MOLFETTA - Un’enorme spianata. L’anno scorso erano stati abbattuti gli alberi di ulivo: il primo passo. Da poco più di un mese le ruspe hanno levigato l’area: la fase successiva. A questo punto, non resta che piantare al posto degli alberi i primi cantieri. Passa inosservata la zona a destra della discesa del ponte di via Berlinguer verso via XXV Aprile (a fianco dell’Istituto per i Servizi Commerciali, Turistici, Sociali «Mons. Antonio Bello»). Proprio l’area fondiaria che dovrebbe ospitare le 9 palazzine della maglia D del comparto 18, oltre alla viabilità a ridosso della scuola e, soprattutto, a strapiombo su Lama Martina-Cupa.
La
variante del comparto 18, presentata dal Consorzio dei proprietari lo scorso novembre 2011, dovrebbe ancora ricevere il parere favorevole dell’Autorità di Bacino (AdB). Eppure, non solo si sono abbattuti gli alberi, ma si sta procedendo alla cantierizzazione dell’area. Nel caso in cui i lavori dovessero essere poi bloccati per la contestazione di un abuso edilizio, al fascicolo di Molfetta si potrà ascrivere l’ennesimo stupro di una costola di Lama Martina-Cupa. Perché quell’area è ormai irrecuperabile.
Tra l’altro, la collocazione delle palazzine nella fascia di rispetto della lama violerebbe tutte le prescrizioni e le direttive per la tutela e la valorizzazione delle lame fissate dal Piano di Assetto Idrogeologico, dal PUTT/p, dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e da numerose leggi italiane ed europee, come più volte Quindici ha evidenziato e ribadito nell’ultimo anno.
Sarebbe stato opportuno, invece, recuperare sin da subito l’area per attrezzature d’interesse collettivo posta ai piedi del ponte, tra le vie Giulio Cozzoli e XXV Aprile, preda di vandalismo, degrado e rifiuti di ogni genere (di recente è stata tagliata in parte la sterpaglia presente). Anche questa sarebbe stata comunque una chimera, in assenza di un Piano dei Servizi che normerebbe l’individuazione e la realizzazione delle aree a verde o di verde attrezzato nel centro urbano.
Insomma, la spianata rappresenta l’ennesima violenza su Lama Martina-Cupa, come già accaduto per la nuova zona residenziale tra via Berlinguer, via Terlizzi, la SS 16 bis e la strada vicinale del Mino (comparto 1-12): si è eliminata un’aera degradata, senza cercare di recuperarla e di adattarla al contesto ambientale di tutela e valorizzazione.
Allo stesso tempo, sulle future 9 palazzine e sui loro residenti aleggia come uno spettro il rischio idrogeologico. Tra l’altro, non è presente neppure il cartello d’inizio dei lavori. Una situazione anomala, che potrebbe essere poi sanata come accaduto in altri casi a Molfetta.
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