Dall'approvazione del bilancio al Pai ecco come cambia la nostra città
Cronaca dei consigli comunali
Molfetta prova a cambiare, guarda oltre e si lascia alle spalle un altro pezzettino di passato grazie all’ultimo consiglio comunale tenutosi giovedì 5 dicembre. Approvato il bilancio di previsione 2013: raggiunto il pareggio, messa una toppa ai buchi lasciati dall’ex sindaco sen. Antonio Azzollini e compagnia (quasi 2,5 milioni di euro), aumento obbligato dalle direttive statali della Tares; Irpef e Imu (aumentato ripetutamente negli anni del centrodestra) immutate. L’assessore al Bilancio, la brava Angela Amato e tutta l’amministrazione, sono riusciti a trovare una via d’uscita a una situazione che si stava facendo sempre più complicata. La favola azzolliniana dei bilanci virtuosi, esemplari, ineccepibili che chiudevano sempre con forti avanzi e lasciavano le casse comunali sane e piene, era andata in frantumi da tempo. Aveva lasciato il posto, però, a emergenze di una criticità allarmante e che richiedevano una risposta immediata. La nuova amministrazione guidata dal sindaco Paola Natalicchio è riuscita a rimettere a posto i conti, a non aumentare le tasse (se si fa eccezione, come detto, all’obbligato aumento della Tares, pretestuosamente impugnato da un’opposizione inconcludente e irresponsabile), a impegnare nuove risorse sulle municipalizzate (ASM e MTM) da anni al collasso, e a fare luce sulle menzogne propagandate nell’era del senatore Azzollini. Le municipalizzate, appunto, saranno rilanciate mentre i posti di lavori di chi vi è impiegato sono stati già messi al sicuro. E’ pronto un nuovo piano per i trasporti pubblici, con il park and ride per lo shopping natalizio già attivo, e uno per il rilancio del commercio cittadino. Si è toccato anche il nodo delle nostre scuole. Sicure, moderne, avveniristiche, invidiateci da mezza Europa. Ne ha parlato di continuo, l’arrembante e dimentico Mariano Caputo (Molfetta Futura): assessore muto e decorativo sotto l’amministrazione Azzollini, ora ha ritrovato voce e grinta ma ha perduto la memoria. Purtroppo gli istituti scolastici dei quali racconta sono immaginari e da fare c’è tantissimo. I consiglieri Raffella Ciccolella e Roberto La Grasta (entrambi Pd) hanno chiesto un maggiore impegno in futuro, per arredo scolastico e messa in sicurezza. Il sindaco ha proposto una campagna bipartisan sulle condizioni non esaltanti dell’Apicella, sede dell’alberghiero. L’eredità politica del passato, dunque. Sembra questo il filo conduttore dei consigli comunali dell’ultimo mese. Se con l’approvazione del bilancio si sono rimessi i conti a posto, con la decisione di non riassumere il giudizio dell’Autorità di Bacino, si è salvato il territorio da possibili rischi idrogeologici. Il 25 novembre il Consiglio Comunale ha deciso: resta valido, il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) adottato dall’Autorità di Bacino nel 2009, contro il quale l’amministrazione di Antonio Azzollini aveva fatto ricorso prima presso il TSAP (tribunale superiore delle acque pubbliche) e poi in Cassazione. Una battaglia legale costata alle casse comunali oltre 200.000 euro. La sciatta e scalcagnata irresponsabilità della destra cittadina è stata fotografata dall’intervento di Ninnì Camporeale (Pdl) che nella sua arringa a favore del prolungamento del contenzioso, ha tagliato corto con la serie di perizie tecniche di ingegneri e docenti universitari che si stava leggendo in aula, con un intervento risolutivo e incredibile: “Molfetta ha il mare e quando piove l’acqua va lì”. Il sindaco Paola Natalicchio ha spiegato la decisione dell’amministrazione con pacata chiarezza, rifuggendo da semplificazioni ideologiche e polemiche strumentali: “Non ci sto alla caricatura della