Cronaca degli scavi al Pulo nel 1909 dal diario di don Francesco Samarelli (II parte)
Ritornato a Molfetta don Francesco Samarelli riprende a collaborare col sen. Mosso e non tralascia di percorrere il territorio rurale di Terlizzi e Bisceglie alla ricerca di altre testimonianze preistoriche, come in eff etti avverrà con la scoperta del dolmen di Albarosa a Bisceglie. Continuiamo la lettura del diario: 29 giugno 1909 - Vado in campagna ad onorare la festa di San Pietro, e me ne vado in giro nelle ore pomeridiane. Prima visita è già nella piccola grotta che fa sul versante destro del torrente nelle siepi proprio dove mette adito del fondo Frisari. Trovo un pestatoio, pochi avanzi di ceramica ed una speciale ascia di rame rossa. Sull’altura mi convingo che è un piatto non di epoca anteriore al Neolitico ma ha tutte le impronte la ceramica di appartenere alla età della terramare. Questa la mia opinioni e ritratto ciò che dissi sul Pulo e Navarino a pagina 38. 18 luglio 1909 - Ieri ritornò il Senatore a Molfetta. E oggi ci siamo recati a Terlizzi a vedere le due stazioni Neolitiche ritrovate dall’amico Michele Quercia. S’ottiene il permesso dal Signor Avv. Antonio de Sario di lavorare nel suo podere ed il Senatore mi assegna l’incarico e la direzione dei lavori di scavo. 19 luglio 1909 - Mi sono recato con 7 operai a Monte Verde (Terlizzi) nelle ore di riposo recandomi coll’amico Quercia in giro per la contrada Foggia ho riconosciuta un’altra stazione neolitica nella tenuta [……….] di S. Giorgio. Proprietà del sig. Avv. Nicola Guastamacchia. Si è ritrovato d’importante nel fondo de Sario una quantità di cocci di vaso da potersi ricostruire. 24 luglio 1909 - Sono passato a lavorare a Cicolito fondo del signor Giuseppe Scagliola. Poco si riscontra d’importante, ma la stazione doveva essere in gran parte sul fondo superiore del farmacista. 28 luglio 1909 - I primi operai passano di nuovo a Monte Verde nel fondo dell’Ammiraglio Gargano e nei mesi aggiunti pensano a colmare le fosse di Cicolito. Nel fondo Gargano come monumento megalitico si è rinvenuto un scrario betilico nella fossa 41a. 3 agosto 1909 - Sono a lavorare nel fondo del signor Antonio Pasquale nel mandorleto attiguo alla stazione (Navarino), fondo del Signor Corrado de Dato. Su questo fondo pur essendoci un’abbondanza di cadaveri non corrispondenti all’epoca Neolitica come si sospettava, fa oggetto di studio a determinare ed a diradare il dubbio che esisteva. Su questo fondo ho esaminato tracce di un dolmen che mi hanno portato ad altre scoverte, nelli stessa giornata nella contrada la Chianca è un grande dolmen. La sera istessa gliel’ho detto al Senatore recandomi al Pulo. Vi era il Prof. Gervasio Direttore del Museo di Bari, l’ing. Landolfo Alessandrino dell’Istituto Geografi co di Firenze che accudisce ai rilievi della Necropoli, li trovai a tavola, e partecipo un pochino con loro a cena facendo applausi il Senatore al dolmen rinvenuto. Il giorno 6 tutti ci rechiamo sotto una torrenziale pioggia ad esaminarlo, sono più volte baciato ed abbracciato dal Senatore sul posto. A Bisceglie sturaccia una bottiglia di Moscato. Il giorno 10 si ritorna in campagna ed io regalo all’Ingegnere Alessandrini 2 asce di basalto per il piccolo dono dell’acquerello del Dolmen. Il giorno 12 dopo ci recammo a Ruvo a caricare i gliches andammo a fotografare il betile di Monte Verde e la sera partì il Senatore da Molfetta chiamandomi il divinatore della preistoria Pugliese. 3 settembre 1909 - E’ la prima volta che mi presento per imputato e oggi nella Pretura sono costretto comparire, citato dal Pretore per incarico dell’Ispettore Quintino Quagliati, quale contraventore della legge art. per ricorso avuto dal signor Quercia. Mi difese l’Avv. Ilarione Poli e si sono presentati testimoni Michele Gervasio ed il caporale dei lavori Tommaso Farinola. Sono stato assolto per inesistenza di reati ed ero nel tempo che eseguivo i lavori una persona positiva perchè il Senatore mi teneva per suo assistente. 18 settembre 1909 - Mi sono recato in campagna con lo zio Pietro, ed io mi sono dato alla solita escursione. Entrato nella grande masseria d’Albarosa mi sono incontrato col fittuario del fondo sig. Freda Gennaro, gli ho interrogato se sapeva indicarmi pietre elevate, ma nulla seppe dirmi. Girando a bell’ozio nel fondo io scorgo della ceramica neolitica, mi sento già vittorioso di una conquista. Nella zona che si determina la stazione Neolitica ( che dista un ½ kilom. dal Dolmen della Chianca) vi è una enorme specchia di 72 metri. In questa specchia osservo delle grandi lastre di pietra 6 ottobre 1909 - Sto con 2 operai sulla specchia e lavoro, i risultati mi sembrano lusinghieri, il 7 ritorno. 21 ottobre 1909 - Sono ritornato con gli altri operai e continuo a lavorare fi no al giorno 22. Io credo di trovarmi dinanzi ad un tumolo sepolcrale. 11 novembre 1909 - Mi reco con l’amico Sergio Fontana e Felicetto Mezzina per rilevare delle fotografie di questo tumolo sepolcrale. Qui termina la cronaca del diario del 1909. Nel marzo del 1910 il Samarelli scopre la stazione neolitica di Torre di Pettine. Con la morte del sen. Mosso nel 1910 hanno termine gli scavi al Pulo e il Samarelli diviene il referente di quella fase storica nell’ambito locale curando in seguito conferenze o visite guidate rivolte sia alla cittadinanza sia ai vari studiosi che si aff acciavano a Molfetta attratti dalla pubblicità che la stampa dette a quel tempo alle scoperte archeologiche (Fine). Corrado Pappagallo