispondente estero Giornalista, già vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui ha varato l’edizione on-line, è stato corrispondente da Mosca e ha seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente 11 maggio 2021 – ore 19 Paolo Borrometi // Raccontare senza paura Vice direttore dell’Agi e direttore della testata giornalistica La- Spia.it da lui fondata. L’attività del sito costa a Borrometi alcune minacce dalla criminalità organizzata. Dopo un’aggressione e l’incendio della porta di casa, vive sotto scorta dei Carabinieri «Vieni e vedi» (Gv 1,46) Comunicare incontrando le persone dove e come sono 19 Nulla sostituisce il vedere di persona 13 maggio 2021 – ore 19 Alessandro Poggi // Come comunica papa Francesco Giornalista, ha lavorato in diverse trasmissioni della Rai. Dal 2020 fa parte dell’équipe della trasmissione Agorà. Per Titolo V, su Raitre, ha curato l’editoriale “L’Italia dal Poggiolo” 14 maggio 2021 – ore 19 Premio letterario don Tonino Bello // Proclamazione poeti e giornalisti vincitori. Interverranno: Mons. Domenico Cornacchia, vescovo Luigi Sparapano, direttore settimanale Luce e Vita Gianni Antonio Palumbo e Roberta Carlucci, comitato premio don Angelo Mazzone, presidente “Stola e grembiule” aps 15 maggio 2021 – ore 19 Veglia di preghiera: “Vieni e vedi” 16maggio 2021 – ore 19 Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali Intervento conclusivo di Mons. Domenico Pompili
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