Conferenze stampa per soli intimi nel delirio berlusconiano
CORSIVI
Fino a ieri siamo stati costretti a combattere con noi stessi perché, anche di fronte all'evidenza dei fatti, non potevamo credere che il sindaco ex socialista, ex diessino, ex finocchiariano avesse deciso di approdare alla destra oltre che politicamente, anche psicologicamente. Pur essendo puntualmente smentiti dai fatti che dimostravano l'avvenuta integrazione con la destra, conservavamo un barlume di speranza. Ora non più.
Non potendo pensare alla dimenticanza nella convocazione delle nostre testate (quotidiano e mensile) alla conferenza stampa di presentazione dei progetti di rifacimento di Corso Dante e del Viale Pio XI, tenuto conto della consistente presenza editoriale di “Quindici” a Molfetta, dovremmo pensare alla malafede pur commettendo peccato, come diceva Andreotti, ma non sbagliando.
Malgrado l'ostracismo dichiaratoci dall'amministrazione di centrodestra, noi non siamo rimasti dispiaciuti, ma ci siamo sentiti ancor più inorgogliti della nostra assoluta incontestabile libertà professionale e umana: una conferma che siamo scomodi perché diciamo la verità. Resteremo gli unici a farlo? Non ci dispiace, né ci turba.
Ora, dopo questa prova di fedeltà (non sappiamo quanto richiesta), Forza Italia potrà accogliere fra le sue braccia il Berlusconi in sedicesimo che imita il premier quando sceglie i giornalisti per le conferenze stampa da Vespa e allarga sempre più il suo controllo non soltanto televisivo, ma anche della carta stampata.
Il centrodestra, o meglio Forza Italia, ha finalmente il suo candidato ideale che dimostra l'adesione alle logiche del partito-che-non-c'è o meglio al suo capo-che-c'è.
Noi, comunque, facciamo ugualmente il nostro lavoro, anche grazie alla disponibilità dell'assessore Spagnoletta che ci ha fornito tutto il materiale necessario ad illustrare questo progetto che, da un lato ci appare abbastanza infantile, e dall'altro molto improbabile e dai tempi di realizzazione ultradecennali. Non bastano un paio di disegnini e di promesse per vincere le elezioni. La gente si fa i conti in tasca e scopre che di soldini ne sono rimasti ben pochi, che l'economia va a rotoli, che l'ordine pubblico lascia a desiderare e ci si limita a fermare qualche fumatore di spinello (pur in una città abbastanza tranquilla dal lato della criminalità, almeno fino a quando la delinquenza locale di resettiana memoria resta in carcere), che l'edilizia avanza, mentre le opere di urbanizzazione languono (c'è gente disperata che ha la casa costruita, ma non può abitarla per la mancanza di strade, luce, acqua e quant'altro, mentre continua a pagare il fitto e il mutuo). Mentre il centrodestra ci propone alberelli e ridicole fontanine a Corso Dante e aiuole utili forse per i… bisognini dei cani al Viale Pio XI (dopo quell'ingegnoso vespasiano per i bisogni degli uomini in piazza Principe di Napoli, alias Principe dei Puffi).
Se questa è la Molfetta del futuro, la Molfetta che vogliamo, la città in rete, c'è da sperare che nella “mitica” rete restino impigliati altri per un bel po', quantomeno per evitare che combinino nuovi danni.