La nuova stagione politica targata Paola Natalicchio è ufficialmente partita. Una stagione politica che parte dopo un decennio di centrodestra di fedele osservanza berlusconiana guidato dal senatore e ormai ex sindaco Antonio Azzollini. La nuova avventura del centrosinistra al comando di palazzo città è ripartita giovedì 25 luglio alle ore 17 presso la sala consiliare “Gianni Carnicella” a Palazzo Giovene, giorno in cui sindaco di Molfetta Paola Natalicchio aveva convocato d’urgenza il Consiglio Comunale per la seduta di insediamento. La prima seduta prevedeva sette punti iscritti all’ordine del giorno: l’esame delle condizioni di eleggibilità e compatibilità degli eletti con la loro convalida; il giuramento del Sindaco; l’elezione del Presidente del Consiglio; l’elezione di due vice-Presidenti del Consiglio Comunale di cui uno espressione della minoranza; la comunicazione del Sindaco sulla composizione della Giunta; l’elezione Commissione Elettorale Comunale; la presentazione da parte del Sindaco delle linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. La prima massima assise (trasmessa in diretta streaming, un’altra novità in nome della trasparenza, dopo gli anni bui del sindaco Azzollini, che aveva vietato le riprese televisive e osteggiato la stampa non servile) della gestione Natalicchio è stata condita da qualche attimo di nervosismo e tensione. Dopo i convenevoli di rito legati proprio al giuramento della stessa Natalicchio e accertata l’assenza delle condizioni d’ineleggibilità degli eletti consiglieri e le varie comunicazioni sulla composizione della giunta da parte del sindaco, la patata bollente è stata l’elezione del neo presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni. Il più suffragato del centrosinistra nelle liste di SEL nelle ultime amministrative con ben 885 voti nell’elezione alla carica di presidente del Consiglio comunale ha trovato l’ostruzionismo dell’opposizioni consigliare di minoranza. Infatti il consigliere di minoranza Mariano Caputo (Molfetta Futura) e Pietro Mastropasqua (Siamo Molfetta) hanno entrambi a più riprese ribadito la propria contrarietà all’elezione di Piergiovanni affermando: «il sindaco ultimamente ha maltrattato il Consiglio comunale arrogandosi del suo potere. Quella del presidente è una nomina di garanzia e non politica e noi come opposizione vorremmo essere inclusi nella scelta del presidente». La volontà di voler assegnare a Nicola Piergiovanni la carica di presidente della massima assise era già stata ribadita dal sindaco Natalicchio il giorno della nomina degli assessori. Essendo la volontà del sindaco e della maggioranza consigliare già di dominio pubblico quale valore concreto avrebbe assunto in aula la votazione a scrutinio segreto? Il centrodestra rappresentante la minoranza consigliare proponeva alla carica di presidente del Consiglio Comunale il consigliere Tammacco. Lo stesso Saverio Tammacco (PdL) aveva dichiarato, con evidente demagogia: «la presidenza del Consiglio comunale la farei a titolo gratuito permettendo di risparmiare alle casse comunali 30.000 euro». Dopo che la candidatura di Piergiovanni aveva ottenuto l’appoggio sia da parte del consigliere Porta (Rifondazione Comunista) che di Leonardo Siragusa (Centro Democratico), finalmente si è proceduto alla votazione a “scrutinio segreto”. Votazione ripetuta per ben due volte non avendo nella prima raggiunto il quorum dei 2/3 necessari all’elezione del Presidente. Sia nella prima che nel seconda votazione i voti sono stati 8 per Tammacco e 16 per Piergiovanni, sancendo così l’elezione alla carica di presidente come da copione proprio quest’ultimo che si è detto onorato di presiedere questo consiglio. E dopo aver ringraziato tutti