Confronto Minervini- Emiliano a Molfetta, programmi e scintille: ecco come cambieremo la Puglia
Acceso, vivace, polemico, ma sempre composto, il dibattito tra Guglielmo Minervini e Michele Emiliano andato di scena nella fabbrica di San Domenico, al cospetto di una grande folla di cittadini, non ha deluso le aspettative. I due candidati del Partito democratico che si giocano la candidatura a governatore della Puglia insieme al senatore di Sel Dario Stefano, si sono misurati su temi come l’eredità dei dieci anni di Nichi Vendola in Puglia, giovani e innovazione, rapporti con il centrodestra, caso Taranto (Ilva e l’accusa di “inciuci” per le elezioni provinciali), fisco e imprenditoria. L’incontro, introdotto dal segretario del Pd Molfetta Giulio Calvani e moderato dal giornalista del Corriere del Mezzogiorno Francesco Strippoli, è stato aperto da Minervini proprio con una considerazione sull’importanza di queste primarie: “questa competizione elettorale sta a dimostrare che la gente vuole decidere vuole essere protagonista. E spesso questa ha indicato una strada diversa da quella auspicata dai vertici del partito. La partecipazione di tante persone rappresenta un popolo che si mette in gioco e si prende il centro della scena e soprattutto ci ricorda che noi stiamo lì per formulare delle risposte a delle domande molto precise”. Netto il giudizio sul decennio “vendoliano”: “alcune cose le abbiamo sbagliate, perché quando si amministra si sbaglia anche, ma non ci sono dubbi: in dieci anni la Puglia è cambiata in meglio, è diventata protagonista del Mezzogiorno. Con Bollenti Spiriti poi, abbiamo messo in gioco un’intera generazione spesso disillusa e rassegnata. Noi invece abbiamo dato la possibilità ai ragazzi di fare. E insieme faremo la Puglia del 2020”. Emiliano ha invece ricordato luci e ombre del governo Vendola con un piglio più critico, sottolineando comunque come quel tipo di esperienza sia arrivata al termine. Diversa la visione del ruolo di governatore. Emiliano lo immagina come una sorta di sindaco della Puglia, sempre vicino ai cittadini, Minervini invece parla di “una regione che deve veramente partecipare alla gestione della cosa pubblica. Con me il vero Presidente sarà la Puglia”. Scintille sul caso Tamburrano (esponente del centrodestra tarantino eletto presidente della provincia anche con i voti dei consiglieri del Pd che gli hanno preferito il loro candidato Gianfranco Lopane). Emiliano accusato da più parti di aver intessuto un vero e proprio intrigo politico per trarre immediati vantaggi elettorali, ha riposto con la massima decisione: “sull’argomento non accetto lezioni da nessuno. Sono contrario a quest’operazione che non esito a definire putrida. Chiederò al Pd tarantino di opporsi a Tamburrano, altrimenti chiederò di commissariare la federazione di Taranto”. Un proposito insufficiente secondo Minervini: “Michele devi prender una decisione una volta per tutte e parlare con chiarezza! Adesso si allungano delle ombre anche nella Bat dove hai tessuto gli elogi del candidato del centrodestra e messo in cattiva luce Pasquale Cascella (sindaco di Barletta). Serve una politica limpida e trasparente, perché non possiamo più permetterci gli inciuci. Sono un costo che la politica non può più sostenere”. Sulle priorità programmatiche alle quali dare la corsia preferenziale nei primi 100 giorni di governo una volta eletti, i due candidati non hanno dubbi: Emiliano si impegnerebbe per una sanità trasparente, la costituzione di forum partecipativi che facciano sentire i cittadini più vicini alle istituzioni in caso di decisioni complesse (come le opere pubbliche) e su un grande progetto d’innovazione tecnologica capace di coinvolgere i giovani. Minervini invece punterebbe su giovani e partecipazione: “servirebbe un’immediata azione fiscale a favore delle piccole – medie imprese purtroppo sempre più in difficoltà e un grande piano Marshall per valorizzare i nostri beni pubblici e dare respiro al territorio con un particolare occhio ai più giovani. Ritengo inoltre fondamentale realizzare una grande area Wfi, magari la più grande d’Italia. Una vera e propria autostrada digitale a banda larga capace di attirare investitori. Perché solo puntando su giovani e tecnologia si innova veramente, si cambia la Puglia”.