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Betta Mongelli: estate molfettese, cultura di qualità per il grande pubblico La condivisione dei saperi
15 luglio 2015

Danza, gastronomia, cinema, teatro, e naturalmente, musica e notti bianche. Si articola così il variegato programma dell’Estate molfettese 2015; tanti gli appuntamenti confermati come la rassegna “Luci e suoni a Levante” o il Festival di musica antica “Anima Mea” che andrà a chiudere la sessione estiva e ad inaugurare quella autunnale, ma anche tante le novità come il Festival di chitarra “Le corde del Mediterraneo”, il “Molfetta Opera Festival”, la rassegna “Scosse dal sottosuolo” e il reggae Summer Festival. Eventi dislocati per tutta la città, che si adeguano a esigenze di pubblico diverse, per non escludere davvero nessuno: dagli anziani ai bambini, fino agli adulti e ai ragazzi. Abbiamo intervistato l’Assessore alla Cultura Betta Mongelli per illustrare la varietà del programma estivo nella nostra città. Il programma dell’Estate molfettese 2015 è molto vasto e comprende iniziative molto varie, quali le novità e quali le grandi conferme rispetto alle due precedenti edizioni? «Rispetto alle due precedenti edizioni, si sono create relazioni importanti. Una prima è sicuramente quella con la Fondazione V. M. Valente, che si sta costruendo pian piano con un percorso di comprensione reciproca e che ha dato frutti significativi: se da un lato è indiscutibile che la Fondazione contribuisce a creare a Molfetta eventi di grande interesse e di grande risonanza, tuttavia la Fondazione ha approvato anche delle nostre richieste. Ad esempio, l’abbassamento dei prezzi, molto calmierati rispetto al passato; l’abolizione delle barriere visive, per rendere fruibili i concerti sia a coloro che sono dentro l’area delimitata, sia da quelli che sono fuori; la gratuità di alcuni biglietti che vengono consegnati a questo assessorato e distribuiti alla rete delle scuole, alle associazioni per anziani, alle parrocchie. Le gratuità sono numerose e abbiamo registrato una marcata disponibilità della Fondazione a collaborare ed esaudire questa nostra richiesta. Abbiamo intessuto nuove relazioni con il parco divertimenti di Miragica, che ha un nuovo direttore: Francesco Salcito. Il parco divertimenti è una presenza del nostro territorio e non possiamo far finta che non esista, per cui perché non renderlo una diffusione della conoscenza del territorio che lo ospita? Miragica è uno dei partner dell’estate molfettese, ha contribuito come sponsor e ospiterà degli eventi. Quest’anno, rispetto alle passate edizioni, l’Amministrazione si è fatta carico delle spese della Siae, che spesso gravano specialmente sulle piccole compagnie. E inoltre, un fiore all’occhiello di questa edizione è segnato dai ritorni: l’attore Roberto de Candia, che lavora ormai nei teatri più prestigiosi, torna nella sua città di origine per inaugurare una nuova iniziativa, il Molfetta Opera Festival; oppure il chitarrista Sergio Altamura, che parteciperà al Festival della Chitarra, anch’esso alla sua prima edizione, attraverso il quale arriva a Molfetta l’esperienza di un grande chitarrista di Bisceglie del Settecento, Mauro Giuliani e, così, l’estate molfettese si decentrerà, in parte, a Bisceglie, dove verrà aperta al pubblico la casa museo del famoso chitarrista. Ancora il ballerino e coreografo Nicolò Abbattista e la mostra di Michele Zaza “Risveglio magico” presso La Cittadella degli artisti. La cosa interessante, che abbiamo riscontrato sin dal primo anno, è che le associazioni proponenti e rispondenti all’avviso pubblico non arrivano qui carichi di pretese, ma capiscono che l’ente pubblico non può sostenere in toto le loro iniziative, ma, che, allo stesso tempo vuole sentirsi vicino a tutti. Si avvicinano pronti a mettersi in rete con le altre associazioni e non con un’idea centrale di loro stessi. È un sintomo di rispetto verso questa capacità di fare rete». Grazie ad un programma così articolato, qual è la visibilità, se ce n’è una, che Molfetta acquista anche in relazione al territorio provinciale o regionale? «Questa terza edizione dell’Estate Molfettese nasce non soltanto dai contributi derivanti dall’avviso pubblico, ma anche da alcune scelte di fondo che abbiamo operato secondo criteri e un’idea di cultura diffusa nella città, soprattutto in riguardo al Festival del Teatro Civile, che è una nota caratterizzante di quest’estate. È un’edizione che sicuramente si connota per un’impronta culturale ancora più marcata rispetto agli anni precedenti. Abbiamo già notizia dai nostri B&B e dai nostri alberghi, di consistenti flussi di turisti che arriveranno in città non soltanto in prossimità dei grandi eventi promossi in collaborazione della Fondazione V. M. Valente, tra cui i grandi concerti con star internazionali, ma anche per la prima edizione del Festival di Teatro