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Celebrazioni separate a Molfetta per il 25 aprile I sindacati vanno via quando parla il sindaco. Successo della manifestazione dell’Anpi
15 maggio 2023

Celebrazioni separate per il 25 aprile a Molfetta. Malgrado gli auspici, è mancata la manifestazione unitaria per celebrare la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista e criminale di Mussolini, durata 20 anni. Il sindaco Minervini e l’amministrazione comunale hanno promosso la celebrazione ufficiale con la tradizionale deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti nella villa comunale. Lo stesso Tommaso Minervini nel suo discorso non ha contribuito alla “pacificazione” sostenendo che «è triste vedere come col passare degli anni e quest’anno in particolare, la memoria della Resistenza è stata tristemente “partitizzata”, ritenendo in modo antistorico e illegittimo che la Resistenza sia di una sola parte e non di tutte le forze democratiche. Una modalità figlia di un relativismo malato, se non peggio, di piccina e preconcetta opposizione provincialistica, dettata più da istinto di fazione che da ragionamento e responsabilità politica generale. Così facendo si deforma, anzi si mistifica, l’obiettivo della festa di liberazione che deve essere con chiarezza il ribadire il sacrificio di milioni di donne e uomini, civili e militari che hanno combattuto la guerra di liberazione e quella di Resistenza per la democrazia, la libertà e la Costituzione repubblicana. Non si può far scadere a rappresentazione faziosa». Ed ha aggiunto: «Il 25 aprile non è un monopolio culturale. E’ il patrimonio condiviso, è festa della libertà. Perché solo così deve essere celebrato, perché questo deve essere l’unico modo per festeggiare pienamente la liberazione, la festa condivisa dedicata ai partigiani di ogni colore, ebrei, antifascisti di ogni tempo, in nome della democrazia e della libertà». Le organizzazioni sindacali Cgil, Cils e Uil, appena il sindaco ha preso la parola, hanno abbandonato la manifestazione per recarsi a quella promossa dall’ANPI (Associazione partigiani) di Molfetta, davanti al Liceo Classico a Corso Umberto, che è stata più corale, partecipata e coinvolgente. Cominciata con il canto popolare della Resistenza “Bella ciao” e con l’esposizione dello striscione “Il 25 aprile è divisivo solo se sei fascista” è stata anche una forma di protesta verso un’amministrazione comunale (che, tra l’altro, ha al suo interno un nostalgico di Mussolini) che parla di condivisione solo a parole, ma, nei fatti, ignora le altre forze politiche e soprattutto i rappresentanti dei lavoratori. Insomma, quel popolo di cui parla il sindaco, non c’era alla sua manifestazione, né il primo cittadino ha fatto nulla per coinvolgerlo. Ha invitato le scuole, come dice un comunicato del Comune: «Insieme Maria Pia, Natalia, Flavia, Maria Letizia, Angelica, Doriana, Antonio, Lucia, Anita, Alessandra, questi i loro nomi, in rappresentanza di tutti i loro coetanei hanno “raccontato” la resistenza e onorato la festa della Liberazione leggendo brani di Mattarella, Calamandrei, Gramsci, Segre, Pertini, Calvino, Ungaretti, Salvemini. Loro, gli studenti dei licei Da Vinci/Einstein, Vito Fornari, degli Istituti scolastici, Mons. Bello, Galileo Ferraris e Vespucci, con la loro presenza, accompagnati dai loro insegnanti, hanno dato un senso pieno alle celebrazioni del 25 aprile. Hanno preso parte al corteo, hanno assistito alla cerimonia dell’alzabandiera, si sono fermati ai piedi del Monumento ai Caduti di tutte le guerre per testimoniare l’importanza della libertà, per rappresentare tutto il loro dissenso nei confronti della guerra e della violenza». La manifestazione dell’Anpi è apparsa più corale e soprattutto partecipata. Per la prima volta dopo tanto tempo si sono ritrovati insieme le forze politiche progressiste dal Pd a Sinistra Italiana, da Rifondazione ai sindacati, dai Movimenti “Rinascere” e “Area pubblica”, da Legambiente all’Arci, agli scout dell’Agesci. E’ la stessa presidente dell’Anpi, Fiorenza Minervini, a ricordare che è stato un momento molto importante per la nostra comunità, una celebrazione plurale capace di unire sui principi della resistenza e dell’antifascismo molteplici realtà sociali e politiche. «Abbiamo scelto il liceo come luogo a Molfetta della resistenza. Questa rete di associazioni, partiti sindacati, simile al Cln, che si riconosceva nei valori di antifascismo, libertà e pace, sarà una forza che potrà cambiare Molfetta ». Nel Liceo ci sono ancora i ricordi di Gaetano Salvemini, Tommaso Fiore, Carlo Muscetta. C’era anche la mamma di Fiorenza, Liliana Gadaleta Minervini, allieva di Gaetano Salvemini, una bandiera dell’antifascismo e della sinistra locale, a testimoniare, con i suoi 92 anni, i valori della Resistenza e della libertà. Sono state lette pagine dei martiri della Resistenza, delle donne partigiane, recitate da Francesco