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Carmela Minuto: il sindaco pensa solo al porto e abbandona le scuole
15 gennaio 2009

Dopo il 6 gennaio, che tutte le feste porta via, siamo quasi sicuri – perché di certo in questa storia non c'è niente - che segua il 7, che per studenti e docenti vuol dire ritorno a scuola. A Molfetta, negli ultimi tempi, scuola vuol dire disagio e incertezza. Tornano a scuola dopo la pausa natalizia gli alunni della scuola primaria “Vincenzo Valente”, ex Prefabbricata, di cui ci occupavamo nello scorso numero del nostro mensile, i quali dovrebbero godersi, d'ora in avanti, lezioni all'asciutto garantite dagli interventi -tampone del mese scorso. E chissà se, come sorpresa dell'anno nuovo, i bambini della scuola “Zagami” troveranno, un po' in ritardo rispetto ai regali sotto l'albero, quello che solitamente è quasi una ovvietà: il calore di un normalissimo impianto di riscaldamento funzionante. Negli ultimi tempi a Molfetta, insomma, varcare la soglia di un edificio scolastico può voler dire fare un salto nel buio. Di certo non c'è niente, neanche essere studenti del Liceo Classico e fare lezione, azzardando un'ipotesi, al Liceo Classico. Della situazione degli edifici scolastici della nostra città ne parliamo con chi, dal suo blog, affrontava la questione quando il calendario segnava ancora l'anno 2008: la “Valente” aveva appena scoperto che il Comune trovava il denaro necessario per gli interventi strutturali, la polemica sul freddo della “Zagami” infuriava, e Carmela Minuto, consigliere comunale dell'Udc, non lesinava opinioni, suggerimenti e puntate di dita verso i responsabili di una situazione francamente imbarazzante per le scuole molfettesi. «Non si tratta del solito allarmismo strumentale alla contrapposizione politica! Qui si sta veramente sfidando la pazienza e la capacità di sopportazione di genitori, alunni, docenti e personale ausiliario, insomma di tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola a Molfetta», scriveva sul proprio spazio web. Poco più di un mese dopo, la situazione non può essere cambiata di molto. Anche se, in questa storia, di certo non c'è niente. Consigliere Minuto, un mese fa acquistava risonanza il caso della scuola primaria “Vincenzo Valente”, cui sono seguiti gli interventi tampone annunciati dall'assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e la notizia di 391.000 euro in parte stanziati in parte ricevuti dal Comune per la ristrutturazione, eseguibile non prima di primavera. Chiuso il capitolo Valente, scoppiava il caso della “Zagami”, priva di riscaldamento: un inverno difficile per le scuole molfettesi, ma forse la vicenda ha radici molto più lontane nel tempo. Ad oggi come giudica l'operato dell'amministrazione in materia? «L'operato dell'amministrazione in materia è sporadico e teso solo a tamponare le emergenze. Basti pensare che il finanziamento ricevuto per la scuola “Valente” risale al periodo in cui coprivo il ruolo di vice sindaco. In quel periodo mi resi conto della situazione disastrosa delle scuole molfettesi perché, accompagnata da tecnici del Comune mi recai presso tutte le scuole. Ordinai un gran numero di interventi di piccola manutenzione effettuati in economia dagli operai del Comune ricevendo diverse lettere di ringraziamento dei dirigenti scolastici che avvertirono finalmente una maggiore attenzione verso i loro piccoli e grandi problemi. Inoltre riuscii a far deliberare alla giunta diversi interventi di manutenzione straordinaria del valore di 100.000 euro finanziati dal diverso utilizzo di residui su mutui (vedi delibera G.C. n.305 del 31/12/2007). Ed infine feci avanzare richiesta di finanziamento per interventi di manutenzione straordinaria per le scuole Valente e Giaquinto. Ma attenzione perché pare che i finanziamenti anziché destinarli ad eliminare, una volta per tutte, i problemi strutturali saranno utilizzati per allargare i marciapiedi della scuola Valente. Oggi si è tornati alla situazione che avevo trovato di totale disinteresse per i problemi della scuola e questo è inaccettabile». Desta perplessità il fatto che i problemi strutturali (Valente, Zagami) o di sovraffollamento (Berlinguer, Poli) più grossi coinvolgano scuole di costruzione relativamente recente. Crede che vi siano precise responsabilità di chi amministrò e conferì gli appalti di costruzione in quel lasso di tempo? «I problemi strutturali potrebbero essere derivati da una cattiva esecuzione dei lavori e, pertanto, se vi sono delle responsabilità queste attengono ai tecnici comunali che avevano l'obbligo di controllare l'esecuzione dei suddetti lavori oltre che delle imprese esecutrici che dovrebbero essere chiamate a pagarne i danni. I problemi di sovraffollamento attengono, invece, ad errori di programmazione fatti in maniera più o meno consapevole. Molfetta sta pagando il prezzo di diversi errori di programmazione urbanistica che sono stati commessi da tutte le amministrazioni degli ultimi vent'anni. Il piano regolatore è sovradimensionato sia in termini di offerta di abitazioni che