C'è anche un movimento femminista cattolico
Storia dell'Aiga (Associazione internazionale Giovanna d'Arco)
Esiste anche un femminismo cattolico. Pochi lo sanno, ma il movimento che si ispira a Giovanna d'Arco è datato addirittura agli inizi del Novecento (1911).
Le donne, pur se confinate in due ruolo sostanzialmente opposti (serve o regine) sono sempre state le vere protagoniste della storia, condizionando (nel bene e nel male) gli eventi, anche quando apparentemente erano in ombra.
Vediamo di conoscere meglio questo movimento, con l'aiuto di una sua rappresentante che attualmente vive a Molfetta.
L'A.I.G.A. ha reclutato di prepotenza il mio interesse. Sono venuta a conoscenza della sua esistenza otto anni fa, attraverso la Dott.ssa Carla Ricci, attuale presidente internazionale dell'associazione con la quale ho lavorato ad un progetto sulle donne in Emilia Romagna. Tra un impegno e l'altro mi ha illustrato l'importanza del loro lavoro e la nobiltà dell'impegno delle socie, le quali con voce unanime, dedizione e competenza, portano avanti le loro battaglie. Le domande che mi sono posta sono state tante. Ma soprattutto volevo capire il motivo della fondazione dell'A.I.G.A., il perché di quel nome e l'obiettivo che perseguiva.
La mia curiosità è stata soddisfatta quando mi sono imbattuta in una lettera dell'allora presidente internazionale Anne Marie Pelzer, redattrice della rivista in Belgio Terre des Femmes. Parlando dell'Alleanza, così scrive “…Io sono felice di essere stata un anello della catena e di continuare finché ne avrò forza insieme a quanti si uniranno a noi. La mia speranza è che i chicchi che abbiamo seminato un po' casualmente con il nostro lavoro, un giorno germoglieranno e porteranno i frutti, dopo di noi in qualche angolo del mondo”. Queste poche righe scritte con chiara determinazione e audacia, hanno rappresentato una forte spinta nel proseguire l'opera di tutte quelle donne che hanno lottato e lottano instancabilmente, denunciando a gran voce i pesanti reati di cui le donne sono vittime nella nostra società e nel Terzo Mondo.
Le rivendicazioni dell'altra metà della razza umana, le donne, sono state sempre fortemente determinate da un ideale di vita che le avrebbe portate verso il rispetto e il riconoscimento delle loro capacità. Dal Rinascimento fino alla seconda guerra mondiale le condizioni di subalternità della donna non era sostanzialmente cambiata: o serva o regina. Certo parlarne oggi a qualcuno può sembrare tutto così lontano, ma non è un mistero che la voce dell'altra metà del mondo ha ancora molte difficoltà a farsi autorevole.
La storia ci insegna che ogni conquista femminile è stata la conseguenza di una lotta serrata. Perfino nella democratica Inghilterra le donne facevano paura. Qui tre donne coraggiose Gabrielle Jeffery, Mary Kendall e Beatrice Gadsby, nel marzo 1911, decisero di fondare un'associazione cattolica il cui scopo inizialmente era impegnarsi nella campagna per il voto politico alle donne. Scelsero come patrona la pulzella di Orléans Giovanna D'Arco, quando ancora non vi era stata la canonizzazione dell'eroina, in quanto rappresentava “la più umile fanciulla che più si adeguava al modello di donna moderna”.
Le prime protagoniste erano giustamente convinte che solo con l'eguaglianza politica avrebbero in seguito potuto ottenere la parità dei diritti in tutti gli altri campi, allargando di conseguenza la propria azione all'ambito internazionale.
Nel 1924 presentarono alla Società delle Nazioni lo Statuto della donna africana.
Nel 1935 si interessarono al problema della schiavitù e a tutte le pratiche simili ad essa. Il loro lavoro fu così intenso che ben presto l'associazione si diffuse in varie parti del mondo: nel 1931 nasce la sezione francese, nel 1936 quella brasiliana e australiana, nel 1965 la sezione statunitense, la belga, la canadese e quella olandese.
Ultima sezione ad essere costituita è stata quella italiana, nata nel 1985 e di cui io faccio parte. L'obiettivo costante e prioritario dell'Alleanza è stato sempre il miglioramento di vita delle donne e il raggiungimento di uguali diritti tra donne e uomini in ambito civile, sociale e ecclesiale.
Nel 1948 essa inviò al Consiglio di Amministrazione delle Nazioni Unite una petizione relativa ai problemi dei matrimoni forzati tra i bambini nei paesi africani e nel 1951 ottenne lo Statuto Consultivo presso l'ONU e fu accreditata all'Unesco e all'ILO (International Labour Organization) e venne iscritta nella lista speciale delle organizzazioni non governative.
Appena ottenuto lo statuto consultivo attirò l'attenzione dell'ONU per fermare la pratica delle mutilazioni sessuali operata a tutt'oggi in diversi paesi del mondo e a cui le donne erano e sono ancora sottoposte da bambine. Questa pratica è conosciuta con il nome di infibulazione. A seguito di tali istanze, la Commissione adottò nel 1959 una risoluzione che chiedeva alla World Health Organisation di fare un'inchiesta su questi costumi e su misure per eliminare tali pratiche.
Nel 1951 chiese all'International Labour Conference una Convenzione sull'eguale retribuzione per i lavori di uguale valore e soprattutto fa incessanti e continue pressione sui governi affinché si impegnino a dare la stessa opportunità nell'educazione a entrambi i sessi. Negli stessi anni lotta per prevenire la prostituzione attraverso l'educazione sessuale delle ragazze, chiedendo l'applicazione di misure punitive verso i clienti. Obiettivi lontani dall'essere raggiunti ma i nostri piccoli passi si aggiungono a quelli delle donne che ci hanno preceduto.
L'Alleanza è un movimento aperto a tutti coloro che aderiscono sinceramente alla reale conoscenza dell'uguaglianza completa dei diritti tra le donne e gli uomini e che la promuovono secondo le proprie possibilità. “Dopo il tempo dell'emancipazione e delle lotte per la conquista della parità, dopo il tempo della liberazione, dopo il tempo della differenza, oggi è tempo di entrare nella fase di pensiero a due voci”. Così si esprime la teologa Carla Ricci, affermando che anche il maschile inizia una nuova riflessione si di sé.
L'associazione si propone di collegare quei cristiani, uomini e donne, che credono che l'avvenire del mondo e della chiesa universale esiga la promozione della donna e che per tale scopo siano disposti ad impegnarsi in prima persona.
La nostra associazione pubblica, a proprie spese, una rivista semestrale “Alleanza” in cui gli autori esprimono in piena libertà le loro opinioni e posizioni sui diversi temi trattati.
Beatrice Costanzo