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Centro storico, tornano degrado e siringhe
Atti di vandalismo e rischio sicurezza tra l’indifferenza della città
15 febbraio 2001
cita la celebre legge di Murphy. Nostro malgrado e nonostante ciò che, erroneamente, può parere agli occhi dei cittadini la situazione nel nostro Centro Storico sta peggiorando. Con gradualità, con la apparente flemma che contraddistingue certi processi, che una volta innescati scoppiano poi con impressionante rapidità, la malavita cittadina riorganizza le sue fila, si riappropria di un territorio che, solo in parte, aveva temporaneamente perduto, riaffila gli artigli. Il tutto sotto gli occhi inermi di noi cittadini.
Il tutto mentre si cerca di riaprire nuovi cantieri, di ristrutturare alcuni lotti edificabili, mentre la nuova opulenta borghesia molfettese è tornata a vivere in una parte del Centro Storico. Purtroppo non bastano i cantieri. Non è sufficiente restaurare gli antichi edifici facendoli tornare all’antico splendore. Basterebbe fare un giro per i vicoli del Centro Storico per essere colpiti, come un pugno in pieno viso, dal degrado completo e desolante, dalla sporcizia, dallo stato di totale abbandono in cui vessa più della metà delle città vecchia. E’ necessario compiere dei veri e propri slalom tra la spazzatura e le lamiere che tenevano chiusi gli accessi di palazzi abbandonati. E sono tornate anche le siringhe gettate lì, a casaccio, agli angoli delle stradine. Erano anni che non mi capitava di imbattermi nel segno più tangibile della desolazione. Che gli anni ’80 siano tornati? Che si stia compiendo una lenta ma, ahimè, inesorabile involuzione? Tutti conosciamo in quale bizzarro modo si è conclusa la vicenda dell’operazione
e da buoni italiani, a parte una sana dose di indignazione, abbiamo ingoiato il rospo. Molfetta Vecchia è dunque ancora un centro nevralgico per la malavita locale. Per cui sono ricominciati gli atti di vandalismo: vetri rotti per il Centro Giovani, porte sfondate e simbolici “regali” per i volontari e gli Scout, piccoli furti. Vecchie dimostrazioni di forza. Antiche liturgie. Il tutto avvolto nel solito muro di gomma dell’omertà e del silenzio. Silenzio di chi in quel quartiere ci vive e indifferenza da parte del resto dei cittadini. Come se il Centro Storico non ci appartenesse, come se non fosse il segno evidente delle vecchie politiche molfettesi, una cicatrice per ricordare a tutti le speculazioni edilizie e il malgoverno di decenni. Ora ci si appresta ad un nuovo giro di vite. Nuovi apprendisti stregoni e vecchie volpi sono già pronti per la prossima campagna elettorale.
avrebbe detto Tomasi di Lampedusa. Personalmente sono ancora una sognatrice…purtroppo.
Serena Adesso
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