Comizio del sindaco: bilancio di 7 mesi di amministrazione
MOLFETTA – 2.1.2002
Dopo un black-out tecnico, impossibile da riparare nelle festività e dovuto al nostro provider, riprendiamo la cronaca quotidiana da Molfetta, con il resoconto del comizio del sindaco che non abbiamo potuto mettere in rete prima.
“Il governo a rete”, questo il titolo del comizio (annunciato con mega-manifesti) del sindaco Tommaso Minervini (nella foto) nell’aula magna del Seminario Vescovile, con la partecipazione di tutti i consiglieri comunali, la giunta e i deputati del centro-destra Amoruso e Azzollini. Il sindaco ha sciorinato un lungo elenco di cose fatte dal 30 maggio ad oggi: una noiosa elencazione di provvedimenti, molti dei quali, come egli stesso ha riconosciuto, opera del centro-sinistra, che naturalmente non è possibile riportare in un notizia di un sito internet. La cronaca è tutta qui, va aggiunto soltanto che il sindaco ha rivendicato il merito di essere riuscito a fare tutto questo grazie alla sua abilità e capacità amministrativa e alla stabilità della maggioranza, garantita accontentando tutti con assessorati e presidenze. Per i prossimi anni sono stati chiesti grandi finanziamenti di miliardi a Stato e Regione, grazie all’intesa con i governi di centro-destra.
Un comizio di questo tipo, più che per la cronaca, interesse per i possibili commenti e le valutazioni politiche che se ne possono trarre.
Vi proponiamo qui un primo commento riportato anche nella pagina “Dite la vostra” (che trovate nel sito in basso a sinistra fra le rubriche) nella quale tutti possono esprimere le proprie opinioni e scrivere i propri articoli: CONSULTATELA.
Una chiesa per un imperatore
“Sono stato in silenzio per mesi, perché ho scelto di parlare con i fatti”, ha esordito così il sindaco Tommaso Minervini nel comizio di fine anno e ha parlato con i fatti: mega-manifesti, sontuosa cornice dell’aula magna del Seminario vescovile con altare alle spalle, cifre a valanga (scuola socialista ispirata al maestro, ndr) da stordire l’uditorio (naturalmente annoiato, ndr).
E il “governo a rete”, come era scritto a caratteri cubitali negli enormi manifesti ha rappresentato l’happening post-natalizio del centro-destra che ha voluto rimarcare il collegamento con gli altri enti governati dal centro-destra con la presenza accanto al sindaco del senatore Antonio Azzollini (Forza Italia), e dell’on. Francesco Amoruso (Alleanza Nazionale).
Nella sua lunga sequela di provvedimenti il sindaco ha messo di tutto e di più: urbanistica, socialità, ambiente, opere pubbliche, insediamenti di attività produttive, ha onestamente ammesso Tommaso Minervini. Aggiungendo, però: “In moltissimi altri casi, però, per iniziativa soltanto nostra, la città ha raggiunto importanti risultati” e qui ha perso l’occasione di dimostrare di essere un politico intelligente.
Minervini 2 è anche tornato sul Prg di Molfetta: “approvato dopo 17 anni”, ha detto il sindaco, precisando che anche “un nostro ottimo rapporto con l’ente Regione ha reso più semplice l’iter di approvazione”. La “strada del fare” scelta da Tommaso Minervini, non può prescindere, però, da una “stagione di stabilità”, che – come ha detto nell’intervista a “Quindici” – significa accontentare tutti, ma “saper dire anche no” (qualche volta, ndr). “Tutti i miei consiglieri comunali sanno di non rappresentare solo se stessi, ma di essere la classe dirigente della città. E’ questo il bene supremo. Per il quale vale la pena consumare le proprie energie e anche la propria vita”, ha concluso tra gli applausi Tommaso Minervini, con evidente riferimento allo scampato infarto.
Spulciando fra le cifre del papiro dato ai presenti (un record di provvedimenti in soli 7 mesi, meglio di Berlusconi), si rileva, però, che molti dei finanziamenti e dei miliardi (dal 1° gennaio si deve dire milioni) citati sono stati solo chiesti e sono di là da venire. Nessun accenno alle consulenze per centinaia di milioni, citate nell’ultimo numero di “Quindici” in edicola: sarebbe stato interessante aggiungere ai milioni chiesti, anche quelli dati agli “esperti” del Comune.
Non è mancata una stoccata alla stampa, tipica dei governi di destra e sull’esempio del nuovo maestro (Berlusconi), che si vuole arruolata e addomesticata: se scrive la verità, è faziosa. Dopo il culto della personalità in campagna elettorale, siamo all’inizio del regime?
Nota di cronaca: sala gremita, ma solo da impiegati comunali (forzatamente “invitati” o opportunamente “arruolati”, ndr), consiglieri e assessori della maggioranza, oltre alla solita claque del centro-destra. E i cittadini? Erano naturalmente in famiglia in occasione delle festività natalizie, snobbando l’incoronazione in Notre-Dame del novello Napoleone, anch’egli “unto dal Signore”.
Felice de Sanctis