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Dimissioni del Sindaco di Molfetta Paola Natalicchio: Democrazia è Partecipazione (Guglielmo Minervini) accusa i “traditori” del Pd e chiede di riprendere il cammino interrotto. Il caos nel Pd «Un blitz per far cadere questa amministrazione e aprire, al prossimo appuntamento elettorale, scenari inquietanti di bieco trasformismo e di ritorno al passato, con i soliti personaggi protagonisti delle peggiori stagioni politiche nella nostra città, a voler muovere le fila»
05 maggio 2016

MOLFETTA – Anche Democrazia è partecipazione il movimento politico che fa capo a Guglielmo Minervini commenta le dimissioni del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e il comportamento dei “traditori” del Pd (Annalisa Altomare, Lia De Ceglia, Sergio De Pinto e Roberto La Grasta), a cui si aggiungerebbe Ignazio Cirillo che fa riferimento a Tommaso Minervini. Quest’ultima defezione farebbe pensare a un coinvolgimento dello stesso Tommaso nel progetto del grande centro, nel quale lui aspirerebbe alla carica di sindaco, che, però, gli verrebbe contesa da Saverio Tammacco che è passato dal centrodestra al centrosinistra ed è in attesa di un riconoscimento politico da parte del segretario regionale del Pd, Michele Emiliano.

«Le dimissioni del sindaco di Molfetta  Paola Natalicchio, protocollate lo scorso 30 aprile, impongono una doverosa riflessione a tutte le forze politiche che compongono la maggioranza a sostegno dell’amministrazione di centrosinistra eletta democraticamente nel 2013.

A questo proposito è apparsa ai nostri occhi comprensibile la scelta del sindaco (di fatto annunciata nella massima assise cittadina e formalizzata l’indomani) di rimettere il suo mandato dinnanzi ad un fatto politico nuovo che non poteva lasciare indifferenti, e cioè il mancato sostegno alla manovra fiscale da parte di ben cinque consiglieri di maggioranza (Annalisa Altomare, Ignazio Cirillo, Lia De Ceglia, Sergio De Pinto e Roberto La Grasta) che, in tal modo, hanno esplicitamente manifestato la scelta di uscire dalla compagine politica a sostegno dell’amministrazione, tradendo così il patto sottoscritto con gli elettori nel giugno del 2013.

Dinnanzi a questo fatto politico incontestabile non si poteva rimanere indifferenti.

Ma, allo stesso modo, riteniamo non si possa rimanere indifferenti dinnanzi alla semplice constatazione che nell’Aula “Gianni Carnicella”, e cioè nel consesso istituzionale più solenne della nostra città, si è manifestata una maggioranza di consiglieri comunali – tutti eletti nella fila del centrosinistra – intenzionati a rispettare fino in fondo il mandato ottenuto dagli elettori, sostenendo l’amministrazione guidata dal sindaco Natalicchio fino alla scadenza naturale del 2018.

Quel che è emerso con chiarezza in Consiglio Comunale è stato il fragoroso fallimento di quello che è apparso ai più come un blitz per far cadere questa amministrazione e aprire, al prossimo appuntamento elettorale, a scenari inquietanti di bieco trasformismo e di ritorno al passato, con i soliti personaggi protagonisti delle peggiori stagioni politiche nella nostra città, a voler muovere le fila.

E’, questo, un elemento politico di fondamentale importanza che non può essere ignorato.

Oggi esiste una maggioranza in Consiglio Comunale che può rappresentare l’architrave su cui costruire un nuovo patto di coalizione per portare a compimento il programma elettorale del 2013 e sottoporre, poi, i risultati conseguiti al vaglio insindacabile del corpo elettorale.

Per questo riteniamo che, nel tempo che la legge contempla prima che le dimissioni del primo cittadino diventino efficaci, ci sia lo spazio per una iniziativa delle forze politiche e dei consiglieri comunali che intendono proseguire questa straordinaria esperienza amministrativa, affinchè si possano raccogliere nei prossimi mesi i frutti di tutto quanto di buono è stato seminato dal 2013 in moltissimi campi, evitando così alla città oltre un anno di commissariamento che rappresenterebbe, obiettivamente, una sciagura per la nostra comunità.

Esistono ancora tutte le condizioni politiche perché il centrosinistra, ripensando se stesso e senza alcun cedimento a trasformismi o a operazioni di palazzo, rilanci la sua attività politica e amministrativa, portando a compimento i tanti progetti nei più svariati ambiti (dal sociale alle opere pubbliche, da governo del territorio all’ambiente, passando per il commercio, lo sviluppo economico, la cultura, l’impiantistica sportiva e tanto altro ancora) sui quali il Sindaco e la sua Giunta hanno alacremente lavorato in questi mesi.

La città non capirebbe se lasciassimo il nostro lavoro a metà. 

Per questo noi faremo fino in fondo la nostra parte, non potendoci rassegnare al fallimento di questa esperienza politica guidata da Paola Natalicchio che ha rappresentato e – ci auguriamo – potrà continuare a rappresentare una straordinaria occasione di riscatto e rilancio per la nostra Molfetta».

Negli ultimi tempi i rapporti fra Paola Natalicchio e Guglielmo Minervini si erano un po’ raffreddati, anche perché quest’ultimo non ha gradito la sostituzione dell’assessore Giovanni Abbattista, per far posto ad un altro assessore del Pd, che sembrano essere sempre affamati di poltrone. Ma la necessità di riportare l’equilibrio fra le forze politiche e la serenità (che non è servita) all’interno del Pd, imponeva il rimpasto.
Oggi la situazione è cambiata, il segretario del Pd, Piero de Nicolo, che non riesce più a controllare la situazione e soprattutto a garantire l’unità, continua a fare il pesce in barile e smentisce perfino quello che approva in assemblea, cioè il deferimento alla commissione di garanzia dei 4 “traditori”. Insomma, il Pd sembra nel caos più competo. Si ha l’impressione che difficilmente la situazione potrà essere ricomposta.

Si sono mossi tutti troppo tardi, sia Minervini sia De Nicolo, quando la corda si è già spezzata.

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