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Carmela Minuto (FI) di Molfetta non è più senatrice della Repubblica
15 dicembre 2021

Finisce con un voto in aula a Palazzo Madama l’esperienza politica di senatrice di Carmela Minuto di Molfetta. «Prendo atto della decisione della Giunta delle elezioni e immunità parlamentari e proclamo senatore Michele Boccardi»: con queste parole la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha chiuso una contrastata vicenda riguardante il seggio ottenuto da Forza Italia in provincia di Bari, inizialmente attribuito, nel marzo del 2018, ad Anna Carmela Minuto e contestato da Boccardi. Michele Boccardi era stato eletto nello stesso partito nel 2018 in Puglia e mai proclamato per un presunto errore della Corte d’Appello di Bari, che avrebbe invertito i seggi tra lui e Minuto. Casellati ha ricordato che ci sono 20 giorni a disposizione per la presentazione di eventuali reclami. La decisione di Palazzo Madama è arrivata dopo la bocciatura di un ordine del giorno sul caso, proposto dal senatore del Misto, Raffaele Fantetti, e bocciato a scrutinio segreto. Per la decadenza di Carmela Minuto si era già pronunciata la Giunta delle elezioni e immunità parlamentari che nel luglio del 2020 aveva riconosciuto il ricorso di Boccardi assegnandogli il seggio, congelato fino ad ora per una mancata calendarizzazione della riunione dell’aula del Senato. Le ambiguità e i giochi della politica hanno favorito questo pasticcio, al punto che Boccardi, stanco dei tanti rinvii e mancate calendarizzazioni di questa decadenza, aveva denunciato alla magistratura ordinaria anche la stessa presidente del Senato Casellati. Michele Boccardi, che ora è ufficialmente il rappresentante del collegio di Molfetta al Senato, è laureato in Economia e Commercio e ha esercitato la professione di commercialista prima di scegliere la strada imprenditoriale come amministratore unico di “Villa Menelao”, la masseria fortificata divenuta nel 1900 di proprietà della famiglia e poi trasformata nell’omonima sala ricevimenti. Accanto a questa attività Boccardi comincia la sua carriera politica nel 2005: candidato nella lista “La Puglia Prima di Tutto” con Fitto presidente, alle elezioni regionali del 2005, risulta il secondo dei non eletti con ben 5.480 voti. Nel 2007, si candida alle elezioni amministrative al Comune di Turi, dove risiede, ottenendo 537 voti, pari al 13,4% dei voti di lista dell’intera coalizione, e diventando il primo degli eletti del Consiglio Comunale. Alle elezioni politiche del 2013 viene candidato al Senato nelle liste del Popolo della Libertà, risultando il primo dei non eletti. A novembre dello stesso anni dopo lo scioglimento del PDL aderisce a Forza Italia. L’8 settembre 2015 in seguito alla morte del senatore Donato Bruno, che era stato eletto nella stessa circoscrizione per il PDL, viene proclamato senatore della XVII Legislatura. Carmela Minuto – che aveva strappato il seggio al Senato al senatore ed ex sindaco Antonio Azzollini, con il quale non ha mai sanato la frattura, restando scomoda in Foza Italia a livello locale, dove è stata considerata sempre come “estranea” – lascia con rammarico Palazzo Madama dove i giochi politici si sono fatti più grandi di lei. Infatti, non è bastata più la protezione di Matteo Salvini a sostenerla (in quanto la Minuto è la compagna del consigliere regionale Davide Bellomo, passato da Fitto alla Lega), perché il Senato, in vista delle elezioni al Quirinale, doveva sanare alcune situazioni pendenti che avrebbero potuto pregiudicare l’elezione del successore di Mattarella per la presenza di parlamentari la cui elezione non era stata regolare. Ricordiamo che Carmela Minuto è anche consigliere comunale e il suo voto è stato determinante per salvare il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini dalla mozione di sfiducia sottoscritta anche dai consiglieri del suo partito Forza Italia. Evidentemente la Minuto, prevedendo la fine della sua carriera politica al Senato, sta già cercando di riposizionarsi anche a Molfetta, dove difficilmente potrà rientrare nel suo partito dominato dal suo nemico Azzollini. Visto il legame con Bellomo, è probabile il suo passaggio alla Lega di Salvini, confluendo nella coalizione delle liste civiche del ciambotto di Minervini, al quale ha tolto le castagne dal fuoco, evitandogli la decadenza o le dimissioni. Molfetta perde così la sua rappresentanza al Senato che, vista la frammentazione esistente sia a destra che a sinistra, difficilmente potrà recuperare anche in virtù del taglio dei senatori nella prossima legislatura. © Riproduzione riservata

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