Corso Umberto – I Palazzi. XVI
Palazzo di Francesco Antonio Binetti, Corso Umberto I, 89. Il fabbricato fu costruito su una parte di suolo dell’ex Convento di S. Francesco passato al Demanio e acquistato nel 1866 da tale Angione Vincenzo uno dei confinari. In epoca successiva fu acquistato da Francesco Capocchiani che nel 1884 vendette a Francesco Paolo Binetti una parte di suolo per fabbricare. Il suolo confinava a levante, mezzogiorno e settentrione col rimanente fondo del venditore e a ponente con la strada Umberto; si precisava che il suolo venduto era di fronte al fabbricato di recente costruzione di Giacomo Fontana (ex villa Gallo). Francesco Paolo Binetti fu Sergio nel 1900 vi abitava con la sua famiglia composta da Francesco Paolo di 42 anni, dalla moglie Teresa Poli di 40 anni E sei loro figlioli. Nel 1915 vi abitavano i figli: Giovanna 35 anni, Pasquale 30 anni e Giuseppe 28 anni. Francesco Paolo Binetti accanto al suo palazzo verso oriente aveva costruito una distilleria di alcool; nel 1909 gli fu espropriato dal Comune l’atrio della distilleria perché occupava metà della futura Via de Luca. Nel periodo che si stava costruendo la chiesa del Sacro Cuore una porzione del palazzo che fa angolo con Via Giaquinto fu venduta a Sergio de Ceglia di Nicolò (1878-1956) che utilizzando il vano su cui vi era un loggiato ricavò un piccolo portone (Via Giaquinto n. 30) per accedere alla sua porzione del primo piano. Tra il 1951e 1952 fece la sopraelevazione del secondo piano. Al piano terra n. 85-87 un figlio del de Ceglia aprì un laboratorio e negozio di maglieria. Il fabbricato si presenta molto semplice nella linea architettonica neorinascimentale. Agli angoli del fabbricato due lesene ingentiliscono la facciata. Il vano portone è avanzato di circa 30 centimetri per dare risalto alla facciata abbastanza piana. A una zoccolatura piena e liscia fa da contrasto una facciata coperta da intonaco. I balconi hanno una ringhiera in ferro con colonnine di ghisa. Il vano del portone ha nella parte superiore un arco a tutto sesto in cui trova posto una rosta o raggiera di ghisa a motivi floreali e al centro le lettere FPB (Francesco Paolo Binetti). Dal 1950 al 1965 circa al n. 93 vi era la macelleria di Francesco dell’Aquila. Chiesa del S. Cuore di Gesù. Domenico Gagliardi, avendo acquistato del suolo di fronte alla sua villa su Corso Umberto I, alla sua morte avvenuta nel 1911, donò detto suolo per l’edificazione di una futura chiesa da servire come parrocchia per il nuovo rione in espansione a levante di Corso Umberto I. Iniziò a funzionare nel 1916 in un umile capannone. La chiesa fu costruita dalla ditta milanese di Leone Castelli su progetto dell’ing. Giuseppe Momo. L’11 giugno del 1926 fu posta la I Pietra. La chiesa in stile romanico a tre navate misura 36 m di lunghezza, 21,50 m di larghezza e 23 m di altezza. Ha un maestoso campanile di 40 m di altezza iniziato nel 1931 grazie alla munifica donazione della signora Susetta Pansini vedova di Domenico de Lago a ricordo di sua figlia Maria morta nella fanciullezza.; progettista fu l’ing. Giuseppe Momo, costruttore Cosmo Sallustio, la direzione dei lavori fu affidata all’ing. Felice Mezzina. Il cupolino accanto al campanile fu progettato dall’ing. Antonio Spagnoletti nel 1950. Ha diverse opere d’arte dello scultore Giulio Cozzoli. Palazzo Introna, Corso Umberto I, 107. Nel 1902 questo suolo di proprietà di Francesco Capocchiani fu Bartolomeo fu venduto al muratore Cappelluti Altomare Vincenzo che in epoca imprecisata, ma dopo il 