MOLFETTA - Due appuntamenti a Molfetta a cura di Digressione music, per conoscere, ricostruire un passato glorioso, riflettere sul presente. “I suoni del barbiere” giovedì 16 marzo ore 20.15 presso la sala ricevimenti Corte degli Aranci a Molfetta l'Accademia Mandolinistica Pugliese con il corpo di ballo dei maestri Raffanelli/Rossello e i loro allievi faranno rivivere l'atmosfera, la musica ed il ballo degli anni passati. Venerdì 17 marzo ore 20.15 “Melodie dolenti” presso la chiesa San Pietro a Molfetta l'Accademia Mandolinistica Pugliese eseguirà le marce funebri tradizionali nella trascrizione a plettro di Sabino Andriani.
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I SUONI DEL BARBIERE
E non mancava pure dal barbiere l'amen gruppetto dei frequentatori che dopo pranzo e nelle tarde sere con le chitarre e i mandolini canori suonavano operette intere intere o certi stornelli rubacuori e tra una canzonetta e uno strambotto leggevasi la smorfia per il lotto.
(Sergio Azzollini, "Il borgo", 1936)
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I versi di Sergio Azzollini, scrittore e librettista molfettese vissuto nella prima metà del '900, illuminano icasticamente un frammento di vita di quegli anni ancora poco noto eppure estremamente significativo. Le chitarre e i mandolini, con il loro repertorio basato su fantasie, trascrizioni operistiche e marce funebri, serenate e musica da ballo (valzer, mazurke, polke, one-step e persino piccoli swing), hanno profondamente innervato il tessuto sociale e musicale della Puglia e in particolare di Molfetta tra l'800 e il '900. Non vi era infatti paese pugliese in cui non si trovasse un barbiere "mandolinista", un circolo mandolinistico o vere e proprie orchestrine a plettro capaci di elaborare in formule innovative i prodotti culturali provenienti dai centri della cultura nazionale ed europea e di mediare tra istanze sociali e musicali eterogenee, riproponendole non di rado in formule semi-professionistiche.
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Molfetta nel primo scorcio del '900 riluceva per vivacità culturale e dinamismo sociale. In quegli anni la musica risuonava continuamente per le vie della città. Le stagioni teatrali prima al Teatro Comunale poi al Politeama Attanasio e infine al Teatro La Fenice avevano diffuso in tutta la città la passione per l'opera lirica richiamando artisti e direttori di fama nazionale e suscitando l'interessata curiosità degli impresari del Petruzzelli di Bari. Furono però soprattutto i barbieri i principali animatori della vita mandolinistica molfettese. Le sale da barba di Tommaso De Simone, Luigino Spadavecchia, Corrado Giancaspro ("mèst Cherrare u gobbe") erano le sedi deputate all'organizzazione dell'intrattenimento cittadino. Il barbiere mandolinista più rinomato era però Sabino Andriani che, insieme a Damiano Lisena, diede vita negli anni '30 ad un rinnomato quartetto a plettro "classico" che più volte riusci a registrare puntate radiofoniche presso la sede EIAR di Bari (antenata dell'odierna RAI).
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