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Corrado de Judicibus, l’architetto che disegnò Molfetta
15 dicembre 2021

Il 3 dicembre 1821 nasceva a Molfetta Corrado de Judicibus e questo nostro breve racconto vuole ricordare la figura di questo importante concittadino nel bicentenario della nascita. Il suo nome si è stampato nella memoria collettiva col suo titolo di Architetto, mestiere che egli ha esercitato nella nostra città. Ad oggi (nel 2021, ndr) la figura dell’architetto Corrado de Judicibus sembra quasi dimenticata e limitata agli addetti del settore edilizio. Eppure, basta passeggiare per la città per sentire la vita e la professionalità di quest’uomo, poste a disposizione del paese natio. Corso Umberto, Piazza Garibaldi, il Calvario, la chiesa dell’Immacolata sono soltanto alcune delle opere monumentali lasciateci dal genio e dalla perizia tecnica del nostro concittadino. Lo stesso disegno della città, la sua forma particolare, sono stati prima disegnati e poi eseguiti secondo i suoi progetti. Lo stesso sviluppo urbano è stato profondamente determinato dalla sua mano, tanto che i successivi progettisti si dovettero a lui ispirare per le future espansioni. Corrado nacque da Matteo e Maria Cappellutti, studiò dapprima a Molfetta presso il locale seminario vescovile e poi si trasferì a Napoli (all’epoca capitale del Regno delle sue Sicilie), ove si laureò dapprima in matematica, ottenendo il titolo il 22 maggio 1852, e poi in Architettura, conseguendo il diploma di laurea il 19 giugno 1852. Esercitò il mestiere sia in città sia nelle località limitrofe, partecipando a gruppi di restauro con altri colleghi, oppure ricevendo commissioni da altri enti pubblici o da clienti privati. Durante il corso della sua vita avvenne il processo di unificazione della penisola italiana nel Regno di Italia: quando morì, il 15 marzo 1898, il Paese era ormai unificato con capitale la città di Roma. Con l’unificazione, a Molfetta giunse la tratta ferroviaria Bologna-Bari, ed un decreto nazionale (Legge n. 2359 del 1865) che istituiva i “Piani Regolatori e di Ampliamento”, per i Comuni con più di diecimila abitanti: l’incarico di redigere il piano fu affidato all’architetto Corrado de Judicibus. Nel momento in cui si accingeva a raccogliere la sfida urbanistica più importante per la città natia, egli era stato già incaricato della sistemazione di due delle più interessanti emergenze di Molfetta: il rettifilo di Corso Umberto I e la sistemazione del “Largo della Porticella”. La più famosa strada basolata serviva a collegare in maniera celere ed efficiente la nuova stazione ferroviaria col centro cittadino, mantenendo quello che viene definito “effetto cannocchiale”. Il largo della Porticella era ciò che restava della cosiddetta terra di nessuno: una fascia di terra al di fuori della seconda cinta muraria col vincolo di inedificabilità, che Corrado trasformò nella attuale piazza Garibaldi, ove oggi ancora insiste la Villa Comunale. Intorno alla novella piazza, progettò e costruì i numerosi palazzi che ancora oggi ammiriamo, come Palazzo de Lago, il tempietto neogotico chiamato “Il Calvario” ed il nuovo prospetto del Seminario Vescovile. La quinta scenica da lui creata meritò l’apposizione del vincolo di tutela ministeriale del 1967. Tuttavia, di palazzo Cappelluti, altro suo gioiello architettonico in stile neoclassico, restano soltanto le fotografie. La vita e le opere di questo grande tecnico molfettese saranno oggetto di un convegno che si terrà la prossima estate, organizzato dall’associazione culturale Eredi della Storia insieme agli altri sodalizi combattentistici e d’arma. Il convegno sarà dedicato alla memoria dell’amico Gennaro Ciccolella, prematuramente scomparso, che fortemente aveva voluto questo articolo che qui scriviamo. Ringrazio Corrado Pappagallo per la collaborazione e le informazioni ricevute. Nella speranza di aver ridato nuova linfa alla vita ed alla eclettica attività professionale di Corrado de Judicibus, sono convinto che egli abbia pienamente diritto al titolo di: l’architetto che disegnò Molfetta. Ing. Andrea de Gennaro

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