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Cosimo Sallustio: un Regolamento esclusivamente con poca visione politica per una città con periferie dormitorio e servizi insufficienti
15 febbraio 2019

Nei mesi scorsi il Consiglio Comunale ha completato l’iter per l’approvazione definitiva del nuovo Regolamento Edilizio. Il provvedimento, che ha lo scopo di adeguare il regolamento comunale al regolamento “tipo” predefinito dalla Regione Puglia, venne approvato con i 15 voti favorevoli da parte dei consiglieri di maggioranza. I consiglieri di minoranza, invece, si divisero tra astensione e voto contrario. Tale approvazione è stata preceduta da una serie di incontri e da osservazioni proposte dal Forum cittadino Agenda XXI, LUP e Legambiente. Qual è stato il ruolo svolto da questi gruppi di cittadini e quali proposte sono state, realmente, recepite?
Quindici ha voluto approfondire, con un’inchiesta, una questione considerata di grande importanza, soprattutto in ragione del fatto che tale regolamento prevede importanti prescrizioni nella progettazione dei futuri quartieri cittadini. Influenzerà, dunque, il volto di Molfetta e la qualità di vita dei suoi abitanti. Abbiamo incontrato il coordinatore del Forum Agenda XXI Cosimo Sallustio per comprendere quale sia stato il ruolo del forum. «Agenda XXI è stata coinvolta dal sindaco Tommaso Minervini nell’ottobre 2017 – ha affermato Cosimo Sallustio – il primo cittadino ha chiesto al Forum di curare un confronto, un dibattito sull’adeguamento del regolamento comunale allo 
schema di regolamento edilizio “tipo”, che era stato approvato dalla Regione e al quale avrebbero dovuto adeguarsi gli analoghi strumenti comunali. Una operazione normale che, però, ha avuto una criticità: una tempistica molto, troppo ravvicinata. Il Forum ha avuto pochissimo tempo per esprimere un parere (10 giorni circa tra discussione e formulazione del parere stesso) poiché era già stato programmato di lì a poco un Consiglio comunale per l’approvazione definitiva del testo. Tempi così ristretti sono stati motivati dal rischio di non poter intervenire sul regolamento comunale e dover assumere lo schema-tipo a causa della non osservanza dei tempi prescritti. 
All’incontro parteciparono anche l’assessore all’urbanistica Pietro Mastropasqua e Consiglieri comunali della Commissione urbanistica. Una presenza che Sallustio non ha esitato a definire “importante” perché indice di 
un momento di confronto del Forum cittadino con i rappresentanti istituzionali sul Regolamento Edilizio «A quel punto furono raccolte quelle che, in quel momento, potevano essere osservazioni alle modifiche del regolamento comunale; Osservazioni molto concentrate sul capo terzo del Regolamento Edilizio Tipo, quello che si interessa di spazi verdi e ambiente (ambiti di competenza del Forum di Agenda XXI, e collegati alla sostenibilità delle scelte dell’Amministrazione sul territorio)». I Regolamenti edilizi comunali, infatti, costituiscono uno strumento di pianificazione e scelte che non impattano solo sul piano edificatorio (volumetrie, ecc.) ma su scelte ambientali che impattano sul consumo delle risorse (ad esempio scelte energetiche, sui consumi idrici, rifiuti, mobilità ecc.) e quindi della vita dei cittadini. «Già nel 2012 – ha proseguito Cosimo Sallustio – la Legambiente nazionale, in virtù di questa importanza strategica riconosciuta ai Regolamenti edilizi comunali, aveva presentato ai Comuni il testo di un modello di Regolamento edilizio per l’Italia indicando quelli che, a loro avviso, sono le best practics sulle scelte di sostenibilità ambientale adottate già da alcuni Comuni italiani. Anche la Regione Puglia, del resto, è stata attenta alle scelte di pianificazione urbanistica legate alla sostenibilità ambientale». Il riferimento, in questo caso, è al PPTR (piano paesaggistico territoriale regionale). Tornando alla questione del Regolamento Edilizio Comunale, il coordinatore del Forum Agenda XXI ha sottolineato come l’analisi del 2017 abbia messo in evidenza la stretta connessione tra il provvedimento in questione e altri strumenti come il PUMS (piano urbano mobilità sostenibile), il PAES (piano d’azione per l’energia sostenibile) e anche con la bozza di nuovo Regolamento comunale sulla raccolta rifiuti Porta a Porta (non ancora approvato ma in discussione nelle com-missioni comunali). «Questi strumenti sono intimamente connessi con le scelte che il Regolamento Edilizio Comunale intende realizzare» ha affermato Sallustio. È un dato di fatto innegabile, basti pensare alle piste ciclabili, la pedonalizzazione, l’occupazione di suolo pubblico. Ma quali sono, se ci sono, le criticità che il nuovo  regolamento presenta?  Per Cosimo Sallustio «in molte parti, anche nel  nuovo Regolamento, anche dopo alcune modifiche, ci sono scelte poco coerenti con quanto previsto e approvato nel PUMS o nel PAES o nel nuovo regolamento sul Porta a Porta. Questi strumenti di programmazione e pianificazione, invece, devono necessariamente essere interconnessi e coerenti tra loro». Altra criticità evidenziata è stata la mancanza di precisazioni in merito alla cosiddetta “invarianza strutturale”, ossia una attenzione ai “beni comuni irrinunciabili”, ovvero a parti della città da meritevoli di attenzione e salvaguardia come ad esempio le aree di archeologia industriale come la 