Civile, che sta destando particolare curiosità. La comunicazione per i grandi eventi raggiunge tutte le città vicine, ma anche città più lontane e abbiamo già conferma che tutto ciò sta riscuotendo curiosità, interesse e speriamo anche consensi». La politica culturale dell’Amministrazione è stata sempre improntata alla partecipazione di tutte le realtà associative, dunque quale il contributo del Forum della Cultura alla stesura del programma? In che modo questo è stato un organo di consultazione? «Devo dire che con nostro sommo dispiacere, il Forum della Cultura non ha ancora dato un contributo di idee importanti. Pur essendosi riunito, deve ancora partire nel pieno della sua efficienza e della sua efficacia. Era stata lanciata un’idea interessante dal coordinatore, che si realizzava in un brand chiamato “Festival dei luoghi”, ma tali proposte vanno organizzate, realizzate e programmate insieme; dopo questa prima fase di rodaggio, sono certa che il forum, che raccoglie il meglio dell’esperienza artistica e culturale del territorio, potrà produrre proposte significative in tal senso. Anche perché sono rientrate, con l’avvisopubblico, gran parte delle associazioni che fanno parte del forum e le loro proposte sono state messe a sistema e dunque non è escluso che quelle stesse realtà possano formulare delle proposte all’interno di questo organo di partecipazione, di cui l’Amministrazione comunale sicuramente terrebbe conto, come accade per altri organismi di partecipazione». Una nota di pregio sembra anche la distribuzione degli eventi in luoghi diversi, anche periferici rispetto al centro e che, soprattutto, tornano a far rivivere piazze dimenticate, come Piazza delle Erbe o Piazza Paradiso. «Ma certamente. Piazza delle Erbe sarà il luogo di ritrovo di Roberto de Candia, ma stiamo interagendo molto anche con i comitati di quartiere: c’era giunta la proposta da parte del comitato di quartiere Madonna della Rosa, molto attivo, che ci ha chiesto di portare la cultura in questa zona di nuova espansione, ancora poco connessa con la città e con loro abbiamo scelto una serie di iniziative che animeranno il quartiere: un’associazione ambientale ha proposto il percorso “Alla scoperta della lama”, ci sarà il teatro per i burattini per i più piccoli e spettacoli musicali in collaborazione con Digressione Contemplattiva. Anche il piazzale antistante il palazzetto dello sport “G. Panunzio” sarà sede del Festival di Musica Rock, in occasione del quale arriveranno anche autori di street art. Il progetto è stato formulato da Tesla e altre realtà associative, che ci hanno fatto una proposta interessantissima: concerti di musica rock, ma anche una proposta nuova di decoro urbano, che ha avuto la supervisione dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, Marilena Lucivero. Il palazzetto parlerà con una grande opera murale, i cui contenuti deriveranno da una serie di laboratori che gli artisti faranno nella città. Quindi contenitori culturali, luoghi classici, come i musei, assieme a periferie, strade e piazze: sono questi i luoghi che partecipano e si animano durante l’estate molfettese. Una proposta anche diretta a molti interessi diversi, a tutti i tipi di target, ma che non vuol essere una scelta di frammentazione, piuttosto un programma che guarda alla diversità dell’utenza». Una programmazione di eventi che mira anche a creare nel cittadino molfettese una consapevolezza di quanto la città possa essere valorizzata. Ma questo si verifica davvero? «La programmazione degli eventi s’intreccia, ancora quest’anno, con l’importante iniziativa degli Open Days di Puglia Promozione. Il progetto di apertura notturna dei siti di particolare interesse della nostra città e parlo delle chiese, dei musei e dell’intero centro antico come organo vivente, ha registrato l’avvicinamento di centinaia di cittadini, non solo attratti dalle città limitrofe, ma anche molfettesi. Il Museo Archeologico ha registrato, se non sbaglio, 6-700 visitatori, di cui almeno il 50% di Molfetta. Il cittadino, secondo me, si sta riaccostando alla bellezza e alla fruizione degli eventi, ci stanno arrivando tante richieste su quando verrà pubblicato il programma, su quando saranno disponibili le brochure. Un dato interessante è quello di tutta una fascia adulta di pubblico che con il programma in una mano e sediolina nell’altra, segue numerosi eventi e quella sediolina vuol dire “non fa niente: se non c’è posto, me lo procuro io, l’importante è che ci sia l’evento”. Il cittadino comune ce lo chiede, il tutto esaurito per ogni tipologia di evento, anche il cinema all’aperto, dove il Gruppo Farfa ha fatto proposte raffinate e di grande spessore, che potevano sembrare per pochi, ma che, in realtà, hanno registrato sempre serate pienissime. È una conferma che il cittadino molfettese rimane in città durante l’estate e rimangono anche