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Consigliando, consigliando CORSIVI
15 settembre 2002

Presto Secondino, arriva il Governatore. Pare essere giunto or ora dalla spiaggia, il consigliere: polo a strisce e occhiali da sole. Giusto il tempo di infilare il pantalone lungo ed eccolo pronto alla seduta straordinaria. Nel frattempo tutti che si salutano: un vero e proprio raduno liceale. Anche qualche esponente della Regione e della Provincia tra gli scanni. Uno di essi si oppone, crocifiggendosi alla parete, all'invito del presidente del consiglio Amato di rimuovere lo striscione che recita “Sull'ospedale buio Fitto”: “Lo tolga lei” - sfida. Ci pensa la prode Minuto: via il lenzuolo offensivo (immediatamente riattaccato) ed annesso battibecco con una signora tra il pubblico sulla libertà di pensiero. Tante telecamere, tanti flash: un sorriso per gli obiettivi, please. Arriva Fitto e dalla platea: “Buuuh”. “No, no” – ammonisce il sindaco. Risposta polemica del “popolo”: “Bravo, sei bello, sei bono”. Introduce il padrone di casa (Amato) con una interpretazione emozionata: “…di cui ne do lettura”; “Esiste, ehm no: insiste”; “…del Proventorio” (per due volte: non sarà che ignora l'esatta dicitura?). Come al solito quel bischero dell'assessore Magarelli se la ride con il complice di turno. Il ronzio dei cameramen mette ansia. Squilla un cellulare e parte l'occhiataccia. Mentre il sindaco snocciola i suoi dati sul nosocomio molfettese il Governatore instaura uno scambio epistolare col signore al fianco di Zaza. Un Vigile urbano è promosso a messo per l'occasione. Mostra, Fitto, un qualche segno di insofferenza di tanto in tanto. Stesso male colpisce alcuni consiglieri allo scoccare della prima mezz'ora: comprensibile, sono fuori allenamento. Zaza chiede da bere a Fiorentini e questo gli passa la bottiglia d'acqua; poi, dopo aver sorseggiato, si allontana dall'aula per due volte in quaranta minuti: non avrà bevuto troppo? Cala un silenzio surreale sulla sala, l'argomento affascina e interessa. Il sindaco termina la relazione e a lui plaude solo l'ala destra. Tocca a Sallustio: “Presidente Fitto, ci ha fatto passare le ferie a studiare il Piano”. Ironica la replica di quello: “Io non le ho fatte proprio!”. L'accusa è di aver approntato un Piano “salentocentrico” ed alla fine sono consensi unanimi: De Robertis applaude sottobanco, Di Giovanni a mani alzate. Dopo la predica poco coinvolgente di Panunzio, elegantissimo per l'occasione, è il turno di Zaza, il quale porta in dono una videocassetta al dirigente regionale ricordando i tremila facinorosi No Global di Terlizzi. Poi prende di mira prima il centro-destra (“Il Governo a rete perde i pesci”) e dopo il senatore Azzolini, assiso tra il pubblico: “Mi fa pena”. Quello incassa e prepara, mentre Fiorentini prova ad intenerire i cuori dei presenti col suo breve appello, l'arringa personale: parte forte tra i fischi di chi è restato al pianterreno, sfida chiunque a discettare su Gaetano Salvemini, tira in ballo Carbone, maestro nel gioco delle tre carte, rivendica il suo ruolo istituzionale. E' un tornado, ma verso la conclusione inizia a confondersi: “A Molfetta la branca chirurgica”. E il pubblico: “Medica”. Dopo un po': “Branca chirurgica”. E il coro: “Medica”. Ancora: “Polo chirurgico”. Dall'altro lato: “Medico”. Eppure a Palazzo Madama le telecamere ci son spesso… Eugenio Tatulli
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