Tammacco e Laura Scardigno con l’accompagnamento musicale della bella voce di Marta De Feo e la chitarra di Alessandro Angione. In tutti gli interventi sono stati stigmatizzati affermazioni e comportamenti del governo Meloni e dei suoi ministri, oltre al presidente del Senato La Russa, che non riescono a pronunciare la parola “antifascista” e fanno riferimento all’infausto ventennio fascista del criminale Mussolini. Anche la sezione locale di Fratelli d’Italia si è distinta per un comunicato divisivo e offensivo per la Resistenza. Non è mancato l’aspetto pacifista, con riferimento alla guerra in Ucraina, con la condanna dell’invasione russa voluta dal criminale di guerra Putin. L’auspicio è che la guerra possa cessare per riportare la pace in quel martoriato Paese, i cui abitanti stanno combattendo come partigiani per difendere la loro terra e la loro libertà. Una manifestazione, quella di Molfetta, per confermare che l’antifascismo è vivo e che indietro non si torna, ma che vanno difesi i diritti civili, le donne e va recuperata quell’umanità fatta di accoglienza dei migranti che fuggono dalla fame, dalla guerra e dalle persecuzioni. Una bella iniziativa come non si vedeva da tempo e nella quale tutti si sono ritrovati in spirito di amicizia e di libertà, il miglior modo per festeggiare la liberazione dal fascismo e il ritorno della democrazia in Italia. Nel pomeriggio c’è stata una passeggiata per le vie della città intitolate agli antifascisti: i partecipanti a questa Passeggiata Antifascista si sono incontrati in via don Pietro Pappagallo e hanno proseguito per via 25 Aprile, via di Vagno, via Gobetti, via Matteotti, via don Minzoni, via Gramsci, via Fratelli Rosselli raggiungendo poi piazza Gramsci e continuando poi per via Gesmundo, via Martiri della Resistenza, piazza don Sturzo, via G. Salvemini e via M. Azzarita. In corrispondenza della targa toponomastica di ciascun luogo sono stati deposti dei fiori e il corteo si è soffermato a conoscere la loro storia e a riflettere sugli insegnamenti e sul pensiero di questi martiri con la lettura di alcuni brani stralciati dai testi scritti dagli stessi. Si auspica che questo evento possa rientrare, negli anni futuri, nel programma del 25 aprile di Molfetta, come scuola itinerante sull’antifascismo al fine di rendere i cittadini e le cittadine e soprattutto le giovani generazioni più consapevoli dell’operato che questi antifascisti hanno avuto e dei principi che hanno guidato la loro vita e con l’obiettivo di accrescere il senso di cittadinanza attiva e partecipata. Questo il testo del documento diffuso fra i partecipanti alla manifestazione, con le richieste del coordinamento 25 aprile: «“Uccisi perché italiani” e “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza”: è da queste due frasi, dette rispettivamente circa un mese fa dalla prima ministra Giorgia Meloni e dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che vogliamo partire. Due frasi che rappresentano a pieno un percorso di revisionismo storico ormai da tempo in vigore nel nostro Paese e che preoccupa non poco quando viene condiviso dalle più alte cariche dello Stato. Rimettere in discussione i fatti e le verità storiche di quanto accadde il 23 marzo 1944 in via Rasella e la conseguente rappresaglia avvenuta il giorno dopo alle Fosse Ardeatine, ci porta ad impegnarci con ulteriore slancio e con maggior convinzione nella difesa della giornata del 25 aprile. Una giornata che riteniamo debba essere valida per tutti gli italiani, per tutti i partiti, per tutte le associazioni che si rivedono nei principi della nostra Costituzione. E questo vuol dire solo una cosa: essere antifascisti. Chi ricopre ruoli di governo e quindi giura sulla Costituzione, dai sindaci ai ministri, dagli assessori comunali ai parlamentari giura non solo sulla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana che vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista, ma giura anche sui suoi principi antifascisti della democrazia, della libertà, della repubblica e dell’uguaglianza. Agire contro questi principi vuol dire agire contro la Costituzione. Ed è sempre secondo la nostra Costituzione, per la quale all’articolo 11 “l’Italia ripudia la guerra (…) come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, che ribadiamo il desiderio di pace. Un desiderio quanto mai ora forte e vivo in ognuno di noi e, come i partigiani di allora, chiediamo una pace giusta ed equa e dove c’è pace non ci può essere guerra ed è per questo che ribadiamo l’importanza di fermare immediatamente questo compulsivo riarmo globale, su tutti i fronti affinché possa ricominciare quanto prima un dialogo basato sulle ragioni e non sugli arsenali. Come coordinamento del 25 aprile non chiediamo molto ma solo antifascismo e pace: ora e sempre. Anpi Molfetta Giovanni e Tiberio Pansini». © Riproduzione riservata

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