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Consiglio comunale di Molfetta: scontro sulle retribuzioni delle municipalizzate
10 gennaio 2009

MOLFETTA - Riunione quasi interlocutoria, ieri sera, per il Consiglio comunale di Molfetta, con i banchi della giunta comunale ancora vuoti, e gli assessori seduti tra il pubblico: discussioni quasi completamente strette attorno all'ordine del giorno, che prevedeva l'elezione di rappresentanti comunali nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale della Multiservizi, e della nomina dei revisori dei conti, e degli esperti da affiancar loro, per l'Asm. In apertura di seduta si è verificato un episodio inqualificabile: il presidente del consiglio comunale Nicola Camporeale ha impedito all'operatore del "Fatto" di riprendere la seduta all'interno dell'emiciclo, costringendolo a riprendere dalla parte del pubblico. Un tentativo di bavaglio dell'informazione che non può essere condiviso e va condannato. Il neo-consigliere Gianni Porta apre con l'unico strappo all'o.d.g., ed è per portare in consiglio la questione sicurezza, dopo le quattro auto fatte saltare in aria con bombe carta: “è buona norma che le istituzioni non restino indifferenti”. Il consigliere di Rifondazione lancia anche l'idea di un Consiglio comunale da svolgersi in una delle zone calde, in mezzo alla gente, per attestare la presenza e la vicinanza delle istituzioni. “Serve un cenno anche del sindaco, che rappresenta anche l'autorità di pubblica sicurezza”. Dopo la commemorazione del comm. Alfonso Mezzina, scomparso in settimana, che Salvemini descrive come “uomo probo, di adamantina onestà, che incoraggiava la pluralità e la trasversalità di voci”, e di cui ricorda come si sottrasse, nel corso della campagna di Albania, all'ordine di fucilare dei presunti partigiani, si procede alla prima nomina, quella dei due rappresentanti comunali in seno al c.d.a. della Multiservizi. “Non nomina, ma integrazione: non vi è alcuna scadenza di mandato”, specifica il presidente Camporeale. Il consigliere Piergiovanni chiede se il caso non cada sotto l'egida della legge Bersani, in quanto la Multiservizi abbia capitale interamente pubblico, circostanza smentita invece direttamente dal sindaco Azzollini. Pino Amato va invece a ridiscutere la composizione stessa delle quote della partecipata: “rilevare le quote della Camassa da parte del Comune, a cosa ha giovato? Perché non cominciare a ridurre il consiglio di amministrazione, e relative spese” ? Dall'urna, in cui di fatto vota solo la maggioranza contro le schede bianche dell'opposizione, escono i nomi di Giovanni Annese (che quindi dovrà dimettersi da consigliere) e Pantaleo Binetti, che ricevono una secca critica dello stesso Amato, ancora sulla retribuzione, che sarà il vero pomo della discordia di tutto il consiglio, anche per gli altri incarichi. La risposta di Marzano del Pdl è secca: “nessuno qui, Annese compreso, ha necessità primaria della retribuzione come consigliere di amministrazione”. Retribuzione che è di 17.000 euro annui, e che Piergiovanni chiede di ridurre, anche alla luce del paradosso che i revisori dei conti del comune ricevano 5.000 euro in meno. Abbattista (PD) risponde al risentimento di Marzano: “è vero che l'accettazione o meno dell'incarico è un fatto privato, ma se ci si sottrae ai compiti per cui si è stati eletti, è un tradimento della volontà popolare, e dunque un dato politico”. “L'opposizione”, dicono a Quindici dalla maggioranza, “non la pensava così quando il consigliere Di Molfetta ha ricevuto incarichi alla Provincia la cui retribuzione fa sembrare quella del c.d.a. Multiservizi pochi spiccioli e si è dimesso da consigliere”. Per il secondo punto, la nomina dei rappresentanti comunali nel collegio sindacale della partecipata, vengono eletti Abbatiscianni Giovanni e Amato Saverio come effettivi, Mirto Giuseppina come membro supplente. Anche la nomina del collegio revisori dei conti dell' Asm per il biennio 2010-2011 è foriero di polemiche. Porta: “si vincono le elezioni e si ramazza tutto, senza alcun ruolo alla minoranza. Di queste scelte politiche vi assumete le responsabilità” E torna sulla Multiservizi: “vi sono state quattro lettere di prelicenziamento inviate dall' amministratore delegato, mentre la replica al nostro comunicato come Casa della Sinistra è firmata dal presidente”. Salvemini, sul primo input di Porta, picchia duro: “è una aberrazione che negli organi di controllo non vi sia il diritto alla presenza della minoranza. Un caso unico, rispetto ai comuni limitofi”. Poi il candidato sindaco del Pd descrive l'intera pratica come il “sistemare personaggi che non hanno ottenuto il consenso popolare. Poi vedremo che competenze avranno. E' comunque una regressione belluina della grammatica democratica”. Brusio