1909, costruì il fabbricato su progetto dell’ing. Giuseppe Lanari. Fu acquistato in seguito dal dottor Francesco Saverio Introna che nel 1915 vi abitava con la moglie Elvira Ippolita Fontana. Il dottor Introna era nativo di Trinitapoli, nato il 1873 da Ilarione e Giulia Peragine. Frequentò l’Università di Napoli, laureandosi nel 1900. Fu medico condotto per qualche anno e nel 1922 fu insignito Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1929 era medico fiduciario delle Ferrovie dello Stato. Tra il 1940 e 1960 il dottore Francesco Introna aveva l’ambulatorio nei locali a piano terra ad angolo tra Corso Umberto I e Via Quintino Sella. Il fabbricato molto semplice e lineare ha la facciata scompartita da lesene che divide la parte centrale dalle due parti laterali. Il vano portone è avanzato di circa 30 cent. rispetto alla facciata. Il portone limitato dai piedritti modanati termina in alto con un arco a tutto sesto. I balconi in alto hanno un frontone lineare decorativo con la funzione di grondaia. I balconi hanno una ringhiera in ferro battuto con colonnine di ghisa. Al n. 107 nel 1985 circa si aprì il negozio L’Angolino del Corredo. Nel 1933 Michele Carrieri aprì un negozio di biciclette al n. 109. Nello stesso locale nel 1944 Vincenzo Minervini di Michele aprì la sua sartoria, cessò l’attività nel 1954 emigrando negli USA. Palazzo Daliani Poli, Corso Umberto I, 113. Questo suolo nel Catasto Terreni di Molfetta del 1825 era di Carlo Tortora segnalato nella contrada Torre Effrem alla sezione B, n. 415. Nel 1902 era di proprietà di Francesco Capocchiani fu Bartolomeo che vendette 900 m2 al muratore Sergio Daliani Poli fu Giovanni. Il suolo confinava con via Umberto. Tutto l’isolato compreso il palazzo Introna fu costruito su progetto dell’ing. Giuseppe Lanari. Nel 1926 fu fatta la sopraelevazione del secondo piano. Ai primi giorni di giugno del 1928 si stava completando la sopraelevazione e il muratore Alessio Sallustio di 56 anni mentre applicava alcuni fregi cadeva e decedeva. Nel 1915 vi abitava Sergio Daliani Poli, la moglie Visaggio Dorotea e sei loro figli. Il Daliani Poli era titolare della fabbrica di mattoni per pavimenti situata fino al 1960 in Via A. Volta. Il fabbricato molto semplice e lineare ha la facciata scompartita da lesene che divide la parte centrale dalle due parti laterali. Il vano portone è avanzato di circa 30 cent. rispetto alla facciata. Il portone limitato dai piedritti modanati termina in alto con un arco a tutto sesto. I balconi in alto hanno un frontone lineare decorativo con la funzione di grondaia e hanno una ringhiera di protezione in ferro battuto con colonnine di ghisa. Nel 1948 al n.111 si aprì il Bar Cipriani e al n. 115 nel 1960 vi era lo studio fotografico Foto Sergio. (XVI continua). © Riproduzione riservata ————— Bibliografia: Archivio Stato Bari, Sezione di Trani, notaio Pietro Calò, vol. 2333; notaio Matteo Massari, vol. 54 nuovo versamento (=nv); notaio Michele Romano, vol. 62nv, vol. 117nv; Archivio Comunale Molfetta, cat. 4, vol.58; cat.15, vol. 183; S. la Sorsa, Le industrie ed il commercio in un comune delle Puglie nell’ultimo Cinquantennio, p. 25; Testamento di Domenico Gagliardi del 25-12-1910; Luce e Vita, del 13-11-1932, n. 19-20; Nel Venticinquesimo di sua vita e nel possesso canonico del suo primo Parroco, a cura del Comitato Parrocchiale, 1943; G. Capursi, Molfetta ieri e oggi, Parte prima, p. 168; Archivio Diocesano Molfetta, Parrocchia S. Gennaro, Stato delle Anime 1915. La Gazzetta del Mezzogiorno del 8-6-1928.