in termini di utilizzo del territorio ed è partito senza la programmazione dei servizi; inoltre gli oneri di urbanizzazione secondaria, che dovrebbero finanziare la realizzazione di scuole e giardini, sono stati utilizzati per le urbanizzazioni primarie (strade, pubblica illuminazione, rete fognaria) ed il mancato decollo dell'edilizia privata fa mancare le risorse per il completamento delle urbanizzazioni nelle zone di espansione. Pertanto le risorse mancano e le scuole sono sovraffollate perché la popolazione insediata nelle zone di espansione è notevolmente aumentata e nessuno si è preoccupato dell'edilizia scolastica in quella zona. Ma tutto questo è ormai successo e oggi ci dobbiamo impegnare per la soluzione dei problemi che abbiamo. Come? Prestando molta attenzione ai piccoli problemi di manutenzione ordinaria per evitare che accadano inconvenienti come la mancata accensione degli impianti di riscaldamento. Vigilando con la massima attenzione sulla esecuzione dei lavori di manutenzione sulle strutture scolastiche e sulla utilizzazione delle risorse disponibili affinché vengano destinate a rendere confortevoli gli ambienti scolastici e non i marciapiedi. Utilizzando tutto il patrimonio immobiliare (vedi Lama Scotella) per evitare o, quantomeno, alleviare il sovraffollamento delle scuole in zona di espansione». Scuola Cesare Battisti e scuola Vincenzo Valente accomunate dallo stesso problema al lastrico solare: difficile che sia un caso, soprattutto scoprendo che quello della Valente era stato risistemato solo pochi anni fa, e pare sia addirittura in periodo coperto dalla garanzia. Ci sono secondo lei gli estremi perché l'amministrazione si rivalga in sede legale con le ditte costruttrici? Se sì, perché non lo fa, e in questo caso cosa potete fare voi in quanto opposizione? «L'amministrazione ha l'obbligo di rivalersi in sede legale e un'inerzia in tal senso costituisce danno erariale. L'opposizione ha solo poteri di controllo ed il controllo non si farà attendere». Solo una ventina di giorni fa dal suo blog auspicava una mobilitazione di protesta. Oggi si è tornati a scuola, la stagione delle proteste scolastiche sembra essersi chiusa, alla maniera classica, col mese di dicembre. Teme che la vicenda cada nel dimenticatoio? «La vicenda non potrà cadere nel dimenticatoio se l'amministrazione comunale continuerà a non prestare la dovuta attenzione alle problematiche delle scuole e questo non per merito mio o di qualche altro consigliere comunale ma perché i genitori degli alunni che frequentano le scuole, ed in particolare le mamme che sono sempre più agguerrite, non faranno mancare la loro voce di protesta. Io mi sono limitata a fare da cassa di risonanza di tale protesta e, nei limiti del mio attuale ruolo di consigliere di opposizione, sono pronta a dare battaglia». Capitolo sovraffollamento: ormai nella zona 167 la distribuzione degli istituti sembra non tenere conto dello sviluppo edilizio che la città sta subendo. Come si può intervenire nella pratica, e con che fondi? Tempo fa lanciò l'idea di una “sponsorizzazione” da parte dei grandi investitori di Outlet e Mongolfiera, anziché destinare quei fondi a concerti o manifestazioni di altro tipo. E poi, c'è il suo vecchio cruccio dell'edificio destinato ad uso scolastico di Lama Scotella, a due passi dalla Poli… «L'idea della sponsorizzazione di Outlet ed Ipercoop destinata alla ristrutturazione delle scuole mi sembra una regola di buona amministrazione che sicuramente verrebbe accolta con entusiasmo dai finanziatori che potrebbero fregiarsi di aver contribuito ad un'opera veramente meritoria, altro che concerti. Ma anche in termini di marketing è una idea eccezionale. Ve lo immaginate cosa significa per Outlet o Ipercoop avere una targa sull'entrata della scuola con sopra scritto “Il rifacimento del lastrico solare di questa scuola è stato finanziato da …”. Un utilizzo di tali risorse per le scuole sarebbe perfettamente coerente con la politica di rigore del bilancio comunale che il sindaco ribadisce in ogni occasione come un fiore all'occhiello del suo operato, altro che concerti per pochi intimi. Poi c'è l'annosa questione di Lama Scotella. Come ho già detto, preso atto degli errori di programmazione fatti e del sovraffollamento delle scuole limitrofe alla zona di espansione, Lama Scotella doveva restare scuola. Sin dal 2006 chiesi al sen. Azzollini di inserire nel programma elettorale ed amministrativo questa destinazione di quell'edificio che non risolve il problema degli uffici comunali ma sicuramente lo aggrava perché solo alcuni uffici potrebbero trovare posto in quel fabbricato e questi ultimi rimarrebbero molto distanti da tutti gli altri che sono in centro creando problemi logistici ed organizzativi. In definitiva stiamo sottraendo alla sua destinazione originaria un edificio che oggi potrebbe risolvere i problemi di sovraffollamento scolastico senza risolvere nulla sul piano della logistica degli uffici comunali. Due danni in uno».
Autore: Vincenzo Azzollini
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