Colto e mangiato, un viaggio di saperi e sapori
Progetto dell’Auser col Comune, per un orto da coltivare con passione
Scambio. Questo è il must del progetto. Per il secondo anno consecutivo, il progetto “Colto e mangiato” comincia il viaggio, un viaggio di saperi e sapori, di trasferimento delle conoscenze da una generazione all’altra, perché “Colto e mangiato” è anche questo: un melting pot di trasferimento di saperi. La dott.ssa Francesca Petruzzella, è la maestra, colei che “sparge” il sapere come i semi da piantare, il dott. Sebastiano Gadaleta è il Presidente dell’Auser, colui che amalgama le anime delle tante e diverse associazioni che partecipano, la dott.ssa Virginia Fiumefreddo, è responsabile progetto Auser, tutti artefici di un progetto che è stato considerato meritorio del patrocinio del Comune di Molfetta con la presenza costante della dott.ssa Enza Cocozza. La dott.ssa Petruzzella sottolinea il valore sociale dell’orto, la manifesta solidarietà che si sviluppa tra “vicini di orto”, che curano l’orto altrui in caso di impossibilità dell’assegnatario. L’orto è pazienza, attesa, rispetto dei tempi, utilizzo di tecniche naturali e rifiuto di erbe seccatutto e prodotti chimici. Il seme ha il suo tempo, afferma il sig. Cosmo Minervini, socio Auser e dispensatore di saperi, uomo laureatosi sul campo. La natura ha bisogno di tempo, le fave si seminano a ottobre, continua. Ma lui, il sig. Cosmo, insegna con le mani, ruvide, callose ma delicate coi semi, con le piantine. I suoi capelli bianchi, le sue rughe, rassicurano, incoraggiano, anche chi, come la sottoscritta, ha la pretesa non solo di volersi cimentare con l’agricoltura, ma, soprattutto, di ricavarne risultati e raccolti stupefacenti, i migliori di tutti i corsisti. Il sig. Cosmo è molto amato dai nipoti che lo seguono anche in questo progetto. A ciascuno dei nipoti assegna un compito, tutti sono indispensabili per il raccolto. Ma il raccolto più importante è stato quello di mettere assieme cittadini di varie fasce d’età e associazioni. Indispensabile, in termini umani, è il contributo di associazioni come “Inco” di Luigi Balacco, che ha reso il progetto internazionale con la partecipazioni di diversi volontari europei, dell’associazione “Oasi” che si occupa dell’accoglienza dei cittadini stranieri, e “Appoggiati a me” e “Apertamente”, le due associazioni che si occupano di minori con disturbi dello spettro autistico, i cui genitori hanno affermato che il contatto dei propri figli con la terra, ha migliorato anche i rapporti tra loro. E non è un caso: la natura è madre generosa e dona. E da quest’anno la famiglia si allarga con la partecipazione della Cooperativa “La strada e le stelle” che si occupa di accoglienza di minori, mamme e asilo nido per i più piccoli. E non poteva mancare la consegna, nella sala riunioni della sede comunale di Lama Scotella, delle targhe identificative da installare nel proprio orto, un gesto che dona ufficialità a quello che non è solo un appezzamento di terreno di 18 metri quadri, ma l’assunzione di responsabilità, voglia di far bene ad un ambiente che ci ospita. “Si può insegnare senza volerlo. Si chiama esempio” (Madre Teresa di Calcutta). © Riproduzione riservata