in aula. Vengono eletti per l'incarico Di Stefano Rita, Picca Filomena e Minervini Gaspare. E' però la nomina degli “esperti” da affiancare ai revisori dei conti a creare scompiglio e dibattito. Ancora Piergiovanni afferma che “nell'ultimo triennio, gli esperti non risulta si siano mai riuniti, non hanno mai fornito una relazione. Sono stati pagati, ma non hanno prodotto niente. Vogliamo un atto di responsabilità di maggioranza e opposizione: questi non hanno dato niente, ora ne nominiamo altri tre”. Il consigliere prima formula una pregiudiziale per il rinvio, poi afferma che non parteciperà al voto ed esce dall'aula, sistemandosi tra il pubblico. Gianni Porta chiede di “operare come segno politico un dimezzamento dell'indennità per quelal che in fondo è un'opera di affiancamento. Salvemini concorda: “un rimborso spese per l'espletamento di funzioni episodiche”. Per De Robertis, invece, “nessuno dei candidati ha i requisiti”. Interviene Spaccavento dalla maggioranza: “è già scritto nell' art. 41 dello statuto che gli esperti ricevano il 50% della retribuzione dei revisori, non ci inventiamo nulla”. Allora diamo un'occhiata a queste retribuzioni, iniziando dalle prime: al consiglio di amministrazione Multiservizi, il presidente riceve 32.000 euro lordi annui, 17.000 euro invece i componenti, Binetti e Annese, per tornare ai verdetti della serata. Riguardo al collegio sindacale, il presidente riceve 21.695 euro annui, i componenti poco meno, 18.590. Capitolo caldo, quello Asm: il presidente dei revisori dei conti si assicura 15.000 euro, 10.000 euro i componenti. Infine, ecco qui la retribuzione degli esperti: 5.000 euro annui, il 50% dei revisori, appunto. Chiosa sulla vicenda il sindaco Azzollini, al primo intervento, dopo i logici ringraziamenti per il ricordo al suocero, Alfonso Mezzina. Il sindaco parla di “odiosa strumentalizzazione delle persone, per 200 euro al mese. Basta con questi pauperismi”. Scintille quando Azzollini parla di “sconfitti dalla storia”. Salvemini sbotta. Alla fine, gli esperti da cinquemila euro sono Domenico la Forgia, Gaetano Pisani e Francesco de Robertis.
Autore: Vincenzo Azzollini
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Concordo con Pani da Lilliput, ma prima vorrei commentare in riguardo. Credo che importante sia partire dalla chiarezza dei prezzi da pagare ai politici. Mi spiego meglio...secondo me la persona che entra in politica deve avere ben chiaro cosa guadagnare...e questa chiarezza deriva dalle carte, menù e vini, che talvolta nascondono trucchi....così come coperto, pane e sevizio, costo dell'acqua e del caffè. Il conto per me deve risultare dalla semplice somma di ciò che si offre e da ciò che si incorpora. E' un problema rilevante che secondo me potrebbe evidenziare veramente il rapporto qualità/prezzo. (Esagerando, il prezzo uno se lo dovrebbe poter calcolare da casa, guardando la lista sul sito dei partiti politici ed essere sicuro di ciò che trova). Talvolta mi riesce difficile essere chiaro, spero di esserlo stato! Il rapporto qualità prezzo è importante nel votare un politico piuttosto che un altro, non tanto perchè si scelgono solo politici chip, ma perchè ci sono momenti della vita o del mese che si vuole o si deve spendere meno ed è giusto che i partiti lo dicano chiaramente. Nel calcolo del prezzo credo proprio che sia obbligatorio inserire anche il coperto laddove il politico lo imponga, inoltre siccome si tratta semplicemente di un calcolo aritmetico e siccome in guida e quello che si paga è sempre per difetto (cioè la guida del partito indica sempre o quasi un prezzo inferiore) un discorsetto al capo politico che ha scritto la recensione andrebbe fatto, escludo che si tratti sempre di uno sbaglio a senso unico a favore dell'elettore allevatore di polli e considerato pollo pure lui. E' difficile avere un metro assoluto, e dunque non bisogna avere timore di scrivere giudizi comparativi con il "best in class": nel partito si mangia bene ma il rapporto p/q è un po' peggio/molto peggio/ridicolo rispetto alla corrente politica che è nella stessa tipologia e nella stessa area politica. Elogiare i partiti che hanno sulla webpage i prezzi aggiornati. E' un vizio molto italiano omettere questa informazione, quasi che non fosse rilevante per il potenziale elettore: ma per favore! Stroncare quei partiti con gli extra nascosti, con le acque minerali a prezzi assurdi, con strutture di politic"unfriendly" o il politico a 5 portate a prezzo ragionevole per portata, o la carta igienica con prezzi assurdi, considerato il largo consumo. Sono d'accordo con g pani....e sulla chiarezza non si deve guardare in faccia nessuno, non c'è stella, bandiera o simbolo che tenga. V O G L I A M O C H I A R E Z Z A !!!!


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