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Dimissioni, polemiche accuse: un mese ad alta tensione sul filo del rasoio
15 settembre 2015

È stata un’estate incandescente per l’amministrazione Natalicchio, arroventata da una lunga, interminabile serie di polemiche interne alla maggioranza e sfociata il 17 luglio nelle dimissioni del primo cittadino. Dimissioni ritirate poi solo il 31 luglio, dopo che il consiglio comunale ha approvato il bilancio e dopo un lungo, profondo chiarimento politico con il Partito democratico, che ha interessato anche i vertici nazionali, sin dalle primissime battute in prima linea nel monitorare la crisi politica. Crisi generata da un lunghissimo periodo di tensioni interne dovute a dissidi su temi come urbanistica, socialità, gestione del caso Porto e inasprite ulteriormente dal caso Multiservizi (nel dicembre 2014 Piero de Nicolo è stato costretto a lasciarne la presidenza a causa di un incauto scivolone dovuto all’assunzione provvisoria del figlio della consigliera Raffaela Ciccolella) e dell’addio di Guglielmo Minervini al Pd con il conseguente congresso lampo di maggio e la nuova segreteria de Nicolo- Annalisa Altomare. Dopo le regionali il Pd ha richiesto a gran voce il rimpasto (non riconoscendo più gli assessori Giovanni Abbattista, politico e Rosalba Gadaleta, tecnico) scontrandosi però con il rifiuto del sindaco. La situazione è precipitata il 2 luglio quando il Pd ha chiesto a Tommaso Spadavecchia, suo assessore allo sport e al commercio di rassegnare le dimissioni che una volta presentate al sindaco sono state dichiarate irrevocabili dal direttivo del partito. Il Pd a quel punto si è costituito come forza politica estranea alla maggioranza alla quale ha garantito un appoggio esterno. Secondo Paola Natalicchio una posizione inaccettabile, finalizzata solo a logorare l’amministrazione per preparare il ricorso alle urne in un secondo momento. Così nell’ultimo vertice di maggioranza, il sindaco si è rifiutata di far visionare il bilancio (che doveva necessariamente essere approvato entro il 30 luglio) a de Nicolo che a sua volta ha chiesto al suo partito di non votarlo, non potendo condividerlo. A quel punto i margini per ricomporre la frattura si sono sensibilmente ridotti, mentre il Pd ha continuato a far sapere di attendere un riequilibrio in giunta e preteso una maggiore sensibilità ad alcuni rilievi critici sull’attuazione del programma. Sono stati quindi aperti altri tavoli di maggioranza col primo cittadino, che sotto la pressione delle circostanze ha deciso di concedere il tanto richiesto rimpasto. Ma il 16 luglio nuovi venti hanno soffiato sul braciere della crisi. In un incontro pubblico convocato dal titolo Le confessioni di un pentito: una città senza programmazione, senza anima, senza futuro, Lillino Di Gioia ha lanciato accuse pesantissime nei confronti del primo cittadino e dell’amministrazione tacciandoli di inettitudine e incapacità politica. Di Gioia non ancora iscritto al Pd, ne rappresenta però un’anima importante e i suoi affondi uniti alle dimissioni di Annalisa Altomare da presidente della delicata commissione urbanistica hanno spinto Paola Natalicchio a gettare la spugna e a lasciare la poltrona di primo cittadino. La notizia delle sue dimissioni (lanciata da Quindici online venerdì 17 luglio) ha subito fatto il giro della città per poi rimbalzare su tutti i media nazionali. Moltissimi sono stati i messaggi di vicinanza politica espressi nei confronti di Paola Natalicchio da semplici cittadini e da dirigenti politici nazionali. Gli appelli di solidarietà sono andati tutti in un verso: comprensione delle difficoltà patite negli ultimi mesi alla guida del Comune, ma allo stesso tempo richiesta di revoca delle dimissioni. I sostenitori del sindaco sono stati attivissimi sui social network, Facebook in particolare, dove il gruppo “Paola non mollare” ha raggiunto in poche ore quasi 2.000 like e sulla piattaforma change.org dove gli utenti lanciano petizioni a sostegno di battaglie etiche e politiche (in questo caso il ritiro delle dimissioni del sindaco, appunto, per il quale era possibile firmare). Ma lunedì 20 luglio è sembrata suonare la campana a morto per l’amministrazione Natalicchio. Il sindaco in affollatissima conferenza stampa tenutasi presso la fabbrica S. Domenico (al cospetto di numerose tv e giornali nazionali) ha lanciato accuse durissime nei confronti dei vertici del Pd cittadino (Annalisa Altomare e Piero de Nicolo in testa) tacciandoli tra le altre cose “di aver terremotato” il sindaco, di aver destabilizzato l’amministrazione “per due poltrone” e di far politica utilizzando il manuale Cencelli. Al termine della conferenza Paola Natalicchio ha posto come unica condizione possibile per il proseguo dell’esperienza amministrativa, l’azzeramento dei vertici cittadini del partito. Il Pd a quel punto ha tenuto (il giorno seguente) un direttivo alla presenza del segretario provinciale Ubaldo Pagano nel quale ha rinnovato la fiducia al sindaco, ma allo stesso ha confermato in pieno la segreteria. Si è aperta quindi una cabina di regia nazionale, voluta direttamente dal segretario Matteo Renzi, che ha coinvolto in prima linea Debora Serrachiani a Roma (vicesegretario nazionale del partito) e Michele Emiliano e Antonio De Caro in Puglia. E’ stato chiesto al sindaco di ritirare le dimissioni, rinunciare alla richiesta di azzeramento della dirigenza cittadina del partito e di concedere il rimpasto. Come contropartita il Pd ha accettato di votare il bilancio, pur non avendolo di fatto visionato, dichiarando di non condividere più pubblicamente gli affondi polemici di Lillino Di Gioia e Annalisa Altomare (e anzi di dissociarsene nel caso questi dovessero proseguire) e di sostenere fino al 2018 l’amministrazione. A sancire il rinnovato accordo è stato il consiglio comunale di giovedì 30 luglio (approvazione del bilancio con maggioranza compatta) e la conferenza stampa del 4 agosto alla presenza del sindaco e dei vertici cittadini, regionali e nazionali (presente Debora Serrachiani) del Pd.

Autore: Onofrio Bellifemine
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