Covid, aumenta di 38 unità il numero dei positivi a Molfetta. Siamo a 430 in totale. Le cifre del sindaco, che tace sulla Rsa Kolbe. La situazione sembra essere sfuggita di mano
Il coordinamento del servizio non funziona, ma non si fa nulla per migliorarlo. Lo strano silenzio delle opposizioni. Dalla città un solo grido: SVEGLIA!
Il sindaco Minervini
MOLFETTA – Sempre in aumento i positivi al Covid a Molfetta: sono saliti a 38 (con una media ufficiale di 7-8 al giorno, meno dei 10 al giorno delle scorse settimane), che portano il totale complessivo a 430.
Si tratta di dati relativi, come “Quindici” ha dimostrato con le lettere che arrivano ogni giorno in redazione e che confermano la situazione confusionaria e disorganizzativa della gestione dell’emergenza Covid.
Il sindaco Tommaso Minervini nel comunicare questi dati, stranamente ha taciuto, ancora una volta, la situazione delle Rsa e in particolare quella della Padre Kolbe, dove, come ci hanno scritto alcuni parenti degli anziani ricoverati, i casi positivi ci sono, e c’è molta preoccupazione anche per le scarse notizie che vengono fornite dall’azienda.
Si può immaginare lo stato d’animo di molti figli che non solo non possono vedere i loro genitori ricoverati, ma nemmeno conoscere bene la situazione del loro stato di salute: “riceviamo solo notizie sommarie per telefono - ci ha detto una signora -. Che dobbiamo fare? Aspettare fino a quando non ci comunichino il decesso? Siamo disperati. Ma il sindaco tace. I motivi politici devono venire sempre dopo quelli della salute”.
Il riferimento è al timore del sindaco per la sua già traballante maggioranza, che comprende anche i referenti della Kolbe. Mai come in questo caso il silenzio è d’oro. Ma la città ha il diritto di sapere e la vantata trasparenza dell’amministrazione comunale, si rivela ancora una volta solo propaganda di fronte alla realtà.
Altro discorso riguarda l’Asm, anche qui il sindaco ringrazia l’azienda municipalizzata che, a suo parere impegna ben 3 squadre per la raccolta dei rifiuti delle famiglie Covid, mentre ci sono lettori che scrivono a “Quindici” di avere ancora rifiuti accumulati sui balconi.
Non basta chiedere un aumento di organico, una soluzione troppo facile, rispetto a quella di riorganizzare il servizio in base alle forze a disposizione e soprattutto rispondere alle chiamate delle famiglie positive che vengono ignorate nei loro appelli. Qui si vedono le capacità di chi governa, tutti sono capaci di far fronte alle emergenze con l’esercito. Più difficile farlo con scarse risorse da organizzare al meglio.
Anche il vantato numero verde, non risponde alle chiamate, come hanno scritto i lettori di “Quindici”. Anche la polizia locale rimandano sul numero verde gli appelli che arrivano al comando e alla fine tutto viene scaricato sulla Asl, anch’essa muta.
I video appelli non servono a tranquillizzare la città, occorrono risposte concrete. Funziona il servizio di coordinamento dell’emergenza affidato a Pasquale Mancini? No, da quello che dicono i cittadini. Come mai non si cerca di farlo funzionare e se, è il caso, sostituire i responsabili?
Il sindaco non si può limitare agli appelli alla responsabilità dei cittadini, quando questa responsabilità non viene chiesta agli operatori.
Ci auguriamo che alla critica situazione attuale venga data una svolta, altrimenti gli interventi del sindaco, sempre con tono dimesso quasi a dire: “questo possiamo fare, dateci una mano”, rischiano di apparire sempre più prediche periodiche che lasciano il tempo che trovano e servono solo a mettere le mani avanti di fronte a una situazione che non si riesce a gestire.
Molti cittadini si chiedono: dove sono le forze di opposizione, anch’esse dormono di fronte a una situazione che preoccupa la città? Ci sono delle priorità, che fanno passare in secondo piano perfino i problemi urbanistici che sono gravi, come conferma l’inchiesta della magistratura per “Appaltopoli”. In questa emergenza occorre una reale collaborazione di tutti che devono fare la propria parte: noi di “Quindici” la facciamo, ma non è compito nostro quello dell’organizzazione di un servizio ancora carente: dalla risposta ai tamponi, con i ritardi dei laboratori di analisi, a quella della raccolta dei rifiuti speciali, dove c’è il sospetto che qualche famiglia, stanca di aspettare l’arrivo dell’Asm, abbia scelto di depositare l’immondizia insieme a quella ordinaria degli altri condomini.
Non basta ripetere, come fa il sindaco Minervini: “per fortuna sono asintomatici e la tendenza è in linea con quella regionale e nazionale”, perché le lettere inviate a “Quindici” confermano lo stato di apprensione nel quale vivono proprio questi asintomatici, soprattutto perché non sanno se e quando potranno uscire di casa e soprattutto quando avranno dati certi sul proprio stato di salute.
La situazione sembra essere sfuggita di mano (quanti non usano le mascherine e fanno assembramenti, ma la polizia locale interviene?), non basta rassicurare la città. Non basta sollecitare la Asl a potenziare il servizio e appellarsi alle responsabilità di tutti dicendo che: “la situazione epidemica in città dipende sempre dai nostri comportamenti e dal rispetto di quelle regole che ripetiamo ormai da mesi per la prevenzione”, come afferma il sindaco, occorre agire per migliorare il servizio.
Dai cittadini arriva un solo grido: “SVEGLIA!”.
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