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Città metropolitana Azzollini Ianus Bifrons la trappola elettorale sulla pelle dei molfettesi
15 ottobre 2012

Buttare in ambito calcistico la diatriba sulla Città metropolitana ha il sapore di bassa politica da retroguardia. Il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, contrario all’«accorpamento » con la Città metropolitana di Bari, si è dimenato in sterili elucubrazioni piuttosto che discutere tecnicamente un provvedimento passato anche dalla Commissione Bilancio del Senato, di cui è presidente e che lui stesso ha votato. Un nonsense politico, che il Pd in una conferenza ha parafrasato in chiave politica: resuscitare la BAT e allargare la circoscrizione elettorale per le prossime elezioni politiche. I giochi sono probabilmente altri. Forse la strenua difesa della sua podestà sul porto. Oppure, la trappola elettorale: ostacolare la creazione della Città metropolitana di Bari (altri Comuni del barese non stanno aderendo) e presentarsi al vanesio molfettese come difensore della città di Molfetta contro Bari e i dictat del Governo Monti (che il Pdl appoggia in maggioranza). Questo potrebbe essere uno dei punti cardine della campagna elettorale di centrodestra. Infine, la riedizione della vecchia Provincia di Bari. VECCHIA NUOVA PROVINCIA DI BARI? Il Consiglio provinciale, convinto che la Provincia di Bari possa sopravvivere, ha richiesto al governo Monti di rivalutarne il riordino, considerando una «eventuale consistente volontà» dei Comuni barese di non aderire alla Città metropolitana. Secondo la delibera approvata il 3 ottobre, la Provincia è contraria alla Città metropolitana di Bari se non circoscritta alla fascia territoriale che comprenda il capoluogo e i Comuni direttamente confinanti, «fermo restando una sua diversa denominazione qualora dovesse coesistere la Città metropolitana». Perciò, il Consiglio provinciale ha invitato «tutti i Comuni della Provincia di Bari ad attivarsi, pervenendo in tempi brevi e comunque compatibili con le scadenze stabilite dagli artt. 17 e 18 del DL n. 95/12 (spending review, ndr), all’adozione di apposita deliberazione di adesione o di non adesione alla Città Metropolitana ». Del resto, i Comuni baresi “ribelli” potrebbero anche richiamarsi all’art.133 della Costituzione, che consente ai Comuni di mutare le circoscrizioni provinciali e istituire nuove Province, con l’approvazione della Regione. Insomma, un’ancora di salvezza per il presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, favorevole alla Città metropolitana solo se vi aderiranno tutti i 41 Comuni della Terra di Bari. Di contro, secondo Schitulli, «il Governo potrebbe abolire la città metropolitana con un emendamento», ricostituendo la vecchia Provincia di Bari, inserendo la BAT, ma anche quei Comuni che vogliono aderire a Bari (es. Fasano, Canosa e Cisternino). Tra l’altro, esiste anche un Patto per la pianificazione strategica di Terra di Bari, deliberato nell’ottobre 2006 (Azzollini era già sindaco) e la costituzione nel 2007 di un’associazione tra Provincia di Bari e Comuni sottoscrittori (tra cui il Comune di Molfetta) per proporre una «Unione di Comuni», oltre all’area metropolitana di Bari. Lo stesso Comune di Molfetta. Solo così si giustifica il comportamento strumentale di Azzollini che, sfruttando la situazione di confusione generalizzata, invece di spiegare la situazione agli ignari cittadini di Molfetta, ha preferito sollevare un polverone mistificatorio, disseminando scompiglio e costruendo visioni artefatte, come la creazione di una nuova Provincia. È anche vero che le decisioni assunte non saranno vincolanti: i pareri espressi saranno trasferiti alla Regione. L’assessore al Federalismo, Marida Dentamaro, dovrà poi redigere la relazione finale da inviare al Governo, cui spetta la decisione finale del ridisegno delle Province. IL DECRETO LEGGE Gli artt. 17 e 18 del DL n.95 definiscono la soppressione delle Province e la istituzione delle Città metropolitane, richiamando i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (art. 118 Cost.) e il rispetto dei poteri di Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni (art. 114 e 177 Cost.) Decade, perciò, l’assunto azzolliniano di «periferia di Bari», di soppressione dell’identità storica e dell’autonomia di Molfetta, di tentato scippo di ogni forma di autonomia ai cittadini di Molfetta, trasformati addirittura in «sudditi di Bari». Evidente l’appello politicamente strumentale al “comunalismo” che, però, pare abbia attecchito tra i cittadini di Molfetta. Che, spinti da un pagano materialismo, ricercano l’effettiva convenienza di questa manovra amministrativa. Per di più, secondo la Legge n.135 del 7 agosto 2012 che ha convertito e modificato il DL n.95, lo statuto della Città metropolitana «può prevedere un’articolazione del territorio del Comune capoluogo medesimo in più Comuni», anche attraverso un referendum popolare. Anzi, lo statuto dovrà disciplinare, secondo i principi costituzionali, «i rapporti fra i Comuni facenti parte della città metropolitana e le modalità di organizzazione e di esercizio delle funzioni metropolitane». Eppure, se contrario, il senatore Pdl Azzollini, presidente della Commissione Bilancio in Senato, avrebbe potuto contestare il DL n. 95 in sede parlamentare. Del resto, la legge di conversione non prevede furti di bilancio, di storia, di identità, di cultura: di solito, i “furti” sono stati realizzati da quei politici, in maggioranza del Pdl, che hanno interpretato la normativa vigente a proprio uso e consumo, depredando i soldi pubblici e ripulendo i portafogli dei contribuenti (le ultime vicende di cronaca nazionale ne sono un esempio palese). Peraltro, rifiutare l’area metropolitana di Bari potrebbe anche determinare il traumatico passaggio nella Provincia di Foggia, se il Governo dovesse imporre con la forza il suo provvedimento (a quel punto ci saranno ricorsi del Comune contro Regione e Stato?). Questa situazione potrebbe rivelarsi un pericolosa trappola mediatica per un centrosinistra locale che dovrà evitare di cadere nella tela del ragno e, soprattutto, scansare figuracce che ridurrebbero maggiormente il suo spread elettorale. Ma questo potrebbe essere già accaduto.

Autore: Marcello La Forgia
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