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Centrosinistra a Molfetta: prove di alleanza, la deriva a destra del Pd e le diffidenze reciproche di un ritorno al futuro Primo incontro delle forze che avevano portato all'elezione del sindaco Paola Natalicchio (convitato di pietra) in vista delle elezioni amministrative del 2017 tra divisioni e trasformismi
10 novembre 2016

MOLFETTAEravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo. La nota canzone di Gino Paoli può riassumere efficacemente l’incontro che si è avuto, qualche giorno fa, fra le forze politiche che hanno portato all’elezione del sindaco Paola Natalicchio. La riunione, sembra convocata da Dèp (Democrazia è partecipazione) il gruppo che aveva come riferimento Guglielmo Minervini, ha visto la partecipazione di Linea Diritta, ex Sel (Piergiovanni e Facchini), Sinistra italiana. C’erano perfino il Pd, ancora diviso e alla ricerca di una difficile mediazione per l’elezione del segretario che dovrebbe avvenire nel congresso cittadino convocato per il 26 e il 27 novembre e i solitari di Rifondazione comunista, sempre partito di lotta e di governo, entrambi i partiti con problemi di intolleranza democratica da risolvere.

L’assenza di Signora Molfetta e della stessa Paola Natalicchio (convitato di pietra), che però, in molte dichiarazioni e negli articoli su “Quindici”, ha confermato di volersi impegnare ancora in politica a Molfetta, è stata spiegata dall’ex assessore alla cultura Betta Mongelli con lo scioglimento della lista civica che è, in pratica, confluita in Sinistra italiana, anch’essa divisa tra i Dèp e gli altri. Infatti, venuto meno il riferimento politico principale, il gruppo Dèp è incerto sul futuro: dopo gli scontri del passato fra il suo leader Guglielmo Minervini, cosa fare del futuro per cambiare il mondo? Dialogare col Pd di Piero de Nicolo o con quello che potrà essere il nuovo segretario (speriamo democratico) che verrà fuori dal congresso (potrebbe essere lo stesso attuale), ma la difficoltà maggiore sta nel fatto che ormai il partito di Renzi viaggia verso il grande centro con gli ex rappresentanti del centrodestra e i ciambotti alla Emiliano. Insomma, riproporre un ritorno all’antico, con personaggi antichi e desueti, dinosauri e affaristi, ai quali la lezione di Trump in Usa non ha insegnato nulla e che invece dovrebbero riflettere su questo nuovo scenario politico.

Dèp, almeno finora, con questi personaggi non vuole dialogare e dato che il Pd ha già fatto accordi con loro, un’alleanza non pare proprio proponibile.

Da uno scioglimento a una costituzione: nasce, infatti, il gruppo “La Puglia in più” di estrazione vendoliana che, dopo la fine dell’esperienza di Sel ha come referente Dario Stefàno e a livello locale l’ex sindaco Tommaso Minervini con Mauro de Robertis.

Un incontro per parlare delle dimissioni di Paola Natalicchio (che ha spiazzato tutti), lasciando liberi tutti di sfogarsi per un abbandono non condiviso, pur in presenza di una maggioranza ormai inesistente per la scelta del Pd di far cadere l’amministrazione di centrosinistra. E per tentare di trovare qualche motivo per stare insieme: una strada lunga e difficile per la presenza di troppe idee diverse su quello che potrà essere il futuro politico della coalizione di centrosinistra. Il nodo certamente resta il Pd, il congresso dirà se la scelta sarà quella del ciambotto o di un ritorno alla coalizione di centrosinistra: ma con quali dirigenti? La speranza di recuperare il Pd dalla sua deriva centrodestrista? La solitudine saccente, elitaria, impregnata di stalinismo di Rifondazione comunista, ancora lontana dal completare il suo percorso democratico che ha portato questo partito a perdere consensi, a scomparire dal Parlamento e dallo scenario politico italiano (resiste solo in qualche riserva indiana come Molfetta)? La diffidenza reciproca non aiuta in queste prove di alleanza futura, in attesa del risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre, vero spartiacque della politica nazionale e locale.

L’incontro dei reduci del centrosinistra voleva essere un avvio di dialogo nella speranza di non finire come nella nota canzone di Gino Paoli. In tanta confusione, per evitare 30 candidati sindaci, le primarie sono d’obbligo: ha ragione Nicola Piergiovanni.

Quindici”, giornale di opinione, libero e indipendente, terrà informati i suoi lettori e i cittadini di Molfetta sull’evoluzione del centrosinistra e intanto andrà a sentire cosa verrà fuori dal congresso del Pd locale. Diremo sempre la nostra liberamente, per i tantissimi lettori che ci seguono (e che ringraziamo della fiducia), malgrado i maldipancia di alcuni partiti di centrosinistra allergici alle critiche e alla libera informazione.

Sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici”, in edicola alla fine della prossima settimana, vi racconteremo la situazione politica locale tra centrodestra e centrosinistra, trasformismi e ciambottismi in vista delle elezioni amministrative del 2017.
Un ritorno al futuro in piena regola.

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