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Difendiamo l'etichetta  
15 aprile 2007

Ogni anno ad inizio della raccolta il solito ritornello: previsioni ottimistiche sulla qualità, più realistiche sulla quantità, completamente incerte sul prezzo. A posteriori nessun commento se non le nude cifre che scopriremo, sconfesseranno il più delle volte le inattendibili previsioni così tempestivamente fornite all'inizio. Gli oli hanno riposato quanto basta e sono ormai in giro sulle tavole di mezzo mondo. E'tempo di concorsi e di valutazioni, gli oli sfileranno nelle varie commissioni e saranno valutati dagli esperti che emetteranno il loro giudizio. Ma in fondo a noi cosa importa, questa è roba per consumatori che arrivano spendere per una bottiglia non meno di 8 o 9 euro, roba per quelli del nord, per turisti curiosi o per raffinati gourmet. Noi invece, l'olio lo compriamo da chi sappiamo: dal nostro contadino di fiducia, o dalla cooperativa quella a cui magari conferiamo le olive del nostro piccolo fazzoletto di terra. Basta tutto questo per rassicuraci sulla qualità di quello che consumiamo in così abbondante quantità? Quali strumenti ha il consumatore per capire se quello che si appresta a comprare o a consumare corrisponde a un prodotto di qualità., quali le certezze sulla sua provenienza?. La legislazione europea in merito sembra più orientata a salvaguardare gli interessi dei grossi produttori più che quelli dei piccoli, a difendere i grossi monopoli piuttosto che le piccole produzioni di qualità. Le ultime disposizioni poi annullano tutti gli sforzi fatti per dare una sicura “tracciabilità” dell'olio specie sulla sua origine e provenienza. La legge 204 del 2004 approvata dall'intero parlamento italiano, dopo un'iniziativa popolare della Coldiretti, stabiliva l'obbligo di indicare l'origine geografica (“prodotto in Italia”), una legge a tutela quindi dei consumatori ma anche dei produttori. Questa legge rischia di essere ridimensionata per la pretesa necessità di allinearsi alle disposizioni dell'Unione Europea, che ritiene che riportare in etichetta l'origine degli alimenti e quindi anche dell'olio, sia di ostacolo al libero mercato e alla concorrenza. Il disegno di legge comunitaria, prevede l'abrogazione per alcuni articoli (olio,pasta, bevande,carni bianche ed altri prodotti) della dicitura “Italiano”, mentre resta per il momento su prodotti ortofrutticoli, latte fresco, pesce,carni bovine, miele e uova. Come si vede una minaccia gravissima per la qualità e la diversità della nostra alimentazione. La Coldiretti e Slow Food hanno già chiesto ai parlamentari italiani di tutti gli schieramenti politici, di intraprendere una decisa azione da estendere a tutti i paesi dell'Unione Europea, a difesa delle identità agro-alimentari. In sostanza si chiede di conoscere almeno l'origine dei prodotti che mangiamo, rivendicando il diritto di poter scegliere il prodotto che più valorizza qualità, tradizione e identità, il prodotto che più ci piace e offre garanzie di benessere e salute. Vi sembra molto? Difendiamo l'etichetta.
Autore: Pasquale Porcelli
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