Coronavirus, ognuno deve fare la propria parte. RESTATE INFORMATI MA RESTATE A CASA. Continua l’iniziativa dei giornalisti di “Quindici” a Molfetta
Tommaso Gaudio di "Quindici"
MOLFETTA – Continua l’iniziativa “RESTATE INFORMATI MA RESTATE A CASA” avviata dai giornalisti di “Quindici” a Molfetta per sensibilizzare i cittadini a restare a casa. Ad informarli, pensiamo noi.
Oggi interviene Tommaso Gaudio, redattore di “Quindici”.
La pandemia sta provocando vittime in quantità quasi da conflitto armato. Abbiamo un'idea abbastanza esatta di quando e dove ha avuto origine. Nessuno può dire anche con larghissima approssimazione quando (speriamo, non "se" - sarebbe la fine di tutto!) finirà e potremo tornare ad una certa... normalità che, comunque sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto. Le variabili condizionanti la previsione sono tantissime e non esiste un algoritmo che le codifichi, tali da rendere la previsione attendibile.
Tutti aspettiamo i dati diffusi sull'andamento del contagio. Tanti trepidiamo per gli 'infetti', sperando che la sfanghino. Tanti ci rattristiamo per i morti e, forse ci consoliamo credendo a quel che si dice delle Vittime: la maggior parte erano persone con problemi seri di salute; ma erano PERSONE VIVE!.
I Sanitari tutti, dal preclaro luminare all'ultimo - ugualmente rispettabilissimo - addetto si prodigano per tenere testa ad un NEMICO SUBDOLO, INVISIBILE, INAFFERRABILE, di cui poco ancora si sa e quindi fa ancor più paura.
Poi ci sono gli incoscienti che, malgrado tutto, violano le regole e magari forniscono - non ne avrebbe bisogno: è già forte di suo - al piccolo ma letale nemico di fare il suo sporco lavoro.
Pochi però hanno parlato di altre "divisioni" dell'esercito che combatte in prima linea contro il CoviD19. È il Personale che ci assicura, giorno per giorno, la SUSSISTENZA, la LOGISTICA. È singolare anche per me - (ex) uomo di logistica - non averne mai parlato prima che Ezio Mauro ne scrivesse in modo magistrale, in un articolo sul quotidiano “La Repubblica”. Sono gli... eroi silenziosi delle retrovie, coloro che, pur non rischiando - metaforicamente - una pallottola diretta - sono al fronte a combattere per noi, con le loro "armi". Anche per loro, chi prega per la fine di questa follia, dovrebbe spendere qualche preghiera. Sono silenziosi, nessuno li vede, ma CI SONO: ci assicurano tutti i giorni, quel minimo INDISPENSABILE che non può e deve mancarci perché non ci si riduca alla barbarie della prevaricazione e dell'UOMO FORTE CON LA SUA CORTE.
Alla fine del circo equestre che rappresenta la pandemia, le nostre vite non saranno più come erano prima. Le signore probabilmente avranno i 'capelli in disordine'; gli uomini i capelli lunghi e scarmigliati; chi si... curava il corpo con il fitness, la palestra, gli interventi estetici avrà messo su qualche chiletto, chissenefrega?
Perfino chi studia lo farà ancora in modo approssimativo con le lezioni a distanza. Adesso sia di giorno che soprattutto di notte, le strade sono deserte, silenziose (c'è da dire, mia impressione, anche più pulite!). Credo che perfino i malviventi abbiano preso una sorta di "cassa integrazione non retribuita" per il timore del contagio. Ma siamo vivi e continueremo ad esserlo se tutti faremo la nostra piccola parte non scritta su alcun copione, ma presente si spera nelle nostre coscienze.
© Riproduzione riservata
Autore: Tommaso Gaudio