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Che succede in Asm a Molfetta? Quale futuro per l'azienda e i lavoratori? L'amministrazione naviga a vista Critiche dai consiglieri comunali Gianni Porta e Paola de Candia di Rifondazione comunista
24 gennaio 2020

 MOLFETTA – Dubbi sulla gestione dell’Asm, che si navigasse a vista erano già stati avanzati da “Quindici” da tempo. Oggi arriva una conferma da un comunicato di Gianni Porta e Paola de Candia, consiglieri comunali di Compagni di strada/Rifondazione comunista, in merito alla selezione dei rifiuti plastici.

«Alla fine del 2019 si è conclusa la gestione dell'impianto di selezione di rifiuti plastici, che da anni era affidato dalla Asm alla società privata Trasmar – dicono i due consiglieri comunali dell’opposizione di sinistra -. 

In questi mesi ci sarà, fino ad aprile, una proroga tecnica, ma è giunto il momento di decidere: 

  1. a) come gestire l'impianto (di proprietà dell'Asm); 
  2. b) come risolvere la questione della precarietà dei lavoratori dell'impianto che, qualche settimana fa, hanno scioperato per sollecitare una soluzione definitiva. 
Rispetto a questo scenario l'Amministrazione comunale si sta muovendo in ritardo e senza una strategia di lungo periodo che possa garantire l'Asm e i lavoratori, e ci preoccupa l'eventualità della ricerca di soluzioni avventate e precipitose, che potrebbero rivelarsi irrimediabilmente dannose. 

In questi due anni nonostante le nostre ripetute richieste e sollecitazioni, in Consiglio comunale e non, l'amministrazione Minervini ha rinunciato al progetto (ideato dalla precedente amministrazione di sinistra) di rifacimento di un nuovo e moderno impianto di selezione dei rifiuti plastici, perdendo anche 3.000.000 di euro di contributo regionale. 

Si trattava di un progetto complessivo di 7.700.000 euro che avrebbe garantito la gestione e l'intera proprietà pubblica di un impianto tecnologicamente avanzato e che avrebbe potuto favorire, da una parte, nuovi introiti per le stremate casse aziendali dell'Asm e, dall'altra, la reinternalizzazione di tutti i lavoratori della Trasmar oltre che dare una possibilità a quanti inseriti nella graduatoria Asm per le assunzioni.

Qual è invece oggi la situazione? 

L'appalto è scaduto. L'Asm si ritrova ad ereditare un impianto tecnologicamente vecchio, un impianto che in parte non è di sua proprietà ma di Trasmar, per alcune componenti che l'appaltatore ha modificato in questi anni di sua iniziativa. 

I lavoratori di Trasmar non hanno ancora certezze sul loro futuro mentre i lavoratori di Asm (in particolare i nuovi assunti) non hanno la certezza di vedere riconosciuto il livello retributivo corrispondente alla propria mansione. 

Tutto questo in una situazione economico-finanziaria che vede l'azienda Asm, riportare una perdita potenziale per il 2019 che si aggira intorno a 1.000.000 di euro; una situazione critica lamentata finanche dal presidente Paparella e rispetto alla quale il sindaco continua a non voler aumentare il contributo annuale del Comune verso Asm, contribuendo ad impoverire così l'azienda che non riesce nemmeno a pagare in tempo i TFR agli ex dipendenti che pertanto fanno causa all'azienda, portandola a sborsare altro denaro. 

Pensare, in questa situazione, di riprendersi l'impianto di selezione, ridotto ormai ad un catorcio, e acquistare macchine e attrezzature di proprietà di Trasmar sarebbe l'ennesimo regalo all'appaltatore privato e sarebbe gravissimo, dopo aver rinunciato alla costruzione di un nuovo impianto, avendone le risorse. Tra l'altro ci chiediamo quali e quante partite economiche in sospeso ci siano ancora tra Asm e Trasmar e quanto l'appaltatore debba ad Asm.

Per di più sarebbe irresponsabile promettere, sotto campagna elettorale, la reinternalizzazione ai dipendenti Trasmar, a fronte di una situazione deficitaria dell'azienda Asm che a stento riesce a garantire il dovuto agli attuali dipendenti. 

Una domanda nasce spontanea: non è che si sta portando sul lastrico l’azienda comunale per rendere inevitabile l’affidamento del servizio alla SANB, con il Comune di Molfetta in posizione subordinata, sempre in ossequio ai diktat del presidente Emiliano in materia di gestione dei rifiuti?

Inoltre che fine ha fatto l'impianto di compostaggio?

Senza una inversione strategica e finanziaria, a partire dal prossimo bilancio di previsione, da parte dell'amministrazione, il futuro dell'azienda pubblica Asm e dei lavoratori – anche di Trasmar – è tutt'altro che roseo».

 

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