i suoi elettori ha ribadito: «le parole esatte da cui ricominciare sono democrazia ma soprattutto partecipazione». Il quarto punto all’ordine del giorno vedeva figurare l’elezione di due vice- Presidenti del Consiglio Comunale di cui uno espressione della minoranza. La votazione sempre a scrutinio segreto ha visto l’elezione di Saverio Patimo (PD) con 15 voti favorevoli e 9 schede bianche e per la minoranza l’elezione di Antonello Pisani (Siamo Molfetta) con 17 schede bianche e 7 voti favorevoli. Il quinto punto prevedeva la comunicazione del Sindaco sulla composizione della Giunta. Giunta costituita da: Bepi Maralfa (Linea Diritta): vice sindaco, con delega alle politiche giovanili, alle politiche sociali, alla legalità e alla trasparenza; Angela Amato (Sel): assessore al bilancio; Serena Laghezza (Pd): assessore al commercio e all’annona (mercati), pesca e agricoltura, sport e impiantistica; Betta Mongelli (Signora Molfetta): cultura e turismo; Rosalba Gadaleta (tecnico): urbanistica e ambiente; Giovanni Abbattista (Pd): Lavori pubblici e appalti; Francesco Bellifemine (tecnico): sviluppo economico e innovazione. Il sindaco aveva conservato per sé le deleghe del marketing territoriale, comunicazione e della scuola e come già preannunciato ha coinvolto nella gestione della città anche le altre due forze della coalizione vincente Rifondazione (con Gianni Porta) e Centro democratico (con Leonardo Siragusa). Il sesto punto riguardava l’elezione Commissione Elettorale Comunale. Dopo la votazione a scrutinio segreto sotto la direzione del neo presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni quest’ultima sarà composta da Lia De Ceglia (PdL) con 8 voti a suo favore e poi da Raffaella Ciccolella (PD) e Ignazio Cirillo (SEL) rispettivamente con 7 voti. I supplenti della Commissione Elettorale Comunale saranno Pietro Matropasqua (8 voti), Onofrio Pappagallo della lista Signora Molfetta con 4 voti e Gianni Porta (7 voti), con 4 schede bianche. A mandare in fibrillazione il consiglio comunale è stato il settimo e ultimo punto all’ordine del giorno: la presentazione da parte del Sindaco delle linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Secondo il neo sindaco di Molfetta le linee programmatiche da adoperare nel corso della sua amministrazione saranno: lavoro e sviluppo economico; nuovo porto; urbanistica, territorio e ambiente; politica sociale e trasporti; cultura e turismo; trasparenza e innovazione amministrativa. Dopo la proclamazione delle linee programmatiche a prendere la parola è stato l’altro candidato sindaco delle ultime elezioni comunali Ninnì Camporeale: «Questo consiglio si regge su una sentenza del Consiglio di Stato, non per un’espressione diretta di un risultato elettorale. L’Ufficio Centrale Elettorale ha dichiarato espressamente che la composizione del consiglio è una soluzione che può avere carattere di transitorietà o provvisorietà. Sempre secondo l’ufficio, sarà l’Autorità Giudiziaria a stabilire il risultato elettorale». La posizione di Camporeale otteneva l’appoggio del consigliere Mariano Caputo (Molfetta Futura) che tuonava: «Questo atteggiamento signor sindaco è spocchioso ed ha evidenziato la sua inefficacia amministrativa nel risolvere le problematiche della città. Molte soluzioni sono state trovate intorno al tavolo perché li ci accontentiamo di tutto. Un programma di idee inebriato dal vino». Scottante è anche la questione depuratore affrontata con gli altri consiglieri dal sindaco Natalicchio che ha annunciato: «abbiamo ereditato una bomba ecologica». La stessa Natalicchio aveva proseguito: «siamo chiamati a prendere delle decisioni importanti per il futuro di questa città. Io non voglio drammatizzare e continuare la campagna elettorale. Abbiamo una città matura di fronte a noi che continua ad ascoltarci. Noi le cose le faremo con la calma e la piena serenità. Siamo un popolo di formiche. Insieme dobbiamo procedere per il bene della nostra città nel corso dei prossimi 5 anni». Il secondo atto della “Nuova Molfetta” è andato in onda venerdì 2 agosto. Il secondo Consiglio Comunale aveva ad oggetto tre punti all’ordine del giorno: 1) Costituzione delle Commissioni Consiliari Permanenti (art. 23 dello Statuto Comunale). 