C'era una volta la piscina comunale, struttura di vanto per l'intera città, che richiamava molti sportivi anche dai paesi limitrofi. Il mese di settembre, con l'estate orami alle spalle, coincide con la piena ripresa di tutte le attività, comprese quelle sportive; inizia la corsa alle iscrizioni nelle palestre, nelle scuole di ballo, e negli ultimi sei anni, anche i corsi di nuoto organizzati nelle piscine comunali, avevano affascinato gli sportivi molfettesi. Quest'anno, però, i numerosi cittadini che, tradizionalmente, avrebbero voluto iscriversi ai corsi di nuoto hanno trovato la struttura chiusa, avvolta in un buio totale; fino a qualche giorno fa, qualche addetto alla guardiania consigliava di ripassare il mese successivo. Cosa sarà successo in questo scorcio d'estate, tra la chiusura dei corsi di giugno e la classica riapertura programmata per settembre? Non si crede che sia terminata l'acqua, ma la sua inaspettata chiusura sta diventando un vero mistero. Abbiamo provato ad indagare e ciò che sta emergendo, con drammaticità, è che non solo gli sportivi molfettesi, almeno fino al prossimo anno, non avranno diritto a cimentarsi nei vari stili di nuoto, ma che circa quaranta addetti ai lavori (istruttori di vasca, impiegati di ufficio e del bar, addetti alle pulizie) hanno perso il loro lavoro. Ripercorrendo la breve storia della piscina comunale, essa fu inaugurata, nel 2002, dal sindaco Tommaso Minervini, che l'affidò, per una gestione provvisoria, al Coni con l'intento di organizzare, in tempi rapidi, una gara d'appalto che avrebbe individuato il gestore definitivo. L'incapacità delle amministrazioni comunali degli ultimi tempi, ovviamente, non hanno indetto alcuna gara (e tutt'oggi nulla è stato fatto, ndr) ed il Coni, grazie a successivi rinnovi, ha gestito la struttura fino a giugno scorso. Una gestione discretamente positiva con circa 1.500 iscritti a trimestre (più del doppio rispetto alle piscine dei paesi limitrofi, ndr), più di cento atleti della Molfetta Nuoto iscritti in varie competizioni agonistiche, diverse attività per bambini e soprattutto per circa 50 disabili. Con l'avvento dell'Amministrazione Antonio Azzollini, i rapporti con il Coni non sono stati più idilliaci. Alcune indiscrezioni parlano di danni presenti nella struttura (infiltrazioni d'acqua nel soffitto) che il Coni avrebbe dovuto rimuovere con gli utili provenienti dalle attività. Lavori appaltati per 230.000 euro che, comunque, potevano essere svolti nel corso dell'estate, ma che, inspiegabilmente, ancora oggi non sono stati avviati. Sembrerebbe che il sindaco, per i danni, vorrebbe rivalersi sull'azienda che ha realizzato la struttura (considerando che l'immobile entro i primi dieci anni dovrebbe essere ancora in garanzia, ndr), azienda che potrebbe essere collegata, in qualche modo, allo stesso Elio Sannicandro, presidente regionale del Coni. Probabilmente, queste discussioni non ci sarebbero state anche se la Commissione di Controllo del Comune avesse vigilato, maggiormente, sulla gestione; invece, ha latitato per lungo periodo. Anche le modalità di separazione tra il Coni e il Comune non sono state proprio consensuali; si parla di uno scarno fax inviato dagli uffici comunali con cui si intimava la riconsegna delle chiavi della struttura. Nulla esclude che nella vicenda vi possano essere dei conflitti politici tra il sen. Antonio Azzollini ed il presidente del Coni, appartenente all'amministarzione di centro-sinistra del Comune di Bari. Siamo ad ottobre inoltrato, e sull'argomento, come è nello stile dell'amministrazione, nessuno si è pronunciato. In questa situazione di totale stallo, due sono gli aspetti che emergono. Il primo, per certi aspetti meno preoccupante, è che gli sportivi molfettesi sono stati privati di una loro struttura, realizzata con i loro contributi; ma ormai, come ci hanno abituato gli altri concittadini, che non si ribellano alle tante cose che non funzionano nella nostra città (città sporca, cittadini che non rispettano il codice della strada, fruttivendoli ad ogni angolo della città, spostamento della nuova capitaneria, ricorsi con i nostri soldi al Consiglio di Stato per non inserire donne in Giunta), non si reagisce e si emigra alla piscina di Giovinazzo, facendo le fortune di quei gestori. Alcune mamme degli atleti della Molfetta Nuoto hanno provato ad avvicinare il sindaco durante un consiglio comunale, ma lo stesso ha declinato che l'argomento non era nell'ordine del giorno. A questo punto sarebbe opportuna una raccolta firme, una petizione popolare contro l'ingiustificata chiusura, che ha privato di un servizio la comunità; una struttura ottima, con una ampia gradinata, logisticamente ben collocata, che ora rischia di essere oggetto di abbandono e vandalismo, come lo è stato per la piscina comunale di Ruvo di Puglia, ancora oggi chiusa. Il secondo, sicuramente più drammatico, è che circa quaranta addetti ai lavori hanno perso, improvvisamente, il loro impiego. Tra loro molti giovani che con quei guadagni pagavano gli studi universitari, altri che cercavano di arrotondare i modesti guadagni delle attività principali, altri ancora confidavano esclusivamente in quella retribuzione con famiglie da mantenere. Molti di loro hanno serie difficoltà economiche, ma nessuno degli assessori competenti (sempre se qualcuno lo fosse, ndr), con un po' di sensibilità, si è degnato di spiegare loro la situazione e fornire rassicurazioni per il futuro; si attendono sempre gli ordini del grande capo, che tra un week-end e l'altro è sempre impegnato. Da quanto sta emergendo, alcuni avevano un semplice contratto co.co.co ed altri operavano sulla base di un rapporto di fiducia con il Coni. Gli stessi lavoratori non capiscono perché non si è proceduto a rinnovare la convenzione con il Coni per un altro anno, qualora non ci sono stati i tempi per individuare un nuovo gestore. Ciò che chiedono al sindaco è di pronunciarsi sul caso, fissare delle precise scadenze per la sua riapertura, cercando di tutelare quei lavoratori in condizioni più particolari. Sicuramente, a ritardare i lavori di manutenzione ed anche la predisposizione del bando di gara per l'affidamento della gestione, avranno contribuito le inaspettate elezioni anticipate volute dal sindaco, proprio a ribadire che ci sono prima gli interessi politici e poi quelli dei cittadini; è di certo sarà sempre qualcuno politicamente vicino ad Azzollini ad ottenere la gestione della piscina. Intanto le piscine rimangono chiuse e gli sportivi molfettesi e gli addetti rimasti senza lavoro attendono risposte dal sindaco. Speriamo non risponda come ormai ci ha abituato: “uagliò vattin, vrgnitv”.
Autore: Roberto Spadavecchia