mia amministrazione divisa tra ambientalisti talebani da una parte e produttività e sviluppo dall’altra. L’opposizione presenta un modello ideologico ottocentesco ormai superato: quello della destra che parla con gli imprenditori e della sinistra che parla con gli ambientalisti. Il nostro è un modello diverso. Noi abbiamo consumato le suole delle scarpe per parlare con gli imprenditori del nostro territorio. Non c’è più dicotomia tra ambiente e sviluppo. Questo è un centro sinistra nuovo, moderno che guarda al futuro. Serve serietà quando si affrontano queste questioni. Sui livelli di rischio del nostro territorio c’è un’autorità indipendente che sancisce le regole: vanno rispettate perché quando accadono casi come quelli degli allagamenti di Ginosa e Olbia, paghiamo tutti. Ora inauguriamo periodo di collaborazione istituzionale e pacificazione dopo anni di cause e carte bollate. Per la vicenda del PAI Molfetta ha speso quasi 200.000 euro, tanto sono costati i contenziosi. Ora questa stagione è finita”. Parole nelle quali non ci si può non ritrovare dopo il week end critico registrato tra il 30 novembre e il 1 dicembre, quando le strade della nostra zona industriale si sono trasformate in laghi artificiali, pronti a travolgere dipendenti incolpevoli che lì ci lavorano e automobilisti malcapitati. Ora ci sono delle regole. Andranno rispettate. L’opposizione ha parlato di folle di imprenditori pronti a investire a piene mani sul nostro territorio e ora non più, di multinazionali che prima battagliavano tra di loro pur di occupare uno spicchio di terra nella nostra zona industriale mentre adesso rinunceranno e di migliaia di posti di lavoro che andranno persi. La realtà è un’altra. Più piccola e più triste: la città è stritolata da una tremenda crisi economica che si è abbattuta come una mannaia sull’economia del mondo occidentale e Pai o non Pai le imprese falliscono e gli operai finiscono in strada. Non è cancellando le regole a tutela del territorio che si può innescare nuovamente lo sviluppo economico. In generale, comunque, nei quattro consigli comunali che “Quindici” unico media locale ha seguito e raccontato (18 novembre, 25 novembre, 29 novembre, 5 dicembre) ha sorpreso la superficialità arrogante, cieca e irresponsabile di una destra cittadina che non conosce competenza, lucidità e abilità progettuale ma solo il linguaggio del bullismo politico. E così, prima un po’ divertiti, poi un po’ perplessi e alla fine enormemente seccati abbiamo assistito alla sceneggiate folkloristiche di Mariano Caputo, alle sfuriate isteriche di Ninnì Camporeale, alle accuse vuote e fatue di Carmela Minuto (che ci ha spiegato in occasione dell’ultimo consiglio comunale che la crisi dei nostri mari è determinata dal tonno rosso “che mangia tutti i pesci e non si può pescare”, dimenticando che questa è una specie in via d’estinzione). Indimenticabile l’avvilente spettacolo del 18 novembre: consiglio comunale trascinato sino a tarda notte da un ostruzionismo pretestuoso, inconcludente e irresponsabile finalizzato a posticipare la discussione sul Pai (che trattava, come detto, del bene del nostro territorio!) e poi revocato in fretta e furia quando le lancette dell’orologio si addentravano un po’ troppo nella notte (la “democrazia del pigiama” l’ha chiamata il sindaco Paola Natalicchio”). Ma i contenuti non ci sono e la strampalata compagine consigliare guidata ormai da Mariano Caputo, rischia di pagare il clima da campagna elettorale permanente, con un crollo di consensi. Intanto Molfetta si incammina sicura sulla strada del cambiamento. Diventa pian piano più pulita, sicura e vivibile. Perché il nostro sindaco ha ragione: “Abbiamo una voglia pazza di non parlare più del passato”
Autore: Onofrio Bellifemine