le famiglie e i giovani». Parliamo del teatro. Una fetta importante della programmazione lascia largo spazio a questa espressione artistica. Da un lato il ventennale di Ti fiabo e ti racconto e dall’altro l’inaugurazione del Festival di Teatro Civile. «Assolutamente. All’organizzazione di questa edizione di Ti fiabo e ti racconto, che celebra il ventennale dalla nascita del Festival, ha partecipato anche l’Associazionismo turistico culturale della città, dando senso, animo ai luoghi e ai contenitori culturali: il Museo Archeologico ha ospitato tre eventi importanti, come anche il Museo del Mare e il Torrione Passari. Da una felice intuizione del sindaco Paola Natalicchio, invece, che naturalmente non potevamo che accogliere con interesse, perché si trattava di creare un brand che caratterizzasse Molfetta, è venuta l’idea di un Festival di Teatro Civile. Lanciamo quindi quest’anno questa proposta, che può essere anche un’occasione per chi vuole avvicinarsi a questa proposta di drammaturgia, infatti, contemporaneamente al programma del Teatro Civile, che si fregerà dell’intervento di ospiti del calibro di Concita de Gregorio, Fabrizio Gifuni e Isabella Ragonese, abbiamo lanciato il premio Bertolucci, su consenso della moglie. Ci sono giunti oltre 120 testi inediti per il concorso e su questi testi è al lavoro la commissione giudicatrice, il cui presidente è Nicola Lagioia, il Premio Strega della nostra letteratura. Alla costruzione di questo grande evento hanno partecipato anche le compagnie locali nostre, storiche che si sono fatte carico della proposta di un programma off, da loro concepito e organizzato, parliamo del Carro dei comici, di Malalingua, del Teatro dei Cipis e di Teatrermitage. Compagnie che portano qui i grandi temi dell’Ilva, delle trivellazioni, della campagna e della difesa dei nostri territori; è una scommessa importante per noi, una scommessa di cultura e anche una scommessa di civiltà. Credo che sarà un evento che connoterà in maniera forte la città, ed è il contraltare ad un altro tipo di teatro, quello popolare e dialettale, che riscuote un grande successo di pubblico e che ha un suo progetto, che noi ugualmente sosteniamo. Dunque linguaggi e modalità diverse per avvicinare all’arte, ai saperi e alla cultura». L’Amministrazione si è avvalsa, come per le precedenti edizioni, della consulenza di Federico Ancona, che con grande capacità di interagire con le associazioni proponenti e rispondenti all’Avviso Pubblico, ha selezionato le proposte e le ha rese omogenee. Gli abbiamo posto, perciò, qualche domanda in merito. Dott. Ancona, da un punto di vista tecnico, come avviene la stesura del programma? «I criteri di selezione sono indicati nel bando, rispondono a originalità e innovazione della proposta artistica, interazione con gli spazi cittadini e dunque valorizzazione di alcune particolari location decentrate; naturalmente do sempre uno sguardo al curriculum dei proponenti, alle loro iniziative pregresse e alla loro interazione con il territorio, perché è vero che arrivano proposte da tutt’Italia, ma l’Amministrazione deve puntare a valorizzare le realtà locali, che devono essere incoraggiate, promosse e incentivate, soprattutto nel momento in cui esse si sforzano di produrre iniziative e hanno finalmente gli strumenti per poterlo fare divertendo e attirando pubblico. Naturalmente, in corso d’opera, in relazione anche al budget di cui disponiamo, che non può coprire tutte le proposte integralmente, perché si configura come un contributo di compartecipazione all’evento, mio compito è anche quello di discutere la proposta arti insieme al proponente e di modificarla anche in seguito alla stesura di un cartellone complessivo, che deve tener conto di tanti aspetti, dalla varietà delle discipline artistiche, fino, appunto alla dislocazione dei luoghi e alla copertura di un pubblico diversificato ». A suo parere, in che modo le politiche culturali dell’Amministrazione contribuiscono a superare la rivalità interna tra le diverse realtà associative a Molfetta? «La competizione, a mio avviso, è un po’ il contrario di quello che dovrebbe essere la progettazione e la condivisione dei saperi. È un po’ insita, a dire il vero, nella personalità di chi fa arte, sale sul palco e si esibisce. Ma noi cerchiamo di muoverci in una direzione diversa, promuovendo la logica del fare rete, della sintesi delle maestranze di cui è ricca Molfetta. Posso dire tranquillamente che il bando si apre proprio in questo senso con la promozione di chi mostra di saper far rete, per esempio tre diverse realtà associative, che nelle scorse edizioni avevano presentato diverse proposte, quest’anno hanno unito le loro forze e ne è derivato un progetto comune, ossia il Festival di Musica e Cultura giovanile dal 3 all’8 agosto».

Autore: Marina Mongelli
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