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Condannati due molfettesi che nel 2001 violentarono una diciannovenne
22 novembre 2008

MOLFETTA - Condannati rispettivamente a 6 anni e 4 anni e nove mesi di reclusione, P.S., 36enne e C.S., 33enne, entrambi di Molfetta, per aver abusato sessualmente di una ragazza. Era un pomeriggio del mese di settembre del 2001, quando una ragazza 19enne, uscita di casa per recarsi presso il tabaccaio della stazione ferroviaria di Molfetta, fu avvicinata da tre giovani, uno dei quali le puntò un coltello alla gola e la costrinse a seguirli in un luogo isolato, non molto distante, ove fu poi violentata a turno. Nella giornata di ieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, unitamente a quelli della Compagnia di Molfetta, hanno eseguito i due ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale di Bari. Dopo le formalità di rito, i due sono stati rinchiusi nel carcere di Trani a disposizione dell'Autorità Giudiziaria
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A pochi giorni dalla "Giornata internazionale contro la violenza alle donne". Una tragedia che si perpetua dai tempi in cui "la luce fu". Nonostante le pene da molti considerate non esemplari, il fenomeno atavico non cenna a diminuire. Molti non lo considerano fenomeno, bensì un problema educativo, politico e sociale. Circa mezzo milione di donne dai 14 ai 59 nel corso della loro vita hanno subito almeno una violenza tentata o consumata, secondo l'ISTAT. Si tratta del 2,9% del totale delle donne di 14-59 anni. Più della metà (9 milioni 860 mila) delle donne in età 14-59 anni ha invece subito nell'arco della vita almeno una molestia a sfondo sessuale mentre il 3,1%, delle donne fra i 15 e i 59 anni nel corso della vita lavorativa ha subito ricatti sessuali sul posto di lavoro per essere assunta, mantenere il posto o ottenere un avanzamento di carriera. Il fenomeno è certamente sottostimato, dato il timore della donna di rivelare fatti e dettagli umilianti, la paura di ritorsioni da parte dei propri aguzzini, e per altri motivi di ordine psicologico e sociale. La violenza sessuale sulle donne non è un fenomeno che riguarda solo l'Italia, ma molti paesi in via di sviluppo o anche avanzati. Molte di queste violenze si svolgono in famiglia, ad opera di persone di cui la donna si fida. Alcuni Paesi europei, come la Spagna, hanno un'altissima incidenza di violenze mortali o gravi sulle donne, che vengono violentate, strangolate, bruciate e gettate dalle finestre spesso dai loro stessi compagni. La legge contro la violenza sulle donne promossa dal governo Zapatero ha visto l'adesione di circa cento intellettuali uomini, che hanno voluto divulgare un manifesto con le ragioni del loro forte sostegno all'iniziativa. Nella mite Svezia un giornale ha deciso di mobilitarsi contro la violenza consumata fra le mura domestiche, pubblicando nomi e foto di quanti vengono condannati per violenze contro le mogli, al fine di mettere in guardia le altre donne dal frequentarli. In Italia la Corte di Cassazione ha recentemente stabilito che anche costringere con la violenza la propria moglie ad un rapporto sessuale costituisce illecito. In Italia solo negli ultimi tre anni se contano 118 mila. Il fenomeno è più diffuso al Nord e nei comuni delle aree metropolitane mentre i tassi più bassi al diminuire della dimensione demografica. Secondo l'ISTAT soltanto il 7,4% delle donne ha denunciato la violenza subita. La quota di sommerso è dunque altissima, visto tra le donne che hanno subito violenza, la maggior parte di loro si confidano con un familiare o con un amico, poche sono coloro che decidono di rivolgersi ai servizi sociali, alle forze dell'ordine, a uno psicologo. Chi è l'uomo violento? Ecco una testimonianza. L'uomo violento è spesso una persona che non ti lascia respiro per tutte le attenzioni che ti dona. Attenzioni non richieste, di apparenza, grandi gesti a fronte di una quotidianetà segnata dall'assenza e dalla fuga. Un comportamento contradittorio ed una assenza oppressiva, perchè dietro il terrore delle sue citiche ed esplosioni di rabbia, c'è sempre il fatto che "lui" fa tante cose, provvede per la famiglia mentre "lei"...... continua la testimonianza....... "Neanche fargli trovare la casa a puntino come piaceva a lui? Ricordo benissimo i fasci di rose, i regali splenditi, le poesie che mi scriveva, il fatto che quando avevamo ospiti cucinasse davanti a tutti i piatti eleborati...ma poi nella quotidianetà, quando eravamo soli io e lui, tornava a casa, si spogliava lasciando i vestiti in giro per la casa e poi criticava il mio "disordine", si arrabbiava se il piatto non era in tavola esattamente nel momento in cui lui aveva finito di spogliarsi (questo lo faceva andare in bestia), si immusiva se avevo preparato qualcosa che non gli piaceva, mettendo via il piatto con un gesto sgarbato, poi si buttava a letto senza degnarmi di uno sguardo o di una parola..... I suoi silenzi ostili erano all'ordine del giorno, nei momenti di tensione, si metteva anche di mezzo la sua famiglia, ecco che il silenzio diventava all'improvviso una raffica di insulti, minacce e offese, con qualche sberla se reagivo. Perchè è lui che mantiene la famiglia, lui che mantiene in piedi il matrimonio ed io ero quella che lo faceva arrabbiare perchè non facevo quello che diceva........ perchè l'uomo è sempre stato padrone." Se le donne non riesconon a trovare alleati nel mondo della comunicazione, che contribuisce molto a costruire le opinioni, le possibilità di incidere nella cultura e nei comportamenti continueranno ad essere minime e il messaggio resterà flebile. La prossima occassione ci sarà con la manifestazione di Roma . Tante donne in piazza avranno la possibilità di raggiungerne tante altre, attraverso la stampa, spiegando bene quale è il problema e dove trovare la soluzione.



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