Cambio della guardia alla Capitaneria: arriva il comandante Cuocci
Cambio della guardia a nella Capitaneria di porto di Molfetta fra il Capitano di fregata (CP) Luigi Leotta e il Capitano di fregata (CP) Antonio Cuocci. Col Capitano di fregata (CP) Antonio Cuocci, 42 anni, sposato, padre di tre fi glie di 11, 7 e 1 anno, abbiamo parlato di progetti e impegni del suo incarico. Cuocci dopo la preparazione a Taranto, ha avuto incarichi di comando in Friuli a Monfalcone. Di origini molfettesi da parte dei nonni paterni, aveva già visitato la città in gioventù. E' normale, quindi, raccogliere le sue proprie impressioni su Molfetta. Descrizione appassionata che, però, mostra i problemi della città e, forse, qualche via d'uscita. “Il bello del porto di Molfetta, è il fatto di far parte della città - queste le parole del comandante Cuocci - perché, a differenza d'altri luoghi analoghi, non ci sono barriere per ragioni doganali o militari. A Molfetta, la gente passeggia sul molo e questo è molto bello. L'ho fatto anch'io. Unico ricordo, un po' disatteso, è il minor numero di pescherecci. Del resto questa tendenza si registra in tutta Italia”. Alla domanda se ci sia una specifi ca causa, e probabili soluzioni, a questo problema, risponde: “Purtroppo il fenomeno è complesso e ci sono molteplici fattori. C'è un allontanamento delle nuove generazioni da questo tipo di lavoro, perciò calano le iscrizioni nei registri della gente di mare. Oltre a questo, gli extracomunitari sono professionalmente molto validi nella pesca. Soprattutto, le direttive europee sono verso una riduzione dello sforzo nella pesca. Un maggiore investimento tecnologico, che porti ad un più alto rendimento, impiegando un minor numero d'unità, può essere una soluzione. I cantieri navali forse, dovrebbero abbandonare le tecniche di costruzione più tradizionali”. Dalla crisi della pesca è logico passare al diportismo e ai traffi ci mercantili. Riguardo al primo, Cuocci ritiene che Molfetta subisca la concorrenza delle città limitrofe quali Bisceglie, Trani e così via. “Inoltre, credo che i molfettesi non abbiano la cultura del diportismo per cui pochi cittadini hanno un natante da diporto… Molfetta, allo stato attuale è più un porto perchereccio e un piccolo scalo commerciale (anche se di piccole dimensioni in attesa del nuovo porto)”. Arrivano in città circa 100 navi l'anno con un fl usso di sole 400.000 tonnellate. Il traffi co merci presenta un debolissimo calo. La domanda, a questo punto, è d'obbligo: c'è chi teme che il nuovo porto possa essere una cattedrale nel deserto. Lei cosa ne pensa? “Non si può affermare ciò, anche se, una volta costruito, servirà un piano industriale vero e proprio. Quando ci saranno le infrastrutture bisognerà decidere cosa farne.” A questo punto, ecco il consiglio di chi, con il mare, ci lavora: “Personalmente - ha detto il Comandante - credo molto nella settorializzazione degli scali. Questa politica si sta attuando nei grandi porti; a maggior ragione dovrebbe esserci a Molfetta, data la forte concorrenza con le città limitrofe”. Molfetta potrebbe trovare un posto nel nuovo sistema delle cosiddette Autostrade del mare? “Penso di sì. Specialmente con i traffi ci internazionali rivolti alla costa balcanica che proporrà, in futuro, un mercato emergente”. Parole, quelle del capitano di fregata, che descrivono una prospettiva alquanto rosea. Forse, però, sono idee non del tutto condivise dai potenziali marittimi. Non si spiegherebbe altrimenti, il calo di iscrizioni alla gente si mare. “A Molfetta, iscritti nella 3ª categoria, quella che riguarda i pescherecci, ci sono 14.229 persone, ma l'andamento è in calo. In 1ª categoria, in questo periodo, ci sono circa 2.500 marittimi che lavorano su navi mercantili. Un valore non molto alto considerata la richiesta”. Il ruolo della Capitaneria di Porto è fondamentale nel monitoraggio e nella sicurezza del lavoro in mare. Il Comandante ha affermato che quest'estate ci sono state diverse operazioni, specialmente a Bisceglie: “Tutti hanno diritto a divertirsi in mare. Ma siamo dovuti intervenire a causa di motoscafi e acquascooter che, non rispettando i limiti di distanza dalla spiaggia, mettevano in serio pericolo i bagnanti”. Tuttavia, il messaggio che Cuocci vuole trasmettere è di tranquillità: “Non mi pongo obiettivi numerici o quantitativi – ha detto – porremo grande attenzione all'ambiente. Inoltre, vogliamo dare sicurezza e serenità, essendo repressivi al momento giusto, ma soprattutto preventivi. La nostra fi gura, per tutti, sarà di polizia di prossimità perché, in fi n dei conti, noi non perseguiamo criminali. Solitamente il delinquente non è tale per l'azione commessa in mare che, piuttosto, è un aspetto secondario dell'attività illecita”. Dopo uno sguardo a presente e futuro, tema obbligato è quello della nuova Capitaneria di Porto. “Precisiamo, non si tratta di una nuova Capitaneria: il nuovo immobile (nell'area degli ex cantieri Tattoli, ndr) non sostituirà l'attuale, ma assolverà differenti compiti: sarà la nostra caserma. Ultimata in due anni avrà mensa, cucina e potrà ospitare circa 90 persone. I lavori partiranno a giorni”. In fondo, questo è il parere di Cuocci, è bene che gli uffi ci della Capitaneria restino nell'attuale stabile perché i molfettesi sono affezionati a questa sede, ben inserita nel paesaggio. “Pensi che mi è capitato di vedere passanti che scattavano foto in posa davanti alle nostre ancore, all'ingresso principale”. Tutto l'impegno comunque, in questo momento è proteso alla realizzazione del nuovo porto commerciale, che la Capitaneria seguirà passo passo.
Autore: Sergio Spezzacatena