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Case nuove, ma già vecchie Al Lazzaretto 80 case popolari hanno già problemi di manutenzione
15 marzo 2000

La signora Isabella de Candia è arrabbiata. E non è la sola. La incontriamo presso la sua abitazione - al numero civico 8 di via Prol. A. Fontana (zona Lazzaretto) - in uno degli 80 alloggi di edilizia popolare assegnati dallo Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) fra l’agosto e il dicembre del 1998. Ci fa entrare nel suo appartamento per mostrarci uno dei motivi del suo malcontento: “guardi questo muro: basta un semplice colpettino e l’intonaco viene via; è così da quando queste case le abbiamo avute”. Su una parete sono evidenti dei rigonfiamenti. Facciamo fatica ad accettare il fatto che, a distanza di poco più di un anno dall’assegnazione, questi alloggi stiano già in questo stato. Ma è così. Come si diceva, la signora Isabella non è l’unica a lamentarsi né quello degli intonaci è l’unico disagio. “Tutti gli 80 alloggi assegnati nel 1998 in questo quartiere - denuncia Nicola Zambetti responsabile del Sunia (il sindacato unitario degli inquilini assegnatari) - hanno intonaci cadenti e nelle aree retrostanti destinate a parcheggio, l’illuminazione interna è carente. Diverse caldaie non funzionano più ed è un fenomeno che si sta diffondendo in tutti gli appartamenti”. Gli inquilini confermano: pare che dai rubinetti esca solo acqua troppo calda o ghiacciata. “Sono stata un mese e mezzo senza acqua calda - si lamenta un’altra inquilina colpita dal ‘virus’ delle caldaie - e per di più manca ancora il gas metano”. Quello del gas, però, e un problema risolto. O quasi. La rete distributrice, seppur in ritardo, è stata realizzata; lo IACP ha pagato quanto di sua pertinenza all’impresa erogatrice, sicché presto si darà il via agli allacciamenti nelle abitazioni. Ma gli altri problemi restano aperti. “E’ una situazione molto grave” incalza Zambetti, “non è possibile vivere in queste condizioni quando non hai acqua calda e non puoi appendere nemmeno un quadro. Ed è tanto più grave se si pensa che gli altri 30 alloggi consegnati solo qualche mese fa (nel dicembre ‘99), già presentano gli stessi vizi. Vogliamo che si intervenga al più presto per accertare eventuali responsabilità dell’impresa costruttrice e, soprattutto, per ripristinare lo stato normale di queste case”. La gente è stufa di aspettare. Il SUNIA, intanto, si è mosso subito con una fitta serie di lettere denuncia destinate all’Istituto. Quest’ultimo, dal canto suo, fa sapere di essere a conoscenza dei disagi e che nei prossimi giorni interverrà la “Commissione di collaudo” per accertare in maniera ufficiale, tramite una perizia tecnica, la gravità dei danni. Giovedì 3 marzo c’è stato un incontro con i rappresentanti degli inquilini durante il quale si sono definiti tempi e modalità di intervento. Ma qualcuno non si fida. “Per loro è sufficiente aver consegnato le case. Quello che accade dopo, poi, non interessa” è la sconsolata conclusione della signora Isabella. L’augurio è che sia al più presto smentita. Cosimo de Gioia Case popolari... in brutte acque Per la serie: le case popolari fanno acqua dappertutto - e, ahinoi, qui non lo si dice solo in senso figurato - basta andare in via Papa Pacelli (zona 167) ai numeri civici 8, 10 e 12. Già proprio così: fanno acqua. A livello delle fondamenta di questi stabili, infatti, una perizia tecnica dello IACP ha riscontrato la formazione di “vasche” di acqua stagnante. Si sa soltanto che si tratta di acqua pulita emersa dal terreno sottostante e, quindi, non di provenienza fognaria. Ma questo non riduce di molto il problema. “E’ una situazione già nota da tempo - sottolinea Nicola Zambetti del SUNIA - ma nessuno ci mette al corrente sulla gravità del problema, né in che modo e in che tempi esso sarà risolto”. Fra gli inquilini c’è sconcerto: tutti si chiedono quali inconvenienze può creare una presenza anomala di acqua sotto gli scantinati. In attesa di risposte si può solo aspettare. C. d. G. Due miliardi per lavori di recupero Le buone notizie non mancano. Se altrove si è alle prese con caldaie impazzite, acqua sotto gli scantinati e quant’altro, le famiglie che abitano nelle case popolari di via don Minzoni (civv. 16/a, 16/b), via Bolivar (civv. 1, 3), via Calò (civ. 1) e via San Pio X (pal. D), presto avranno tecnici e muratori dentro casa. Saranno avviati, infatti, lavori di recupero possibili grazie ai 2 miliardi di lire destinati alla nostra città nell’ambito di un finanziamento di 42,3 miliardi deliberato dalla Regione Puglia a favore dello IACP della provincia di Bari (in applicazione della Legge 179/92). Per Molfetta è già pronto il “Programma esecutivo di intervento” nel quale è previsto un generale e notevole maquillage per questi alloggi: rifacimento delle facciate esterne; rifacimento di bagni e cucine; realizzazione di impianti di riscaldamento autonomi; adeguamento degli impianti elettrici a norma della Legge 46/90; creazione di intercapedini nei piani seminterrati; impermeabilizzazioni; installazione completa di ascensori; installazione di impianti di autoclave; sdoppiamento degli impianti idrici e fognanti. I tempi non si prospettano lunghi. Allo stato attuale si dovrà procedere solo alla fase degli appalti per cui i lavori potranno essere avviati - si tratta, però, di voci ufficiose - già dal prossimo settembre. Almeno si spera. C. d. G.
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