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Basta con le piroette. Battiamoci, con Emiliano, per conquistare la regione Puglia Erika Cormio da redattrice a candidata, nel PD, al Consiglio della Regione Puglia
15 maggio 2015

Ilettori, con ogni probabilità, mi hanno conosciuta come redattrice di questa testata. Ed io tra un esame, all’inizio della collaborazione, e un impegno professionale, più recentemente, mi sono “ impegnata” a dare spazio a una mia passione, la scrittura. Quella stessa passione che sta alimentando quest’ultima mia scelta: candidarmi al Consiglio della Regione Puglia. Nel PD. Certo, nel Partito Democratico. Per questo ho evitato di rispondere a “freddo” alle domande del cronista ed ho chiesto al direttore de Sanctis di ospitare questa mia nota. Bene, partiamo di qui. E di qui, con chiarezza, forza e determinazione, occorre partire nella costruzione di uno scenario politico senza più giri di “valzer”. Ormai i miei diretti concorrenti (nessuno escluso!) sono provetti ballerini. Al confronto lascerebbero estasiato, nelle infinite piroette, il magico Roberto Bolle (ed io da amante della danza so di che parlo!). E siccome il palcoscenico non è quello teatrale ma quello politico, allora diciamola una volta per tutte: queste elezioni regionali serviranno a riscrivere le famiglie di appartenenza della politica cittadina. Sembra una cosa d’altri tempi, ma, invece, è maledettamente attuale. Questa semplicissima aspettativa è una delle molle che mi ha spinta a competere direttamente. Sono ben conscia che, con una classe politica di destra e di sinistra (quella prossima alla nostra sinistra, puntualizzo) logorata dai rispettivi retaggi e voracità verbali, non può esserci nessuna prospettiva. Una sola: l’inconcludenza dei fatti e le interminabili promesse da campagna elettorale che non mancano di logorare i panieri elettorali, anche quelli ultimamente ben sorretti da importanti ruoli istituzionali. Fermiamoci un attimo: riavvolgiamo il nastro. Cosa si sente? Cose trite e ritrite. Si tratta di un minestrone con tanti ingredienti che, trascinati nel tempo, hanno perso sapore, bontà e, soprattutto, autenticità. Non mi spaventa, carissimo Direttore e lettori, competere con queste “bestiali” macchine elettorali (e di voti) di Saverio Tammacco o di Guglielmo Minervini. Senza dimenticare Antonio Azzollini, rectius Stanislao Caputo. Oggi noi, come PD, con il corso politico appena intrapreso a livello locale e, prima ancora, nazionale con il Presidente Renzi chiediamo ai molfettesi di sostenere questo processo: allentare la morsa dell’irrilevanza di Molfetta nello scacchiere decisionale della Regione Puglia (come accaduto, plasticamente, in passato). Per questo, un piccolo aneddoto da cronista “a tempo perso”: l’altra sera a Molfetta l’aver ricevuto dal Governatore (elettoralmente parlando) Michele Emiliano la spinta a “rompere i cerchi magici” è il segnale, per tutti noi, a non sciupare l’occasione di portare la nostra città fuori dalle leaderships che in questi lustri si sono contraddistinte con infinite quanto innaturali (politicamente parlando) piroette. Grazie per l’ospitalità e… non posso che lasciarvi con un detto tutto molfettese: “Pane al pane e vino al vino”. Io ci metto l’energia, il coraggio, l’impegno. Tutto sempre nel rispetto degli elettori, dei competitors, della politica. La buona politica, quella eriditata da mio nonno. Voi, lettori ed elettori, metteteci la vostra scelta, il vostro voto: “Mò ava’ l’esse!”.

Autore: Erika Cormio
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