Bellifemine: per Molfetta una cifra modesta. Azzollini sbaglia ad attribuirsi i meriti dell'iniziativa: progetto diverso dal suo e con soldi regionali
Assessore, c’è grande attesa nell’imprenditoria molfettese per il via alla Zona Franca Urbana. Ritiene che la dotazione di 5.307.871,04 euro sarà sufficiente per generare effetti visibili sull’economia cittadina? Sembra una cifra tutto sommato modesta. Cosa vi aspettate? «La somma stanziata è modesta visto il numero di aziende che ne faranno richiesta e considerato che la somma fa riferimento a tutto il periodo di esenzione. Il massimo beneficio ottenibile da ogni singola azienda è di 200.000 euro, distribuito su più anni. La cifra però è teorica in quanto, siccome all’esenzione si candideranno diverse aziende, l’ammontare verrà suddiviso fra queste. Facciamo un esempio. Se si candidassero 200 aziende, l’ammontare medio per ognuna sarebbe di circa 26.000 euro totale per tutti gli anni di esenzione (che nel caso dell’esenzione per lavoro dipendente sono 14)». Altra criticità: molti fanno notare come la perimetrazione della ZFU sia alquanto singolare. Via Sant’Angelo ne fa parte solo per il lato destro (per chi sale), piazza Vittorio Emanuele esclude il lato sinistro e per Corso Margherita vale solo il lato destro e così via. Bastano un manciata di metri per escludere o includere imprenditori nella lista degli idonei. Perché? Quali sono i criteri seguiti per questa suddivisione? E’ possibile operare cambiamenti? «E’ stata una scelta dettata dalle condizioni poste dal bando. Il progettista nel 2008 si è trovato a dover indicare una perimetrazione che doveva considerare il cosiddetto Indice di Disagio Socioeconomico (IDS) dei quartieri. Più alto era l’indice e maggiore era la probabilità di essere ammessi ai finanziamenti. Quindi all’epoca il Comune non ha potuto fare altrimenti e anzi ha dovuto utilizzare i dati delle zone censuarie del Censimento ISTAT 2001, per tale motivo in alcune zone, sulla stessa via a destra si rientra nella ZFU e a sinistra no. E’ il “paradosso dei dirimpettai” come lo abbiamo battezzato in Comune e che testimonia come questi strumenti siano efficaci in un’ottica integrata di sviluppo del territorio e riqualificazione urbana». Il senatore Antonio Azzollini, ha rivendicato interamente i meriti politici del progetto, attribuendosi la paternità della ZFU (che sarebbe frutto del suo lavoro in Senato fin dal 1996) in Italia e lo stanziamento dei fondi per Molfetta. Che ne pensa? «E’ vero che nel 1996 ci fu una proposta ma è anche vero che rispetto l’impianto iniziale proposto da Azzollini con la perimetrazione della Zona Industriale, oggi siamo di fronte a un’iniziativa completamente diversa. E’ inoltre da sottolineare che le risorse sono state messe a disposizione dalla Regione Puglia, attingendo alle fondi comunitari, nell’ambito di una politica nazionale. L’Amministrazione comunque sta andando in continuità amministrativa perché il bando abbia la massima efficacia. E’ quindi un gioco di squadra anche con le precedenti amministrazioni che purtroppo non sempre è corrisposto. Il sen. Azzollini infatti è ancora membro del cda dell’ASI, contro ogni legittimità come contestato dagli stessi organi del consorzio, e le sue dimissioni permetterebbero all’Amministrazione non solo di dare piena regolarità agli atti approvati dagli organismi ma anche di attuare quelle politiche votate dai cittadini nel programma elettorale del sindaco Natalicchio». Che ruolo svolge il Comune nel progetto? E’ stato predisposto un piano per supportare gli imprenditori che intendono partecipare al bando? (sportelli, sito internet ecc...) «Il Comune non è parte attiva in quanto le domande vanno presentate direttamente all’Agenzia delle entrate. Abbiamo però aperto uno sportello informativo in Lama Scotella e abbiamo attivato un sito Web informativo sulla ZFU all’indirizzo http://comune.molfetta.ba.it/zfu. Stiamo attuando workshop pubblici con lo scopo di informare il più possibile la popolazione. Il consiglio è quello di affidarsi comunque a professionisti per la verifica dei requisiti e delle possibili esenzioni».
Autore: Onofrio Bellifemine