Corridoio 8: la Puglia nella rete infrastrutturale europea
BARI – 15.7.2003
Tutte le strade portano a Roma!, diceva un famoso detto “proverbiato” dai romani per celebrare la fitta rete di strade intorno alla capitale. Sebbene affetti da una distinta presunzione in materia, i nostri predecessori avevano ben avvertito la centralità del nostro Paese e la posizione geopolitica e geoeconomica che esso vanta. E ancora oggi non sembra che né la smania di allacciamento ad altre civiltà, né lo sviluppo commerciale si siano arrestati. Come una lontana eco, quel desiderio di apertura e talento ingegneristico continua a sviluppare invidiabili progressi nelle reti comunicative europee legate alla costruzione di infrastrutture, arterie intermodali e sviluppo economico.
Agevolata dalla sua posizione geografica favorevole ad ogni tipo di scambio con i Paesi confinanti, la Puglia ha trovato lungo questa linea guida un humus essenziale alla realizzazione di una rete paneuropea che consenta l'integrazione di alcuni Paesi dell'est con l'Europa occidentale. Si chiama corridoio 8, meglio noto come corridoio Adriatico, ed è la nuova via intermodale che collegherà Bari e Varna, sul Mar Nero. L'obiettivo è quello di realizzare dei collegamenti interni attraverso una fitta rete di infrastrutture, e permettere a persone e merci di raggiungere l'integrazione territoriale Est/Ovest, il completamento tra i diversi modi di trasporto, e la sostenibilità ambientale del nuovo sviluppo verso Est. Insomma, una vera e propria autostrada integrata, (la Nuova Appia, come l'ha definita il nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi), che attraverso la costruzione, l'ampliamento o il miglioramento di autostrade, ferrovie ad alta velocità, rotte marittime, terminal per container, oleodotti e gasdotti e cavi ottici per le telecomunicazioni, dovrebbe fornire un impulso fondamentale allo sviluppo degli scambi commerciali tra i paesi interessati dalla realizzazione del piano.
L'accordo per la realizzazione del Corridoio 8 è datato 1991, tuttavia in questi anni alcune difficoltà, soprattutto di carattere economico legate al reperimento delle risorse, non hanno consentito di procedere speditamente con i lavori. Nel 1994 il progetto è stato ripreso, con l'obiettivo di collegare la Spagna con il resto dell'Europa, ma causa cambiamenti improvvisi nella politica nazionale spagnola e portoghese, si giunse ad una modifica dell'originario progetto. Si arrivò, così, al settembre 1997, quando i Ministri dei Trasporti di Albania, Bulgaria, Macedonia, Turchia, firmarono un memorandum per lo sviluppo dell'attuale tracciato del Corridoio 8, la cui funzione principale era favorire l'integrazione tra le diverse comunità coinvolte interessando diversi settori delle attività umane.
Dopo anni di immobilismo politico, finalmente l'anno scorso, presso la Fiera del Levante di Bari, è stata rilanciata l'idea di un corsia preferenziale che colleghi la Puglia all'area balcanica. L'iniziativa è stata subito seguita dalla firma di un memorandum d'intesa per la realizzazione dell'importante infrastruttura, con seguente conferma, da parte del presidente del Consiglio, di istituzionalizzare la sede di un Segretariato del corridoio 8 a Bari. Quest'ultimo atto compiuto nel capoluogo non è rimasto questa volta incompiuto, ma si è cercato di andare aldilà della sua veste formale e testuale. Sono partiti numerosi studi tecnici in proposito, per disporre di informazioni sia globali che particolareggiate sui progetti del Corridoio 8, tra cui rientra anche la più complessa e delicata voce dei finanziamenti previsti per l'intero progetto. In questo senso sarà importantissimo costruire una architettura di strumenti finanziari compatibili fra i diversi paesi interessati.
Il Corridoio paneuropeo 8, al pari degli altri, rappresenta l'ossatura portante dell'allargamento della comunità ad Est. L'idea dei “corridoi transeuropea” è nata con la caduta del muro di Berlino per facilitare gli scambi “multimodali” (di merci, di persone, di petrolio e di altri approvvigionamenti energetici, di sistemi di telecomunicazione) tra la Ue e gli Stati balcanici. Ma oggi il dibattito ritorna in Europa e si incentra, questa volta, su problematiche più tecniche vicine alla realizzazione definitiva (ne parleremo nella seconda parte dell'articolo).
Un asse che, insieme all'allargamento ai nuovi Stati del Vecchio Continente, rappresenta uno dei punti focali della mappa infrastrutturale della nuova Europa.
Lucrezia Pagano
(1. continua)