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Bellafronte e il teatro condominiale
15 ottobre 2008

Una suggestiva e incantevole azione teatrale in Largo Chiesa Vecchia, a cura del Teatro dei Cipis e della Compagnia del Teatro Universitario, ha inaugurato nella nostra città una preziosa sperimentazione di “Teatro Condominiale”. Sì, perché il caseggiato, adiacente alle porte del Duomo di Molfetta, che ha veduto fiorire la messa in scena è non solo sede del Teatro dei Cipis, ma anche residenza del Maestro Giulio de Iudicibus, celebre pianista, che, insieme al talentuoso e sensibile Vito Vilardi (alla chitarra), ha curato il “sottotesto” musicale della pièce. La rappresentazione allestita dai Cipis, “Raccontò l'àncora al mare”, nel corso di un'estate che non ha riproposto la già collaudata esperienza di “Pietra Viva”, è figlia di una ricerca operata sul patrimonio di fiabe e leggende italiane, in particolare sulle calviniane fiabe e sui “Ricordi Ritrovati” di Spadavecchia e Cirilli. È questa ricognizione che ha indotto alla scelta dell'aerea vicenda dello sprovvedutamente savio e amabile Bellafronte, storia di ascendenze cinquecentesche. Sullo sfondo i commerci tra Oriente e Occidente, lo spauracchio turco, lo scontro generazionale tra la mentalità mercantile e conservatrice del personaggio paterno e la scarsa percezione del valore del danaro propria della gioventù tutta slanci e incoscienza del protagonista. Il giovanile culto del dolce far niente, spesso lasciapassare per la mala via, è la causa che spinge il padre del protagonista a inviarlo “con la sua nave per mercanzia”. Lo spiantato Bellafronte, imbattutosi in una nave pirata, decide di acquistare, a caro prezzo, la figlia del Sultano (prigioniera dei malfattori), fanciulla di cui conquisterà il cuore in virtù della propria squisita cortesia. Non sarà questa l'unica disinvolta transazione 'affaristica' che il giovane dovrà farsi perdonare dal basito genitore. Le vicende si complicheranno sino all'inverosimile, ma l'atto di pietas compiuto da Bellafronte nei confronti di un defunto consentirà il tanto sospirato happy end, al termine di un intrico fatto di commerci di stoffe, rapimenti, agnizioni, salomoniche – ma sino al parossismo – spartizioni di beni (sposa compresa). La versione in rima della fiaba si avvale felicemente di un palcoscenico naturale costituito da balconi, tetti, strade di Molfetta Vecchia... La nenia in vernacolo si alterna al parlato in lingua; un'atmosfera magica, che ammicca alle seducenti malie di certi racconti d'oriente, si nutre di fecondi apporti anche del folklore e delle tradizioni popolari della nostra città. Incanto rotto di tanto in tanto, sebbene per poco, dalla rozza insulsaggine di alcuni figli di un'incultura ormai debordante nella nostra città. All'allestimento hanno collaborato anche l'ingegnere Sergio Pignatelli e Miriam Pisani; la regia è stata curata con acume e finezza da Giulia Petruzzella. Quest'ultima ha funto anche da interprete – squisita l'ironica e divertente resa del personaggio del vecchio – e da menestrello, col suo canto suadente, dalle cadenze melanconiche, evocatrici d'un passato d'evanescente fascino. Efficacissimo il Bellafronte di Corrado La Grasta: ingenuo – un fanciullino cresciuto –, creativo, delizioso nel partire alla ricerca di sgangherate avventure quanto nell'improvvisare, ad uso e consumo dell'amata, serenate vagamente stonate. Molto bravi Alessandra Sciancalepore, che incarna la figlia del Sultano, oggetto del desiderio del giovane protagonista, ma anche non del tutto imperita tessitrice di strategie volte a ovviare ai guasti dello sposo, e Carlo Del Vescovo, roccioso, una garanzia. Concludiamo augurando al Teatro dei Cipis un buon nuovo avvio di stagione. Apertoi dal 1° ottobre (per informazioni è attivo il numero di tel. 3475758439) i nuovi laboratori, destinati ai ragazzi dai 5 ai 14 anni. Tra l'altro il TdC, che ha una nuova sede (l'Auditorium Regina Pacis presso la Parrocchia Madonna della Pace), organizzerà anche corsi di chitarra tenuti da Vito Vilardi, unitamente a quelli di teatro di Giulia Petruzzella, per cui è prevista la collaborazione di esperti del settore. Corsi dalla significativa denominazione “Prima del teatro”, che occhieggia all'agognata “prima”, punto di approdo di ogni esperienza teatrale, ma allude anche alla consapevolezza che l'avventura del palcoscenico presuppone un esaltante, a volte non indolore, processo di conoscenza di sé e delle proprie emozioni.
Autore: Gianni Antonio Palumbo
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