CORSIVI - Una discutibile iniziativa… culturale
Venerdì 20 ottobre. Interrogato, nel corso di una sospensione della seduta del consiglio comunale, circa le sue intenzioni in materia di politica culturale, Antonio Azzollini aveva risposto a Quindici: “Conto d'investire molto sulla cultura”.
Seduta del 27 novembre. Con toni pacati il consigliere Nicola Piergiovanni invita il primo cittadino a riflettere sulle modalità d'estrinsecazione della “comunicazione istituzionale”. Sorge la curiosità d'intendere a cosa Piergiovanni si riferisse. Scopriamo così che, effettivamente, il sindaco ha cominciato a tener fede alle promesse fatte alla cittadinanza. Negli spazi destinati alle pubbliche affissioni troneggiava un manifesto, con annesso emblema della “Città di Molfetta”, che invitava la popolazione locale a sostenere mediante televoto la nostra concittadina Lucia Annese, che, eliminata in prima battuta dallo show “Ballando con le stelle” (cui ha partecipato in coppia con Rudy Smaila, figlio del noto Umberto), “ha bisogno della sua città per rientrare in gara”. Il manifesto recava la firma del sindaco Azzollini.
All'invito alla riflessione di Piergiovanni, il sindaco ha risposto, vagamente sulla difensiva: “La Annese è una giovane che ha portato il nome di Molfetta su Rai 1, è una testimonial; ho fatto bene a chiedere ai cittadini con quel manifesto di votarla. L'amministrazione deve fare in modo che la città abbia dei testimonials. Ho fatto benissimo”. Premettiamo che la nostra riflessione non nasce dalla volontà di sminuire il lavoro serio e appassionato di Lucia Annese (che anche noi di Quindici abbiamo sostenuto), una ballerina di classe, che vanta già in giovanissima età un curriculum d'alto livello ed è stata l'unica pugliese a superare le durissime selezioni d'accesso al cast dello spettacolo. Negli anni trascorsi altri molfettesi sono assurti agli onori della cronaca, a cominciare da Michele Moretti, che non ha potuto beneficiare di manifesti cittadini invitanti al televoto, per proseguire con la bella e brava Carmela Campanale, candidata al titolo di Miss Italia nell'anno 2004 e addirittura ignorata dalla precedente giunta di centrodestra di Tommaso Minervini. E che dire di Marinella Falca? (anch'ella quasi dimenticata dal sindaco dell'epoca). Si obietterà che si trattava di tempi remoti...
Arrivando a volo d'uccello all'ottobre 2006, non comprendiamo per quale ragione, se la città necessita di testimonials, non si siano visti manifesti, che segnalavano all'attenzione dei molfettesi il lustro dato alla città da un fisico, Luigi Tedesco, membro d'un'équipe protagonista d'un'importante scoperta a livello mondiale. Certo, la scienza non ha bisogno di sms e chiamate da numeri fissi... Tralasciando queste cavillose istanze di par condicio, ci sembra d'intendere che le finanze molfettesi siano a tal punto floride, da consentire investimenti lievemente, ci si conceda il termine, 'frivoli'. Il che stupisce, dal momento che si delineano apocalittici scenari di “dissesto finanziario”, per non tacere il fatto che il 27 ottobre 11 collaboratori coordinati e continuativi hanno visto risolvere il proprio rapporto di lavoro con il Comune, perché a Palazzo si registrano “problemi di bilancio”. Quei medesimi problemi per cui il Festival del Mare “partito a cavallo, è tornato a casa a piedi” e quello invernale non è partito affatto.
La realizzazione del tanto sospirato (e tanto promesso) Teatro Comunale è differita per la prammatica necessità di “reperire quattrini”. Il quattrino come il dantesco odore della pantera appare oramai un'entità dai contorni trascoloranti nel mito. Dobbiamo quindi dedurre che, in mancanza di prosaici quattrini, il sindaco abbia messo mano al portafogli e pagato di tasca propria quei manifesti. Se è così, onore al merito di chi riconosce il talento ed è capace di investire del proprio per valorizzarlo.
Se però così non è, noi non potevamo non impegnarci a votare Lucia Annese, perché meritevole di proseguire il percorso troppo bruscamente e ingiustamente troncato in “Ballando con le stelle”, ma non riusciamo a svincolarci dalla sensazione imbarazzante, che, forse, in tempi di conclamata recessione i soldi del contribuente debbano essere spesi un tantino diversamente.
Autore: Gianni Antonio Palumbo