BARI - Bilancio della sanità pugliese approvato dalla Regione Puglia con quasi 6 mesi di ritardo, dopo l’accordo raggiunto con il governo Berlusconi per il Piano di rientro sanitario. Piovono tagli dai cieli romani, anche se l’assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, ha ottenuto una quota di premialità per le Asl virtuose che riusciranno a mantenere l’equilibrio dei conti. «Quelli imposti dal governo Berlusconi non sono solo sacrifici, ma violenze, ingiustizie e brutalizzazioni della società - ha commentato il governatore Nichi Vendola - immaginare di affrontare la crisi economica-sociale e finanziaria tagliando le reti che proteggono le persone più fragili è veramente un’idea selvaggia del governo della società».
Riorganizzata la rete ospedaliera. Razionalizzazione della rete ospedaliera e incremento dell’appropriatezza dei ricoveri, i cardini imposti dal Patto per la Salute 2010-2012 (poi recepito dalla Finanziaria 2010). Prevista la disattivazione di 1.411 posti letto (1.224 per acuti e 187 per post-acuti), con relativo adeguamento delle dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici (4 posti letto ogni mille abitanti, 0,7 per la riabilitazione e lungodegenza post-acuzie). In particolare, 500 posti letto (130 negli enti ecclesiastici e 370 nelle aziende/enti del Servizio Sanitario Regionale) saranno disattivati entro il dicembre 2011, altri 300 nelle case di cura private accreditate entro il dicembre 2012.
Previste dal Piano di rientro anche la chiusura di 15 stabilimenti ospedalieri e la riconversione di altri 3: equilibrio economico e contenimento della spesa, il punto d’arrivo, se questa razionalizzazione/contrazione implica nel triennio 2010-12 un risparmio di 133,21 milioni di euro.
Da 128 a 112, ridotti i posti letto anche a Molfetta
Una sorpresa il taglio dei posti letto anche per il presidio ospedaliero «Don Tonino Bello» di Molfetta (foto). Nell’intervista rilasciata a Quindici dal direttore sanitario Annalisa Altomare, pubblicata sul numero di ottobre, non si palesava la possibilità di alcun taglio, tantomeno per i posti letto, anche se l’approvazione del Piano di rientro sanitario da parte del governo Berlusconi era ancora in alto mare. Una riorganizzazione necessaria, che interessa il day hospital di ostetricia e ginecologia (-4 posti letto), la lungodegenza (-12), i reparti pediatria (-2) e chirurgia generale (-6), mentre si aggiungono 4 posti letto al reparto di ortopedia, 2 a nefrologia e oncologia.
Ma non sono le uniche novità. La razionalizzazione della spesa farmaceutica impone non solo la modifica del sistema di remunerazione per la distribuzione in nome e per conto da parte delle farmacie convenzionate (remunerazione a quota fissa sul pezzo dispensato di 7,55 euro per le farmacie e 2,65 euro per i distributori intermedi), ma anche la rimodulazione regionale del sistema di esenzione del ticket per la farmaceutica (introdotto un ticket di un euro per ricetta).
Sforbiciata ai costi del personale. I tagli del Piano di rientro intaccano anche i costi dell’organico del sistema ospedaliero pugliese (quasi 48mila unità), per un risparmio nel triennio 2010-12 di quasi 106,12milioni di euro (spesi nel 2010 quasi 280milioni di euro). Inoltre, saranno ridotti anche i costi delle prestazioni aggiuntive, che per l’anno 2009 sono costate 37milioni di euro, per ottenere una migliore riorganizzazione della rete ospedaliera e una più efficiente sistemazione del personale (risparmio di 30,2milioni di euro).
Razionalizzazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi, altro punto importante del Piano di rientro, grazie al controllo e alla gestione della piattaforma informatica EmPuglia, con una riduzione progressiva dei costi da 4.400 euro a 18mila euro.
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