Consigliando, consigliando
CORSIVI
Tutti in vacanza, figurarsi i consiglieri. Al diavolo il gettone: vuoi mettere una bella tintarella con quelle riunioni infernali?
Puntuali come degli svizzeri, ingobbiti sulle carte senza neppure un quarto d'ora di pausa. Nessuno che ride, ognuno provato dall'intervento irrinunciabile che raschia la gola; l'intensa partecipazione dei trenta mette a dura prova la mano del cronista e fa felice il suo cartolaio di fiducia. Disciplina, ferrea disciplina. Il presidente nulla concede, ci si alza solo una volta a seduta per soddisfare i bisogni fisiologici; lo stomaco soffre ed implora un gelato, un panino ma quelli, i consiglieri, niente. Ligi al dovere: non c'è sigaretta che tenga quando è in ballo il destino dei cittadini.
Ottima la fattura dei discorsi: dal latino all'inglese, mai una concessione al vernacolo. Sui numeri una precisione certosina. Un osanna incessante alla grammatica italiana: i più hanno fatto le “scuole grosse” e lo danno a sentire.
Parola d'ordine: fair-play nei confronti dell'avversario. Siamo in democrazia e le opinioni altrui non solo deve lasciarsi che si esprimano, ma bisogna anche ascoltarle con la massima attenzione: spesso si cambia idea e si dà atto alla minoranza di aver contribuito alla redazione di progetti migliori. Mai un'accusa di incompetenza, né di arroganza o di voler imbavagliare qualcuno. Solo un paio di episodi di aggressioni (rigorosamente verbali) in più di un anno.
Il dibattito procede serrato e gli addetti vigilano affinché qualche estraneo non si intrufoli tra le poltrone: il rispetto per l'istituzione è altissimo ed il momento è solenne.
Dannati colpi di sole...
Eugenio Tatulli