Covid, siamo in zona bianca e tornano i concerti
Finalmente l’Italia diventa zona bianca e si riaprono i concerti, dopo le chiusure della pandemia Covid. Per le Inchieste di “Quindici” abbiamo pensato di fare delle interviste su questo argomento, che interessa soprattutto i giovani. Ecco le domande che abbiamo rivolto: 1) A giugno sono ricominciati, seguendo le normative, i concerti live e gli spettacoli teatrali all’aperto. Prevedete quest’estate di andare ad un concerto, avete preso i biglietti? 2) Ci sono stati biglietti acquistati in anni precedenti che purtroppo sono stati cancellati, o rimandati? 3) L’idea di tornare a fare una cosa che fino a due anni fa era normalissima piace o spaventa? FRANCESCA, 29 ANNI, LAVORATRICE 1/2. Premetto il fatto che io avevo comprato due biglietti per due dei miei cantanti preferiti un anno e mezzo fa, ma purtroppo entrambi sono ovviamente stati rimandati e ancora non si sa quali saranno le nuove date. Per questi due concerti quindi, mi tocca ancora aspettare, ma se dovesse capitare qualche piccolo evento a Molfetta o in qualche città limitrofa, io sarò assolutamente una delle prime persone a partecipare, semplicemente perché mi sono davvero stancata di questa situazione. Sento di aver praticamente perso quasi due anni della mia vita. Le vite di tutti sono diventate troppo monotone, posso dire che ormai stiamo sopravvivendo, non vivendo. 3. Io mi sento di dire semplicemente che dovremmo iniziare ad abbattere la paura di “entrare in contatto con l’altro”. So che la pandemia non è finita e so anche che bisogna stare attenti a questa nuova variante Delta, ma credo che di questo passo la popolazione italiana e in generale quella mondiale, subirà grossi danni psicologici, alcuni anche irreparabili. MARCO, 22 ANNI, STUDENTE UNIVERSITARIO 1/2. È improbabile che qualcuno abbiaacquistato biglietti per concerti in quest’ultimo periodo, perché nonostante siano stati organizzati alcuni piccoli eventi, la gente ha ancora paura, o se non ha paura, non si è ancora riabituata a stare tra la gente. Infatti, dei concerti di cantanti “più importanti” ancora non si hanno notizie, oppure le date sono uscite, ma si riferiscono tutte all’estate del 2022. Io, ad esempio, ho acquistato il biglietto per il concerto di James Blunt a Padova, ma la nuova data è del 22 marzo 2022. Il rischio di allontanare le date dei concerti così è che le persone tra un anno magari non saranno più interessate a quel cantante. 3. Certo che l’idea di tornare ai concerti spaventa. Tra noi ragazzi, tantissimi hanno contratto il Covid e questo significa che hanno dovuto fare la quarantena e quindi il loro corpo si è abituato a stare da solo e a concepire gli altri come una minaccia o un pericolo. Bisognerà sconfiggere questa concezione e ricominciare a stare bene tutti insieme. ROBERTA, 18 ANNI, STUDENTESSA 1. Non ho programmato di andare a nessun concerto in particolare, però ultimamente ho ripreso a frequentare i locali e le discoteche con i miei amici, anche se in maniera molto strana: non si può ballare. È quasi un paradosso, ma dopo un anno passato chiusi in casa, noi giovani “ci accontentiamo”. 2. Io ho acquistato due anni fa un biglietto per un cantante, “Ultimo”. Purtroppo però, in questi ultimi mesi ho smesso di ascoltarlo, quindi penso che venderò il mio biglietto a qualcuno. Questo episodio non è capitato solo a me, ma anche ad alcune mie amiche, perché in due anni una persona può cambiare i suoi gusti musicali. 3. L’idea di tornare ai concerti o alle serate mi piace tantissimo. So che potrei essere giudicata come una persona irresponsabile, ma negli ultimi due anni ho sofferto molto per la chiusura dei locali, come tutti. Adesso che i vaccini ci stanno dando speranza (ho già ricevuto la prima dose), credo che bisognerebbe sbloccarsi un po’ e tornare alla normalità, finché ne abbiamo la possibilità: i medici hanno già previsto un’ondata di contagi a settembre che sarà aggravata dall’abbassamento delle temperature. FRANCESCA PERCHIAZZI, STUDENTESSA, 22 ANNI 1) Sì, quest’estate assisterò ad un concerto, ho acquistato il biglietto pochi giorni fa. Mi fa ancora strano realizzarlo e dirlo ad alta voce perché anche se solo due anni, sembra sia passato molto tempo dall’ultima volta che si è pensato a partecipare ad un concerto come fosse una cosa normale e scontata. 2) No, fortunatamente nessun concerto rimandato o annullato. Non avevo previsto di partecipare a nessun evento live, né avevo acquistato alcun biglietto. Però mi metto nei panni di coloro che invece sono rimasti sospesi nell’attesa di buone nuove o che hanno sperato invano di poter recuperare date freezate e credo di non invidiare nessuno. È angosciante non conoscere le sorti di attesi momenti di gioia ed entusiasmo condivisi, fortemente triste sapere di non poterli più vivere per un determinato numero di mesi a seguire perché impossibilitati dalla cancellazione degli appuntamenti. Per non parlare degli artisti e di tutti coloro i quali vi lavorano accanto, i più penalizzati da queste attese dal riscontro non rinvenuto per mesi e mesi, il cui lavoro ha subito un fermo davvero ostico. 3) Sicuramente piace e anche tanto perché si tratta di tornare a vivere una parte fondamentale di quella che è la vita di ognuno di noi quindi socialità, divertimento personale e collettivo, momenti di svago che nutrono mente e anima. Quindi penso che un po’ per tutti, per chi riesce a concederseli e per chi no, questo ritorno ai live sia davvero rigenerante. Ma d’altra parte c’è anche paura, almeno per quel che concerne me. Il Coronavirus non è scomparso e per quanto in estate si riesca a tirare un bel respiro di sollievo tra contagi che diminuiscono e posti letto fortunatamente sempre più vuoti, il virus è ancora in circolazione e la diffusione delle varianti, in particolare quella indiana che sembra essere attualmente la più preoccupante, non ci lascia del tutto tranquilli. Momenti che prevedono assembramenti come quelli di un concerto, mi fanno sentire ancor più in apprensione ma confido nell’organizzazione degli organi di competenza che, sono certa, faranno un lavoro attento. Tuttavia, penso che la strada per combattere il pericolo infettivo ancora in essere, sia sempre la stessa, quella della prudenza. Con un minimo di buon senso e di cautela verso sé stessi e gli altri, infatti, si potrebbero dimezzare le probabilità di contrarre la malattia da Covid e il rischio generale di un innalzamento della curva dei contagi. Dunque, basterebbe davvero poco per aiutarci l’un l’altro nella lotta contro questo nemico invisibile, aiuto che accanto a quello prezioso dei vaccini, ci lascerebbe tornare ad una nuova normalità e a farci godere di piaceri che sembravano sbiadire lentamente, come i concerti e tutta la dimensione dei live.