Caos perenne per cantieri perenni
Continuano le proteste dei cittadini di Molfetta esasperati per il caos del traffico in centro a causa di numerosi cantieri (vedi le immagini significative del fotografo di “Quindici” Mauro Germinario). Ecco la lettera inviata da uno di loro a “Quindici” «Caro Direttore, se non ricordo male, Molfetta qualche tempo fa veniva definita “la città della pace” in omaggio a don Tonino Bello. Oggi andrebbe definita la città del caos, per i cantieri “perenni” (come lei li definisce) sparsi nel centro della città e non solo. La gente è letteralmente impazzita per questi cantieri che costringono gli automobilisti ad ampi giri, molte volte a vuoto, per ritornare al punto di prima. Inoltre, chi ha disposto i lavori, non ha calcolato i sensi di marcia, per cui tutto viene fatto nella confusione più totale, con caroselli di macchine e perdite di tempo infinite. Tenuto conto che siamo ancora in tempo di covid-19 e alle prime riaperture con code bibliche, muoversi in città è divenuto proibitivo. Non dimentichiamo che, con tanti cantieri, i posti di parcheggio sono diminuiti notevolmente e lascio a lei immaginare il caos e gli improperi dei cittadini. Possibile che non ci sia un minimo di razionalità quando si avviano i lavori? Di chi è la colpa di questa totale disorganizzazione? Dell’ufficio tecnico, dell’assessore che pur di cantierizzare, non esita a rompere strade dappertutto e contemporaneamente. Quando il sindaco vanta una bella città, perché non prova a fare un giro in auto in centro, ma anche fuori per rendersi conto della situazione. Prenda esempio dal suo collega di Bari, sindaco Decaro. Per non parlare poi dei nostri soldi: dove prendono i soldi per i cantieri? Dal porto, dai finanziamenti regionali, dai mutui. Alla fine i debiti li pagheremo noi, anche per quei cantieri non urgenti e inutili come quello di via Cavallotti». Di chi la colpa di questo caos, aggravato anche dall’installazione dei cavi per la fibra ottica? Dell’assessore ai lavori pubblici, noto ormai come “cantiere perenne”? Del sindaco che non riesce a frenarlo? Dell’Ufficio tecnico che sembra confuso? C’è una regia in tutto questo? Il cantiere di Corso Umberto dura da mesi, quando sarebbe stato più semplice ultimarlo, prima di passare a rompere altre strade e piazze. Ma la razionalità, si sa, non sembra appartenere a quest’amministrazione che pensa di acquisire consensi dimostrando che la città è tutto un cantiere, in vista della candidatura a capitale della cultura italiana. E magari per numero di cantieri fa a gara con Bari, candidata anch’essa all’ambito riconoscimento. Il risultato è quello di disagi e confusione in centro. Della polizia municipale, nemmeno l’ombra: meglio girare al largo, per evitare l’ira dei cittadini. © Riproduzione riservata