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Comparto 18, spianata anomala: 9 palazzine a strapiombo su Lama Martina
06 luglio 2012

MOLFETTA - Un’enorme spianata. L’anno scorso erano stati abbattuti gli alberi di ulivo: il primo passo. Da poco più di un mese le ruspe hanno levigato l’area: la fase successiva. A questo punto, non resta che piantare al posto degli alberi i primi cantieri. Passa inosservata la zona a destra della discesa del ponte di via Berlinguer verso via XXV Aprile (a fianco dell’Istituto per i Servizi Commerciali, Turistici, Sociali «Mons. Antonio Bello»). Proprio l’area fondiaria che dovrebbe ospitare le 9 palazzine della maglia D del comparto 18, oltre alla viabilità a ridosso della scuola e, soprattutto, a strapiombo su Lama Martina-Cupa.
La variante del comparto 18, presentata dal Consorzio dei proprietari lo scorso novembre 2011, dovrebbe ancora ricevere il parere favorevole dell’Autorità di Bacino (AdB). Eppure, non solo si sono abbattuti gli alberi, ma si sta procedendo alla cantierizzazione dell’area. Nel caso in cui i lavori dovessero essere poi bloccati per la contestazione di un abuso edilizio, al fascicolo di Molfetta si potrà ascrivere l’ennesimo stupro di una costola di Lama Martina-Cupa. Perché quell’area è ormai irrecuperabile.
Tra l’altro, la collocazione delle palazzine nella fascia di rispetto della lama violerebbe tutte le prescrizioni e le direttive per la tutela e la valorizzazione delle lame fissate dal Piano di Assetto Idrogeologico, dal PUTT/p, dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e da numerose leggi italiane ed europee, come più volte Quindici ha evidenziato e ribadito nell’ultimo anno.
Sarebbe stato opportuno, invece, recuperare sin da subito l’area per attrezzature d’interesse collettivo posta ai piedi del ponte, tra le vie Giulio Cozzoli e XXV Aprile, preda di vandalismo, degrado e rifiuti di ogni genere (di recente è stata tagliata in parte la sterpaglia presente). Anche questa sarebbe stata comunque una chimera, in assenza di un Piano dei Servizi che normerebbe l’individuazione e la realizzazione delle aree a verde o di verde attrezzato nel centro urbano.
Insomma, la spianata rappresenta l’ennesima violenza su Lama Martina-Cupa, come già accaduto per la nuova zona residenziale tra via Berlinguer, via Terlizzi, la SS 16 bis e la strada vicinale del Mino (comparto 1-12): si è eliminata un’aera degradata, senza cercare di recuperarla e di adattarla al contesto ambientale di tutela e valorizzazione.
Allo stesso tempo, sulle future 9 palazzine e sui loro residenti aleggia come uno spettro il rischio idrogeologico. Tra l’altro, non è presente neppure il cartello d’inizio dei lavori. Una situazione anomala, che potrebbe essere poi sanata come accaduto in altri casi a Molfetta.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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TESTO DELLA CELEBRE CANZONE DEL NOSTRO CONCITTADINO IL MOLFETTESISSIMO MICHELE SALVEMINI IN ARTE "CAPAREZZA" -VIENI A BALLARE IN PUGLIA- STA DIVENTANDO L'INNO CONTRO IL DEGRADO DELLE PERIFERIE E GLI ATTI DI VANDALISMO PERPRETATI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MOLFETTA. -------------------- I delfini vanno a ballare sulle spiagge. Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti. Le nuvole vanno a ballare all'orizzonte. I treni vanno a ballare nei musei a pagamento. E tu dove vai a ballare? RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perchè può capitare che si stacchi e venga giù. Ehy turista so che tu resti in questo posto italico. Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio. Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA. Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la morìa più buona. C'è chi ha fumato i veleni dell'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma. Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese. Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese. Dove quei furbi che fanno le imprese,no non badano a spese, pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù. E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia si accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba. Vieni a ballare compare nei campi di pomodori dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori. Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli. Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati. Mortificati, non ti rovineremo la gita. Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia. Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù. O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te.

Senza il manto verde che ricopre (?) il nostro pianeta, e che è costituito da più di 300 mila vegetali, la vita animale come noi la conosciamo (Homo sapiens compreso) non si sarebbe mai sviluppata. Fu grazie al diffondersi della vegetazione che, milioni di anni fa, l'ossigeno (all'inizio presente solo in tracce nell'atmosfera) passò alla proporzione di un quinto, favorendo l'esplosione della vita animale. Alcuni biologi ritengono che l'estinguersi di una specie vegetale possa condurre all'estinzione di varie specie animali, forse addirittura di una trentina, perché le conseguenze si ripercuotono sulla catena alimentare. Le piante trasformano la luce del sole in una riserva di energia chimica da cui dipende tutta la vita animale, sia per il cibo, sia, nel caso degli esseri umani, per il combustibile. L'enorme varietà di piante consente alle forme di vita animale di adattarsi a tutti gli ambienti immaginabili: al deserto, alla tundra, ai tropici, che hanno la più ricca speciazione. Dipendiamo continuamente da questa ricchezza verde, che ha indirettamente effetti benefici sul suolo e sul clima, e che fornisce direttamente la nostra tavola, le nostre fabbriche e i nostri ospedali. L'uomo ha dimenticato di essere un “animale”, credendosi presuntuosamente un figlio di entità superiore e, per questo, continua a distruggere il suo stesso habitat convinto che quell'entità superiore intervenga a suo favore. Quanto sta accadendo su tutto il pianeta, dimostra quanto sia “falsa” tale credenza.

I buchi andavano tappati per la fuoriuscita di topastri, i quali spaventavano i passanti: un lavoro ben fatto. Veniamo al sodo, al nocciolo del problema: la vostra ignoranza nella tematica dell'evoluzione planetaria. Molfetta si sta trasformando, evolvendo in una nuova visione di qualità della vita e della stessa città: dopo la definizione di "principessa del sud" e altre che sorvoliamo per non aggiungere altr'acqua (lacrime) su quella che passerà per la città e diretta verso il mare, verso il porto, Molfetta sarà la Venezia del sud. Con il porto e le piogge che scenderanno verso lo stesso, si velocizzerà il trasporto delle merci da e per il porto. Niente camion, tir vari a infettare l'aria e l'ambiente ma solo mezzi di trasporto cantieristico navale, previo un boom dello stesso. Una Molfetta tutta navigabile, da est a ovest da sud a nord, da nord a est, da ovest a sud e tutte le combinazioni possibili. Certo, tutto questo non avverrà dall'oggi al domani e nemmeno dal domani al dopodomani, tempo al tempo, con giusto ritmo evitando così dei possibili quanto mai improbabili intoppi. Come già qualcuno ha scritto, non saremo noi a vedere queste bellezze e forse nemmeno i nostri figli.....ma i nostri nipoti. Qualcuno scriverà e dirà: "I topi non avevano nipoti",.... bhe allora vorrà dire, tappando tutti i buchi e con l'acqua che scenderà a valle e verso il porto, faremo tutti la fine dei topi, allora si che i topi non avranno nipoti. Altri diranno e scriveranno ai posteri: AVEVANO RAGIONE QUEI QUATTRO KOMUNISTI! (Ogni riferimento a persone e cose è puramente casuale, anche perchè il gravoso problema non è solo locale ma globale)



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