2) Elezione della Commissione Comunale per la formazione degli elenchi dei Giudici Popolari. 3) Determinazione degli indirizzi per la nomina e la designazione dei Rappresentanti del Comune e del Consiglio presso Enti, Aziende ed Istituzioni – art. 42, lett. m) del T.U.EE.LL. n. 267/2000 e art. 30, comma 3° – dello Statuto Comunale. Nonostante qualche difficoltà iniziale, dopo l’ultima riunione dei capigruppo consiliari in conformità del primo punto all’ordine del giorno sono stati individuati i componenti delle sei Commissioni Consiliari Permanenti del Comune di Molfetta. Queste ultime sono: Per urbanistica, arredo urbano, lavori pubblici, casa e politiche del territorio: Annalisa Altomare (PD), Onofrio Pappagallo (Signora Molfetta), Gianni Porta (PRC), Mariano Caputo (Molfetta Futura), Pietro Mastropasqua (Siamo Molfetta); Per attività economiche e produttive, ecologia, ambiente e igiene pubblica: Giuseppe Percoco (PD), Ignazio Cirillo (SEL), Porta, Antonello Pisani (Siamo Molfetta), Carmela Minuto (PDL); Per personale, affari generali, pari opportunità trasparenza, protezione civile, automazione: Giulio Germinario (PD), Mauro de Robertis (SEL), Roberto la Grasta (Signora Molfetta), Minuto, Ippolita de Ceglia (PDL); Per tributi, finanze bilancio, patrimonio e municipalizzate: Damiano Angeletti (PD), Leonardo Siragusa (Centro Democratico), Domenico Gagliardi (Linea Diritta), Nicola Camporeale (PDL), Mastropasqua; Per politiche sociali, solidarietà, volontariato, politiche giovanili: Saverio Patimo (PD), Davide de Candia (PD), Giovanni Facchini (SEL), Luigi Roselli (PDL), Caputo; Per cultura, pubblica istruzione, sport, spettacolo e turismo: Raffaella Ciccolella (PD), Gagliardi, Nicola Piegiovanni (SEL e presidente del Consiglio), De Ceglia, Saverio Tammacco (PDL). Il primo punto all’ordine del giorno è risultato difficoltoso a causa della mancata revisione del Regolamento prima di individuare i componenti delle commissioni. Infatti due consiglieri di maggioranza (Porta e Gagliardi) e tre di minoranza (Caputo, Mastropasqua e Minuto) sono stati individuati come componenti di più di una commissione consiliare permanente. Lo stesso Regolamento comunale per la costituzione delle Commissioni Consiliari impedisce la presenza di un consigliere in due commissioni (art. 23), a differenza dello Statuto Comunale. Inoltre lo stesso consigliere comunale di opposizione Ninnì Camporeale (PDL), aveva dichiarato che sarebbe stato opportuno riformare il Regolamento prima di individuare i componenti delle commissioni. La alquanto spinosa questione amministrativa aveva reso sterile la difesa assunta dal consigliere Gianni Porta, con la consigliera Annalisa Altomare che aveva subito ritirato l’emendamento alla delibera, mettendo in evidenza che molto probabilmente quel provvedimento avrebbe potuto sancire a monte un vizio amministrativo. Logica conseguenza è stata l’astensione degli 8 consiglieri di minoranza alla votazione. Mentre 15 sono stati i voti favorevoli da parte della maggioranza consigliare. I Presidenti della 6 commissioni saranno poi eletti all’interno delle stesse. Di seguito in conformità al secondo punto all’ordine del giorno il consigliere di maggioranza Domenico