zona cantieri navali, che devono essere caratterizzate ed essere oggetto di particolari scelte urbanistiche. «Queste aree necessiterebbero di carte tematiche perché sono zone particolari della città che si ritiene debbano essere preservate, che il Comune adotta. Luoghi e strutture che rappresentano la storia e l’identità della città». Il Forum, in conclusione, giunse alla conclusione che c’era una tempistica insufficiente per questa discussione, si mise in evidenza su come non fosse possibile affrontare tale tematica in tempi così ristretti. Il Consiglio Comunale ha affrontato nuovamente nel corso del 2018 la materia del Regolamento Edilizio; per quell’occasione molte  osservazioni  sono state avanzate dal Laboratorio di Urbanistica Partecipata e da Legambiente, osservazioni delle quali si sarebbe dovuto discutere anche nel Forum Agenda XXI. L’Assemblea comunale ha fatto le sue scelte:
sulla questione della «trasparenza dei procedimenti edilizi e della gestione telematica delle pratiche edilizie si è chiesto che tutti i cittadini possano andare a consultare gli elaborati dei piani regolatori sul sito comunale, ma l’assise comunale ha deciso di rimandare tutto a un futuro “regolamento digitale”, che però non si dice quando sarà approvato. Il rischio è quello di avere un sito web comunale carente di informazioni, e questa cosa non ci soddisfa. Siamo sempre dell’idea che in un sito web comunale il cittadino dovrebbe avere l’accesso ai regolamenti, agli strumenti di pianificazione che, se approvati dal Consiglio comunale, diventano immediatamente
di dominio pubblico». Uniche osservazioni recepite, tra quelle presentate, furono quelle su piste ciclabili e raccolta rifiuti nei condomini. Ma anche quest’ultima osservazione va riconsiderata in relazione al nuovo regolamento sulla raccolta rifiuti. Tra l’altro la scelta, ad esempio, di dotare di cassonetti condominiali gli edifici dotati di spazi adeguati comporta anche la possibilità di imputare a tutto il condominio le eventuali sanzioni per conferimenti 
non corretti in quanto non sarebbe possibile individuare i singoli responsabili. Una innegabile e condivisibile considerazione espressa dal coordinatore del Forum Agenda XXI di Molfetta è che troppo spesso «si identifica 
questo Regolamento con la “costruzione di edifici”, invece è uno strumento che ha un impatto  con tantissimi problemi e riguarda scelte vanno a impattare sulla vita dei cittadini, quindi deve essere fatto da un gruppo interdisciplinare fatto da urbanisti, sociologi, e da esperti che possano comprendere questo tipo di impatto su tutti coloro che vivono la città». Lapidario il giudizio conclusivo sulla questione: «Sul Regolamento Edilizio scelte poco coraggiose; poteva essere l’occasione per dare un’impronta più decisa sulle scelte da fare, non solo in senso ecologico ma per rendere la città più piacevole, più vivibile, più armonica, che curi la propria storia e non punti solo sull’espansione edilizia fine a se stessa ma che pensi a rendere più bello quello che c’è. Manca in questo strumento di pianificazione amministrativa “una visione”, un ragionare su come si vuole vedere la città. E questa oggi è una città che ha bisogno di un momento di riflessione. Il consiglio comunale ha deciso basandosi troppo sulla base di relazioni tecniche”. La riflessione, a questo punto, si fa più sostanziale: «La nostra città può essere messa nelle condizioni di essere più accogliente, più bella. In occasioni come queste puoi fare una riflessione sulla città, operare delle scelte. Ci si poteva aspettare che qualcuno mettesse anche in discussione ciò che era stato deciso in precedenza, invece tutto viene riproposto così com’era. Anche dal punto di vista urbanistico, si perseguono scelte basate sulle previsioni di crescita della popolazione urbana previste nel vigente PRG che non
si sono verificate; si pensi alle scelte per il cosiddetto maxicomparto (area Madonna della Rosa/ Lama Cupa), dove si realizzeranno palazzi alti diversi piani e a ridosso della Lama. In realtà non va dimenticato che bisogna prevedere anche la realizzazione dei servizi. Il problema è che si continua a realizzare quartieri in una delle ultime aree di grande rilievo paesaggistico; luoghi in cui si potevano realizzare percorsi e aree naturali in prossimità
della Lama. Aree con le quali colmare il deficit di spazi verdi a servizio del quartiere Madonna della Rosa. Non dimentichiamo che per le scelte del PRG, l’area verde di pertinenza di tale quartiere è il parco Baden Powell in zona 167, che ad oggi non è ancora fruibile».  

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