Battiti live e il Comune di Molfetta cacciano il Corpus Domini relegandolo in periferia
Una foto di archivio del settimanale "Luce e Vita" quando la processione del Corpus Domini partiva dalla cattedrale e da via Dante oggi requisito da "Battiti Live"
MOLFETTA – Anche la processione del Corpus Domini si è dovuta piegare all’evento “Battiti live”, che sarà ricordato per tutti i disagi e le proteste che ha provocato a Molfetta.
L’amministrazione comunale decapitata dal sindaco Minervini agli arresti domiciliari, ha fatto anche questo, trasferendo l’evento religioso dalla cattedrale alla parrocchia S. Achille con relativa processione nel quartiere.
La celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Molfetta Mons. Domenico Cornacchia con tutti i sacerdoti, le Confraternite, le associazioni laicali, l'Ordine del Santo Sepolcro, L'Ordine di Malta, l'Azione Cattolica, gli Scouts, le autorità civili, politiche e militari si terrà oggi alle ore 18.30.
Questo il percorso della processione in periferia: via Togliatti, via Ruvo, via Ugo La Malfa, via Salvucci, via Papa Montini, via Martiri di via Fani, via Terlizzi, via Molfettesi d'America, via Pio La Torre e rientro in Chiesa con benedizione Eucaristica.
Non è una bella notizia, anche se la Diocesi ha giustificato questa scelta, sicuramente sofferta e giustificata da ragioni di ordine pubblico, sottolineandola anche come un’opportunità: “la presenza del Santissimo Sacramento nelle vie della periferia cittadina offrirà a molti, in particolare ad anziani e ammalati, la possibilità di unirsi più facilmente alla preghiera e alla contemplazione”.
Rispettiamo le scelte della Curia, ma non possiamo esprimere l’amarezza per aver accettato le decisioni di un’amministrazione comunale sempre più dispotica, al punto da imporre la propria volontà anche alla Chiesa locale.
Chi governa Molfetta si considera proprietario della città (come ha rilevato la magistratura nella sua inchiesta) e questa vera e propria violenza nei confronti della Chiesa locale rappresenta l’ultimo atto di un’amministrazione che, al di là delle vicende giudiziarie che interessano la magistratura (e le persone coinvolte alle quali auguriamo di dimostrare la propria innocenza), e che avranno il loro corso, è stata condannata dalla politica e anche dalla storia. Il rispetto dei cittadini e delle realtà locali vengono prima di tutto, ma la “bramosia del potere”, come il direttore del mensile “Quindici” Felice de Sanctis ha intitolato il proprio editoriale di giugno, sembra passare sopra ogni considerazione civile e democratica.
Un voto, pur legittimamente espresso non ti rende padrone della città: lo ricordiamo all’amministrazione comunale che appare senza vergogna, non avendo nemmeno il coraggio di esprimere solidarietà al sindaco, chiudendosi in un deplorevole silenzio e continuando ad amministrare pur non avendo più dignità politica. Il modello del governo neofascista Meloni che governa in modo antidemocratico l’Italia, non è un bell’esempio da seguire. Il potere non è dispotismo.
Insomma, una pagina amara per la città, che resterà nella storia negativa di Molfetta: siamo stati capaci anche di questo.
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