Gagliardi e Mariano Caputo (Molfetta Futura) sono stati nominanti componenti della Commissione comunale per la formazione degli elenchi dei Giudici Popolari che vede nella figura di presidente il sindaco Paola Natalicchio. A scatenare gli animi di maggioranza e opposizione è stato il terzo punto all’ordine del giorno perché venivano contestate le nomine legate, come da consuetudine (anche del centrodestra) da rapporti fiduciari. Questa volta la norma verrà applicata nella determinazione delle linee d’indirizzo per nominare i rappresentanti comunali in enti, aziende (ASM, MTM e Multiservizi) e istituzioni. La stessa Natalicchio ha dichiarato: «Abbiamo ripreso l’atto del 2008, aggiornandolo rispetto alle condizioni di incandidabilità, incompatibilità e ineleggibilità, intercorse con i recenti provvedimenti. Le designazioni saranno fortemente caratterizzate da un rapporto fiduciario con il sindaco». La questione ha scatenato il parere negativo dell’ormai ex presidente del consiglio comunale Ninnì Camporeale (PDL) che è apparso ancora scottato dalla sconfitta elettorale, manifestando mota acredine per ogni argomento: «queste nomine sono il frutto di una legittima e connaturale contrattazione politica e sono decise all’interno delle stanze e delle segreterie dei partiti. Noi nel 2008, senza essere ipocriti con nessuno, abbiamo deciso di nominare i rappresentanti del Comune in base a un rapporto fiduciario, assumendocene, quindi, la responsabilità politica di fronte ai cittadini». È arrivata subito la replica del consigliere Gianni Porta (Rifondazione Comunista): «È vero che le nomine sono incarichi fiduciari, se esercitati dal sindaco nei termini prescritti dalla legge, ma questa delibera ristabilisce una procedura che io non definirei ipocrita perché è in campo alle scelte politiche di direzione e attuazione dei programmi che un Sindaco e un Presidente del Consiglio realizzano». Inoltre la delibera approvata dal Consiglio comunale era a tratti analoga a quella ratificata dall’amministrazione Azzollini nell’anno 2006. Infatti, lo stesso Porta ha ripercorso alcuni passaggi della seduta di approvazione del 2008 quando l’opposizione aveva non solo chiesto l’introduzione di un avviso pubblico per consentire al Sindaco e al Consiglio comunale di esercitare una legittima scelta politica, ma anche proposto di escludere dall’eventuale candidatura chiunque avesse riportato una condanna penale di primo grado. Dopo l’intervento di Porta, il consigliere Caputo ha ricordato come la scelta operata nel 2008 dall’amministrazione Azzollini nella quale lo stesso ricopriva il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici (con stipendio, ma senza delega, ndr), era stata elaborata proprio per evitare le polemiche sviluppatesi nel 2006, quando la prima amministrazione Azzollini aveva inserito proprio la volontà di bandire un avviso pubblico. Secondo Caputo, non si stava parlando solo ed esclusivamente di una contraddizione, ma una sorta di «presa in giro» nei confronti dei cittadini. Il consigliere di Sel, Mauro De Robertis, ha replicato sostenendo che il centrosinistra non si sarebbe comportato come il centrodestra che, per favorire gli amici, è stato costretto a cambiare ogni anno il presidente dell’Asm, lasciando l’azienda nello sfascio. Il consigliere del Pd Giulio Germinario ha detto che con questa amministrazione di centrosinistra ci sarà un’inversione di tendenza rispetto al passato, quando decideva tutto Azzollini e la giunta e il consiglio comunale non contavano nulla, ora si punterà alla democrazia e alla partecipazione, pur nelle scelte legittime fiduciarie. Dopo una serie di batti e ribatti il provvedimento è stato poi approvato con soli 15 voti di maggioranza.